Solidarietà e sport: al via al Circolo Tennis Monza i corsi per atleti disabili

Obiettivo inclusione, lo slogan “Il Tennis per un sorriso, un sorriso per il tennis”. Queste le pariole chiave che contraddistinguono il progetto del Circolo Tennis Club Monza, presentato giovedì 16 alla stampa e non solo, tantissimi erano gli ospiti presenti, che prevede l’attivazione di corsi per atleti con disabilità intellettive, unitamente ad un centro studi per le scienze motorie dedicato alla disabilità.
Obiettivo inclusione, lo slogan “Il Tennis per un sorriso, un sorriso per il tennis”. Queste le pariole chiave che contraddistinguono il progetto del Circolo Tennis Club Monza, presentato giovedì 16 alla stampa e non solo, tantissimi erano gli ospiti presenti, che prevede l’attivazione di corsi per atleti con disabilità intellettive, unitamente ad un centro studi per le scienze motorie dedicato alla disabilità.
Un grande progetto che vede la luce grazie alla sinergia tra uno dei più antichi circoli tennistici d’Italia, l’anno di fondazione è il 1928, e l’associazione Silvia Tremolada, specializzata dal 1985 in sport nell’ambito della disabilità. L’ideatore è stato Alberto Ciriani che giorno dopo giorno si interfacciava con il presidente dell’altra associazione, Carlo Lazzarini, per arrivare già oggi ad avere una dozzina di atleti iscritti.
“Il sorriso che vedremo sarà quello dei ragazzi disabili che errore dopo errore, soddisfazione dopo soddisfazione impareranno a giocare a tennis – ha ben descritto lo spirito del progetto il presidente del Circolo Tennis, Carlo Cevenini – E poi ci saranno anche i sorrisi dei soci che avranno la gioia di vedere all’opera questi nuovi “atleti speciali”.
L’iniziativa è sponsorizzata dalla Provincia di Monza e Brianza, presente c’era Andrea Monti, assessore allo sport, e Dario Allevi, il presidente dell’ente. Per il comune invece a sostenere questa nuova proposta c’erano l’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Monza, Martina Sassoli, e Andrea Arbizzoni, assessore con delega allo Sport. A sorpresa da Lecco è arrivato anche l’assessore regionale alla Famiglia e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli.
“L’esperienza indimenticabile degli Special Olympics ha seminato ottimi frutti in Brianza – ha commentato Dario Allevi, Presidente della Provincia MB – e la proposta del Tennis Club di Monza è senza dubbio un seme prezioso: lavoreremo insieme perché cresca e diventi un benchmark riconosciuto anche a livello nazionale. Ci sono tutte le carte in regola per farcela”.
L’idea di aprire il circolo con dei corsi dedicati ai disabili, che appena avranno raggiunto l’adeguato livello giocheranno con gli altri atleti, ha radici lontane a Monza: già da due o tre anni in occasione del Challenger di Tennis si portava avanti l’iniziativa, coadiuvata da Cerare Boneschi, responsabile per la Brianza dei giochi Special Olympics, di far provare a questi atleti l’ebbrezza della terra rossa. Un’esperienza che si è rafforzata l’anno scorso in occasione dei Giochi nazionali Special Olympics, sfociata nella ufficializzazione di questi nuovi corsi.
Sempre durante i giochi, che ormai raccolgono un enorme consenso e partecipazione, è emersa la necessità di fare di più: l’obiettivo del progetto è sviluppare per gradi una scuola di tennis di livello nazionale per disabili, con un centro per gli studi di scienze motorie applicato alla disabilità che ne affianchi i corsi. Con questa iniziativa si vuole migliorare lo standard di vita fisico degli atleti, favorire il loro inserimento nella vita sociale e renderli quanto più possibile autosufficienti per affrontare studio, lavoro e relazioni interpersonali. Presente alla conferenza, in rappresentanza degli atleti special Olympics, c’era Paola Lazzarini, la pluripremiata campionessa che ha recitato, ricordandolo, il giuramento dei Giochi Nazionali, che sottolinea come non solo la vittoria sia l’obiettivo cercato, ma soprattutto sia la volontà di partecipare che deve prevalere quando si fa sport.
Il circolo tennis Monza vanta 200 allievi suddivisi per quattro categorie, propedeutica, avanzata, preagonistica ed agonistica. I nuovi corsi saranno tenuti sotto la supervisione di un maestro federale, un preparatore atletico, un maestro, un insegnante ed otto volontari. Le lezioni saranno svolte una volta a settimana con quattro allievi per classe, da novembre a giugno. I corsi però non saranno fini a sé stessi; i nuovi allievi parteciperanno a minitornei interni, ad incontri con altri circoli, stages e dimostrazioni, anche quest’anno, durante la challenger ATP.
«Lo sport è un mezzo per unire le persone – ha sottolineato Boscagli – ho avuto il piacere di assistere sia all’ultima edizione degli Special Olympics a Monza sia alle Paraolimpiadi di Pechino nel 2008. In entrambi gli eventi ho constatato come l’attività sportiva per i disabili vada ormai ben oltre l’aspetto unicamente riabilitativo ma aiuti questi atleti ad integrarsi e a vivere pienamente le proprie passioni».
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