300mila euro per rivedere la bambina: il padre di Emma chiede un riscatto

17 luglio 2012 | 22:07
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300mila euro per rivedere la bambina: il padre di Emma chiede un riscatto

vimercate-striscione emmaÈ il 19 dicembre 2011 quando Emma Houda, di pochi mesi, sparisce da Velasca insieme al padre Mohammed Kharat di 26 anni. Di li a poco si scopre che l’uomo, invece di aver trascorso un po’ di tempo insieme alla piccola, è scappato in Siria con lei, aiutato da una conoscente italiana. Dopo sette mesi arriva una telefonata alla madre Alice Rossini con una richiesta inaspettata ed esagerata: «se vuoi rivedere tua figlia portami 300mila euro».

vimercate-striscione emmaÈ il 19 dicembre 2011 quando Emma Houda, di pochi mesi, sparisce da Velasca insieme al padre Mohammed Kharat di 26 anni. Di li a poco si scopre che l’uomo, invece di aver trascorso un po’ di tempo insieme alla piccola, è scappato in Siria con lei, aiutato da una conoscente italiana. Dopo sette mesi arriva una telefonata alla madre Alice Rossini con una richiesta inaspettata ed esagerata: «se vuoi rivedere tua figlia portami 300mila euro».

Era diverso tempo che Alice Rossini con l’aiuto del suo avvocato, stava tentando di combinare un incontro per rivedere, almeno per un giorno, la sua bambina: tramite intermediari erano riusciti ad avere diverse notizie sulla situazione in Siria, paese di origine dell’uomo, ma nel quale Mohammed è rientrato come clandestino utilizzando un falso nome. Secondo quanto scoperto, l’uomo si troverebbe nei dintroni della città di Aleppo, ma non avrebbe con sè la piccola, che si troverebbe insieme alla nonna in un paesino vicino.

«Stavamo organizzando, con tutte le difficoltà del caso, un viaggio in un paese vicino (Libano, molto probabimente) alla Siria in modo che Alice potesse vedere almeno per un giorno la piccola e potesse constatare che stesse bene – afferma l’avvocato Luca Zita – ma all’improvviso è arrivata questa richiesta di 300mila euro, come garanzia che questo incontro avvenisse: una vera e propria richiesta di riscatto, venuta da un uomo che ad oggi ha con sè una bambina di cui non è più legalmente il padre, in quanto affidata dal tribunale lo scorso giugno alla madre».

L’attuale situazione della Siria non aiuta le ricerche, infatti il paese si trova ora in una sanguinosa guerra civile che sembra sempre aggravarsi e che rende i contatti dall’estero sempre più difficoltosi.

«In questi mesi abbiamo contattato il ministero degli affari esteri, che è stato messo a conoscenza della situazione in cui si trova Emma – continua l’avvocato – ma ad oggi non è più possibile ottenere visti per andare in Siria e tutti gli italiani presenti nel consolato del paese sono stati rimpatriati. Ho provato personalmente a contattare il consolato ma non ho avuto risposta. Ci troviamo davanti ad una persona che non ha accettato la fine di un legame sentimentale e che ora senza pensare in alcun modo al bene della piccola, sta cercando in tutti i modi di fare del male alla madre, prima portando via la figlia e ora facendo richieste in denaro che Alice non può soddisfare nel modo più assoluto».