
La giunta di Roberto Scanagatti mette la parola fine alla telenovela Cascinazza.Giovedì pomeriggio l’amministrazione di centro sinistra ha inserito quell’area verde di oltre 40 ettari nel Parco della media Valle Lambro, rendendo impossibile ogni speculazione edilizia. Dal 1962 l’area della Cascinazza è stata al centro della vita urbanistica della città, legata al nome della famiglia Berlusconi e per questo motivo sempre causa di polemiche e veleni.
La giunta di Roberto Scanagatti mette la parola fine alla telenovela Cascinazza.Giovedì pomeriggio l’amministrazione di centro sinistra ha inserito quell’area verde di oltre 40 ettari nel Parco della media Valle Lambro, rendendo impossibile ogni speculazione edilizia. Dal 1962 l’area della Cascinazza è stata al centro della vita urbanistica della città, legata al nome della famiglia Berlusconi e per questo motivo sempre causa di polemiche e veleni.
«Dopo la richiesta alla Regione di inserire più di 200 ettari di aree verdi e agricole nel futuro parco regionale – commenta l’assessore alle Politiche urbanistiche, Claudio Colombo -, anche questo atto dimostra la nostra ferma volontà, laddove gli strumenti urbanistici ce lo consentono, di tutelare il territorio monzese». Insieme all’area della Cascinazza saranno inserite altre aree libere, verdi e agricole ad est e a ovest del fiume Lambro che si trovano nella zona sud del Comune di Monza. In totale si tratta di circa 800 mila metri quadrati (circa 80 ettari), di cui l’area della Cascinazza rappresenta più della metà.
L’intento dell’amministrazione monzese è stato trasmesso ai comuni le cui aree compongono il Parco locale di interesse sovraccomunale (Plis): Brugherio, Cologno Monzese e Sesto San Giovanni, con i quali il Comune di Monza definirà i contenuti della convenzione istitutiva. I problemi che hanno gravitato attorno all’area della Cascinazza sono tutti di natura urbanistica. La famiglia Berlusconi ne acquisì la proprietà nel 1962.
Da allora, invano, ha cercato di realizzare un intervento edilizio da quasi due milioni di metri cubi, poi ridimensionati a 400 mila. Nel 2007, dopo la vittoria alle amministrative del centro destra, arrivò a Monza anche Paolo Romani, l’ex ministro dell’ultimo governo Berlusconi, che con la carica di assessore al Pgt tentò di sciogliere il nodo mettendo a punto una variante al Pgt, bocciata però a pochi metri dal traguardo. E adesso, con l’inserimento nel Parco Valle Lambro, la nuova amministrazione ha calato il sipario sulla vicenda.