Open Village Monza: progetto fermo, ma Alessio Tavecchio non si arrende

Assessore Colombo: “il progetto ha il solo limite di non essere realizzabile sul terreno proposto perché interessa un’area libera e verde su cui lo strumento urbanistico vigente non consente interventi”
La Fondazione Alessio Tavecchio non si arrende e scrive direttamente agli assessori comunali. In ballo c’è l’Open Village Monza, la struttura era a un passo dalla realizzazione, ma ora è ferma a un palo. È un destino amaro per il centro polifunzionale di riabilitazione, formazione e sostegno a persone con disabilità, con annesso anche una residenza per anziani, che “ha il solo limite di non essere realizzabile sul terreno proposto perché interessa un’area libera e verde su cui lo strumento urbanistico vigente non consente interventi” – spiega l’assessore alle Politche urbanistiche Claudio Colombo in risposta alla lettera scritta dalla onlus.
I fatti. Con la passata amministrazione la Fondazione Alessio Tavecchio aveva presentato una proposta di Programma Integrato di Intervento (PII) per la realizzazione della struttura sul terreno di sua proprietà di 12.000 mq. Ma la giunta attuale avendo azzerato la variante al Pgt di Monza, ha reso il terreno non edificabile. A seguito di questo la onluns ha perso il proprio sponsor principale, però non si è arresa e in data 22 febbraio ha avanzato una richiesta preliminare di valutazione per la fattibilità di un permesso di costruire in deroga di una superficie di minimo 500mq, che consentirebbe di continuare le attività sociali già attive sul territorio brianzolo. Ma la risposta dell’assessore è rimasta invariata: “Una derogare al piano sarebbe in contrasto con le recenti determinazioni del Consiglio comunale, che si è già espresso affermando la necessità, per nuovi interventi, di procedere prioritariamente sulle aree dismesse e sottoutilizzate in attesa della revisione dello strumento urbanistico. Segnaliamo inoltre – continua Colombo – che il Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale) individua l’area in questione tra quelle di interesse paesaggistico.
Tuttavia il presidente Alessio Tavecchio, che grinta da vendere, ha preso carta e penna e ha scritto direttamente a tutti gli assessori e consiglieri, dove ha raccontato il proprio rammarico e chiesto un’incontro: “Pur avendo fatto domanda per un’edificazione minima di soli 500 mq il sindaco Scanagatti e l’assessore Colombo hanno nuovamente colpito noi e coloro che a noi si affidano, con un pesante ed inspiegabile diniego. A seguito di questi spiacevoli episodi a danno dei cittadini e, soprattutto, dei più disagiati io desidererei incontrarti personalmente per chiederti di aiutarci ad ottenere l’autorizzazione ad edificare il lotto di 500 mq del nostro centro che ci consentirebbe di perpetuare tutte le nostre attività solidaristiche” si legge nella lettera.
Colombo dal canto suo replica che “alla Fondazione non è mai stata preclusa la possibilità di presentare il progetto al vaglio degli organismi amministrativi competenti e che l’azione dell’attuale Giunta è stata improntata alla massima disponibilità all’ascolto”.