La Brianza insorge contro Virzì. Monti: “Uno schiaffo alla nostra terra”

«Virzì insulta la Brianza e intanto il suo film prende 700mila euro di soldi (anche) nostri. Ribelliamoci». Parole forti quelle espresse attraverso le pagine del suo blog dall’assessore Andrea Monti
«Paolo Virzì insulta la Brianza e intanto il suo film prende 700mila euro di soldi (anche) nostri. Ribelliamoci». Parole forti quelle espresse attraverso le pagine del suo blog dall’assessore della Lega Nord al Turismo e Sport della Provincia di Monza e Brianza, Andrea Monti, dopo l’intervista rilasciata al quotidiano Repubblica in cui il regista livornese, presentando il suo nuovo film “Il capitale umano”, ha definito la Brianza come “paesaggio gelido, ostile e minaccioso”, di “grumi di villette pretenziose”, di “ville sontuose dai cancelli invalicalibili”.
«Virzì descrive la nostra e la mia terra facendola diventare addirittura un modello negativo, da additare come portatore di tutti i mali del nuovo mondo e dei nuovi ricchi: scaltri, avidi e addirittura un po’ cialtroni. – si sfoga Monti – Insomma, quello stesso angolo di mondo che addirittura Stendhal descrisse come “il paese più delizioso di tutta l’Italia”, sarebbe in realtà il ricettacolo delle peggiori specie della società di questa sgangherata penisola. Forse la differenza sta proprio nel fatto che Stendhal la Brianza la visitò davvero, prima di scriverci addirittura un libro, Virzì sembra invece essersi limitato alla caricatura di alcuni stereotipi falsi, una vera e propria opera di mistificazione, probabilmente un po’ frutto della voglia di additare in negativo la Brianza identificata come la terra del nemico politico, e tanto, diciamolo, frutto di ignoranza vera e propria».
L’assessore lumbard precisa al popolo del web che la sua non è certo una “bocciatura preventiva della pellicola, che uscirà nelle sale il 9 gennaio”, ma che il rammarico per le parole espresse da Virzì sia tale da non poter tacere il suo disappunto. «Secondo il Woody Allen “de noantri”, – prosegue – proprio la casa sarebbe il simbolo di una ricchezza illusoria, facile, ottenuta quindi senza grandi fatiche. Uno schiaffo, se non un insulto, a tantissimi brianzoli, che hanno costruito le proprie casette, grandi o piccole che siano, con la fatica e il sudore, figli di quella tradizione che li ha cresciuti con il dogma del “laùra”.Venga in qualche bottega di Giussano o di Meda, in qualche fabbrichetta di Lissone o Seregno, venga Virzì a puntare il ditino contro chi avrebbe l’unica colpa di essersi costruito (e pagato) la propria casa a costo magari di tanti sabati e domeniche mattina passate a lavorare con la schiena curva e la testa bassa. Di cosa ci si dovrebbe vergognare? Virzì non ha studiato la Brianza, e si è limitato ad alimentarsi di leggende metropolitane, che evidentemente circolano in buon numero nei salotti radical chic che abitualmente frequenta. Salotti in cui, va ricordato, quelli che lavorano sul serio, quelli che tengono in piedi questo stato sprecone e spendaccione, a suon di F24, liquidazioni IVA e acconti al 110%, non hanno nemmeno diritto di tribuna».
L’assessore Andrea Monti punta poi il dito verso il contributo da 700mila euro che il regista avrebbe ricevuto dal ministero dei Beni Culturali per la realizzazione della sua pellicola. «Sapete qual è l’aspetto più ridicolo di questa vicenda? Questo signor Virzì, quello che si riempie la bocca di tutte queste fesserie paranoiche contro il Dio denaro, la religione dei soldi, il profitto, l’avidità, il materialismo, etc. ha ricevuto un contributo di 700mila euro dal Ministero dei Beni Culturali (Delibera del 15 ottobre 2012) proprio per realizzare questa pellicola in cui si descrive la nostra terra, la Brianza, come “paesaggio gelido, ostile e minaccioso”».
Uno sfogo, quello del leghista, che si inasprisce sul finale volgendo una richiesta direttamente al regista: «Siccome si dà giusto il caso, caro Virzì, che proprio quella Brianza che tanto ti farebbe schifo, sia una delle aree che più contribuisce a finanziare i bilanci spreconi di questo Stato, ivi compreso il Ministero dei Beni Culturali, abbi almeno il buon gusto di restituire questi soldi, perché abbiamo buona ragione a sostenere che sono in buona parte soldi nostri, di brianzoli “avidi e arricchiti”! Insultaci, ma almeno non farlo a spese nostre. Un po’ di dignità quantomeno».