Alessio Tavecchio: serve un terreno per costruire l’Open Village

Open Village fermo al palo. Il progetto della Fondazione Alessio Tavecchio onlus, pare non abbia ancora trovato una soluzione difinitiva
Open Village fermo al palo. Il progetto della Fondazione Alessio Tavecchio onlus, pare non abbia ancora trovato una soluzione difinitiva. Le trattative con l’Amministrazione Comunale di Monza sono in corso e le proposte sul tavolo non mancano.
Per ora, la più papabile, pare essere quella di permutare il terreno dell’Associazione con un area dismessa comunale: «Dopo essere stati convocati dalla Commissione Consigliare Urbanistica abbiamo riscontrato le obbiettive difficoltà di poter realizzare il Centro Polifunzionale sul nostro terreno di via Papini, almeno fino alla definizione del nuovo Documento di Piano.- ha spiegato il presidente della fondazione Alessio Tavecchio – E’ stata evidenziata l’opportunità di procedere attraverso una eventuale permuta del nostro terreno con un’area dismessa. Fattore condizionante di tutta l’operazione è però il tempo: entro il 30 settembre 2014 la Fondazione dovrà lasciare gli uffici attualmente concessi in uso gratuito dall’azienda CISCO che, con grande senso di solidarietà, ormai ci ospita da anni».
Lo stabile che attualmente ospita la Fondazione è infatti di proprietà della famiglia Bellazzi la quale, su stessa ammissione di Alessio, si è detta disponibile ad offrire un’alternativa all’interno dello stesso, a condizione che entro quella data la Fondazione possa dimostrare di avere trovato un accordo con l’Amministrazione Comunale. «L‘Amministrazione ha la possibilità di portare a compimento la realizzazione di un progetto sociale unico, dopo più di 12 anni di lavoro e 3 diverse amministrazioni, ponendo la parola fine su questa interminabile vicenda. – commenta il presidente – Tanto più che la Fondazione dispone della necessaria copertura finanziaria per la realizzazione immediata del primo lotto dell’Open Village Monza (uffici, laboratori formazione, trasporti, rinserimento lavorativo, medicina naturale e sportiva, assistenza psicologica, camere di accoglienza da destinare a persone con diversi tipi di disabilità. Il costante dialogo con l’Assessore all’Urbanistica Colombo ci autorizza a sperare che in tempi brevissimi possa essere individuato il terreno consono a questa realizzazione, drasticamente ridimensionata rispetto al progetto iniziale». La soluzione dunque potrebbe verificarsi in una permuta non onerosa con il terreno di via Papini e un conseguente intervento edilizio a “costo zero” per l’Amministrazione Comunale.