Monza, si dà fuoco per protesta. Tragedia annunciata. Ecco chi è Carlo De Gaetano

Un uomo disperato e da anni in difficoltà economica. Carlo De Gaetano, 52 anni, proprietario del bar “Il Raffaello”, in viale Lombardia 260, si è dato fuoco questa notte in segno di protesta
Un uomo disperato e da anni in difficoltà economica. Carlo De Gaetano, 52 anni, proprietario del bar “Il Raffaello”, in viale Lombardia 260, si è dato fuoco questa notte per protestare contro la costruzione di barriere anti-rumore davanti al suo locale. Il barista monzese, infatti, spesso agli onori della cronaca per la “battaglia” che da anni portava avanti, ha più volte mostrato il suo stato di disagio con gesti eclatanti nel corso delle manifestazioni a cui ha preso parte. De Gaetano ha sempre dichiarato di essere “vittima di una ingiustizia da parte di Anas e dell’Amministrazione locale” in quanto, a suo dire, l’ingombro dei pannelli ridurebbe il calibro della strada soffocando le aziende già provate dal mega cantiere del tunnel.
Affezionatissimo al suo bar tavola calda: il commerciante alcuni anni fa aveva investito tutti i suoi soldi in quello che reputava essere nell’inizio di una nuova vita. Con l’avvio del cantiere di viale Lombardia sono inziati i tempi duri per De Gaetano che ha però scelto di stringere i denti e portare avanti la sua attività nella speranza di una rinascita economica a cantiere ultimato. Il barista ha sempre sostenuto come le barriere anti-rumore costituissero per la propria attività una condanna morte che lo avrebbe prima o poi costretto ad abbassare le saracinesche. Oggi, 25 febbraio, il giorno dopo l’estremo gesto dettato dalla disperazione, il suo bar le saracinesche le ha abbassate per davvero. Chiuso anche il tabacchi gestito da suo fratello. In tanti ora affermano si tratti di una tragedia annunciata. «Dopo una lunga malattia causa un tumore unguaribile causato da Anas e Amministrazione locale, morirà questo esercizio e il suo titolare. Mi darò fuoco» questo è quanto recita il cartello davanti al suo “Raffaello”.
Sotto shock i membri di HQMonza Comitato San Fruttuoso 2000: «Siamo sconvolti per quanto accaduto ieri sera, è un episodio grave che non doveva succedere. Si possono e si devono garantire innanzi tutto la sicurezza dei cittadini, ma anche l’attività di commercianti e imprese, come è avvenuto su tutto il fronte interessato dai lavori della SS36, tranne in quel tratto. Ci chiediamo chi abbia convinto l’autore del drammatico gesto che l’unico modo per affrontare il problema era quello di non dialogare e opporsi a qualunque costo, sino a scelte estreme. Così come si è verificato sin dal 2004 in tutta l’area, soluzioni efficaci si possono trovare, purchè ci sia la disponibilità di tutti. Nessuno deve nascondersi che un sistema antisfondamento e antirumore in quel tratto è indispensabile, perchè deve contenere un TIR che dovesse sbandare a 70 chilometri l’ora, con il rischio di finire sul marciapiede e contro le case. Ricordiamo che, purtroppo, ci sono stati in passato in quel tratto diversi incidenti, uno mortale. Invitiamo tutti a stemperare la tensione, a rilanciare il dialogo, a ricercare soluzioni. Un pensiero solidale va anche ai due poliziotti rimasti ustionati per salvare la vita all’autore della protesta».