Allagamenti Lambro e Seveso: oltre ai soldi, ecco ciò che chiedono i sindaci

In attesa dei fondi governativi e regionali per le opere di messa in sicurezza dei due fiumi straripati, i sindaci dei Comuni fanno il punto. Troppo cemento e zero manutenzioni le cause
Servono soldi e ne servono tanti. La pioggia battente dei giorni scorsi non ha fatto solo tracimare Lambro e Seveso, mettendo in ginocchio molti Comuni brianzoli, ma anche messo a nudo l’inadeguatezza delle politiche del territorio seguita dal dopo guerra a oggi. Inadeguatezza che potrebbe riassunta in due concetti: troppo cemento e scarsa manutenzione dell’alveo dei due fiumi. I sindaci dei sei Comuni alluvionati (Arcore, Seveso, Cesano Maderno, Barlassina, Bovisio Masciago e Meda) sono sul piede di guerra, puntano il dito conto la classe politica e i privati che hanno cementificato senza riguardo e chiedono provvedimenti urgenti. Soprattutto, chiedono soldi. Da Roma stanno arrivando 80 milioni di euro, più altri 20 stanziati da Regione Lombardia, per un totale di oltre 100 milioni di euro. Basteranno? I sindaci sperano di sì e nel frattempo anticipano quali sono le principale urgenze da risolvere.
“Abbiamo foto di Arcore del 1950 con piazza della chiesa già allagata. Il problema quindi è storico, ma soprattutto geografico: la città si trova in una conca percorsa da innumerevoli rii e torrenti – ha spiegato Rosalba Colombo, sindaco di Arcore -. Gli avvenimenti dei giorni scorsi sono scaturiti da una concatenazione di eventi eccezionali, tenendo presente che gli esperti ci dicono che quest’anno ha piovuto molto più del solito, non lasciando il tempo al terreno di evaporare”. Il Comune ha già chiesto lo stato di calamità e a breve verrà convocato un Consiglio comunale aperto per illustrare priorità e progetti. Dalla parte opposta della Brianza, lungo la valle del Seveso, i problemi sono analoghi e le amministrazioni attendono i finanziamenti per far partire i lavori. “Stiamo provvedendo alla messa in sicurezza di alcuni argini – ha spiegato il sindaco di Seveso, Paolo Butti -. I privati dovranno accollarsi i costi per la sistemazione degli argini di propria competenza. Inoltre, dovrebbero essere messi a disposizione 100 milioni per tutto il bacino del Seveso tramite fondi regionali e statali, i Comuni si stanno trovando per concordare gli interventi da fare».
A Bovisio Masciago, il sindaco Giuliano Soldà, indica quale potrebbe essere la soluzione ottimale per evitare il ripetersi di queste piene che col passare degli anni diventano sempre più pericolose. “Abbiamo patito due esondazioni nel giro di pochi giorni – ha sottolineato -. Gli argini sono a rischio e oramai le infiltrazioni hanno raggiunto le case. Di interventi se ne possono fare molti, ma credo che la creazione di pozzi perdenti sia quello più efficace e al tempo stesso più rispettoso dell’ambiente”. Giovanni Giuseppe Caimi, sindaco di Meda, aggiunge che andrebbero sistemate tanto per cominciare “le vasche di Carugo “. Stessa lunghezza d’onda per Gigi Ponti, sindaco di Cesano, che pone l’accento su tre operazioni: “Una nuova vasca di laminazione, interventi sugli argini e rigenerazione del territorio”. E poi aggiunge: “Cesano non ha un problema diretto di esondazione, ma un problema di riflesso legato allo scarico della rete idrica cittadina, aggravato dalla presenza del torrente Comasinella”.
Meno drammatica, invece, la situazione a Barlassina. “Siamo comunque già intervenuti a partire da quest’estate nel sistemare alcuni tombini – ha aggiunto il primo cittadino Piermario Galli -, anche con il supporto di Amiacque». Infine, il j’accuse del sindaco di Seveso che punta il dito contro i politici e i privati. “Negli anni hanno sfruttato il territorio rendendo insostenibile la situazione: ora ne paghiamo le conseguenze”.
Articolo scritto da Giulia Santambrogio e Marco belingheri