Ecco il nuovo progetto del Brianteo. All’Assemblea dei soci il Monza passa a Bingham?

Da un progetto da 30 milioni di euro a un progetto da 7 milioni di euro: vi sveliamo cosa ha proposto all’Amministrazione comunale per il Brianteo l’Associazione Calcio Monza Brianza 1912.
Da un progetto da 30 milioni di euro a un progetto da 7 milioni di euro: vi sveliamo cosa ha proposto all’Amministrazione comunale il direttore generale dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912, Mauro Ulizio, quando ha capito che il presidente inglese Anthony Armstrong-Emery non avrebbe più potuto finanziare la maestosa riqualificazione dello stadio Brianteo e del centro sportivo Monzello a causa dei noti guai finanziari della multinazionale di sua proprietà, la Ecohouse Group.
Lo scorso settembre, incombendo la scadenza del 15 novembre per la presentazione in Comune, da parte del club calcistico, della formale proposta di project financing, e avendo lo studio di architettura e lo studio di ingegneria incaricati dell’elaborazione del “maxiprogetto” ingiunto il pagamento del lavoro svolto fino a quel momento (poi sfociato in un’istanza di fallimento), i dirigenti biancorossi decidevano di rivolgersi ad altri professionisti per la redazione di un progetto più contenuto nelle pretese, ma soprattutto nei costi, per cercare di evitare la revoca della concessione. I professionisti sono quelli di Sportre e di Buzzi e associati. Per loro ci ha spiegato la situazione l’architetto Massimo Marai: “Abbiamo preparato una bozza di progetto di riqualificazione del Brianteo che prevede l’utilizzo di tutti gli spazi a disposizione perché attualmente ci sono migliaia di metri cubi vuoti. Nella bozza, che è stata mostrata alcune settimane fa agli amministratori e ai dirigenti del Comune, vengono individuate quattro aree principali di intervento: la tribuna, i distinti e gli spiazzi dietro le due curve. Innanzitutto è necessario provvedere alla messa a norma degli impianti. Per la tribuna abbiamo inoltre prospettato un intervento di ‘maquillage’ con l’utilizzo di particolari materiali. Per quanto riguarda l’utilizzo degli spazi interni, la bozza prevede al piano di sotto la creazione di 11 o 12 sky box, di un ristorante, di un museo del Calcio Monza e magari di un’area per il merchandising, mentre al piano di sopra l’inserimento di un centro benessere, di una palestra per il pubblico e il rifacimento dell’area hospitality e del bar. Relativamente ai distinti, nella bozza abbiamo ipotizzato la creazione di una foresteria e la realizzazione di 24 camere doppie da destinare ai ragazzi del settore giovanile che provengono da lontano. Dietro ogni curva ci sono 5mila metri quadrati edificabili. Sul lato sud abbiamo pensato a un’area ‘leisure’, con il bowling e i videogiochi; il lato nord potrebbe invece essere destinato a uno skatepark e a un BMX park oppure ad attività commerciali. Comunque – ha concluso l’architetto – siamo ancora in attesa di poter firmare la lettera di incarico da parte del Monza”. Intanto il tempo è scaduto e il Comune potrebbe applicare il dispositivo numero 3 della delibera di Giunta dello scorso 17 giugno: “non si potrà procedere al rilascio di una nuova concessione (in scadenza il prossimo 30 giugno sia quella del Brianteo che quella del Monzello, ndr) e questa Amministrazione attiverà le necessarie procedure ad evidenza pubblica”. Tra l’altro il Monza ha oltre 300mila euro di debiti nei confronti del Comune (quelli complessivi sono oltre 2 milioni di euro) perlopiù per opere in conto canone. Inoltre la Prefettura, che presiede la Commissione provinciale di vigilanza, potrebbe nelle prossime settimane ordinare la chiusura dello stadio a causa dei lavori urgenti di manutenzione che non sono stati eseguiti. I dirigenti biancorossi si sarebbero già interessati per portare la squadra a giocare al “Rigamonti-Ceppi” di Lecco.
Un quadro societario catastrofico che domani dovrebbe trovare una soluzione o in un senso o nell’altro. È infatti in programma l’Assemblea straordinaria dei soci, durante la quale si verificherà davanti a un notaio l’esistenza di presupposti per la continuità aziendale, che dovrebbe equivalere a una ricapitalizzazione di un milione e mezzo di euro. Anche l’Amministrazione comunale è in febbrile attesa: “Riguardo alla situazione del Brianteo e del Monzello – ha dichiarato il consigliere comunale delegato allo Sport, Silvano Appiani – abbiamo deciso di aspettare l’esito dell’Assemblea straordinaria dei soci dell’Ac Monza per prendere una decisione”.
La situazione è in continua evoluzione. Fino a oggi pomeriggio Armstrong-Emery non voleva mollare il club, di cui è unico proprietario attraverso la società LuckySeven. Secondo le ultime indiscrezioni, però, sarebbe alfine stato convinto a cederla al connazionale Dennis Bingham, proprietario di Royal Pearl International Llc (società di trasporti e servizi con sede in Oman) dal suo amico Maurizio Antonio, detto “Morris”, Pagniello, l’imprenditore italoaustraliano ex calciatore “giramondo” e presidente del Trento 1921 al momento del suo fallimento. Questi entrerebbe nel Consiglio d’amministrazione assieme all’amico Piervittorio Belfanti, anch’egli imprenditore, in passato socio delle discoteche Sesto Senso e Lele Mora House e già proprietario del Trento 1921. I due sostituirebbero Maurizio Carlo Prada e Cristiano Perrotti, impegnati in questi giorni in trattative frenetiche. Perrotti, assieme ad Arturo Meglio, legale italiano di Armstrong-Emery, ha incontrato la cordata di Bingham l’altroieri pomeriggio a Milano. Bingham si sarebbe offerto a rilevare il club e i suoi debiti, attraverso l’acquisto di LuckySeven, per un euro. Oggi pomeriggio, invece, Perrotti e Prada hanno finalmente incontrato a Milano i rappresentanti legali dell’accoppiata lombardo-veneta composta da un imprenditore vitivinicolo e un immobiliarista. L’offerta è stata la stessa. Sempre in settimana Prada si è dato molto da fare, trattando con un emiro, conosciuto di persona probabilmente in un recente viaggio negli Emirati Arabi Uniti, e con la cordata bergamasca guidata dall’immobiliarista Gianluca Percassi, ex giocatore biancorosso (10 presenze tra il 2000 e il 2002 con due retrocessioni consecutive) e attualmente amministratore delegato dell’Atalanta presieduta da suo padre Antonio; quest’ultima soluzione trasformerebbe il Monza in una società satellite della “Dea” orobica. Poi ci sono altri soggetti interessati all’ultracentenario club cittadino, ma si faranno avanti solo in caso di fallimento.
Intanto i creditori aspettano e sperano. E s’incacchiano. Come i titolari di un’impresa di pulizie che lunedì sera si sono presentati al Monzello facendo “fuoco e fiamme”: pare che abbiano inscenato l’asportazione dei computer e di altre apparecchiature dal centro sportivo prima di essere convinti a darsi una calmata…