Pedemontana al via, ecco le voci contro: il vero timore è la diossina a Seveso

Cosa possono fare i sindaci per fermare Pedemontana, chiedere le compensazioni ambientali, tutelare la salute dei cittadini contro i terreni contaminati da Tcdd?
La tratta A di Pedemontana è stata inaugurata: nonostante le proteste, l’autostrada lombarda è ormai realtà. Ci si potrebbe chiedere a cosa servano ormai le manifestazioni e le iniziative di sensibilizzazione (tra le ultime, quella dei manifesti “Sindaco, ferma Pedemontana”): ma il Coordinamento Insieme in Rete non è del tutto d’accordo.
Cosa possono fare i sindaci? «Hanno ancora delle carte da giocare contro Pedemontana – ci ha risposto Alberto Colombo, portavoce di Insieme in Rete -. Il progetto esecutivo dell’opera, molto diverso da quello originario, è oggi un ecomostro costruito a spizzichi e bocconi, nella modalità più retriva che continua a prediligere le faraoniche e costose infrastrutture autostradali, devastanti per il territorio, l’ambiente, la viabilità, la vivibilità e con un dispendio di ingenti risorse economiche praticamente solo pubbliche -. E rimane drammaticamente aperta la questione delle compensazioni ambientali, come spiega Colombo -: Il sindaco di Cislago, Luciano Biscella, ha dichiarato che, dal momento che non è ancora stata realizzata nessuna delle compensazioni prospettate, non concederà l’apertura del tunnel di sicurezza della Pedemontana. Se sarà veramente intenzionato a giocare la sua partita avrà dalla sua la legge: infatti il Cipe ha prescritto che le compensazioni ambientali, e le altre opere di mitigazione e di connessione siano realizzate in contemporanea, quando non prima, della realizzazione del nastro autostradale. Ma la legge non è più cosa in Italia: e infatti anche nella tratta B1 i lavori di Pedemontana sono stati avviati in assenza delle opportune autorizzazioni ministeriali».
Altre azioni sono possibili: Legambiente Lombardia si è rivolta alla magistratura: «Ha fatto bene – risponde sempre Colombo -, ma sarebbe stato meglio che sindaci e uffici comunali si fossero adeguatamente attrezzati, visto l’agire poco trasparente adottato da Pedemontana e da Cal, per verificare la conformità delle procedure alla legge chiedendone il rispetto. Quest’attenzione non c’è stata nei sindaci della tratta B1 e l’ecomostro è entrato senza autorizzazioni sul loro territorio, lo ha sventrato, ha cancellato la Moronera, un bosco di grande pregio ambientale, realizzando 7,5 km di solo nastro d’asfalto, che giace ora in attesa di completamento, di collaudo e di seguenti e immancabili inaugurazioni, un’opera senza le necessarie connessioni, mitigazioni e senza compensazioni ambientali».
E la questione diossina? «A novembre, in una conferenza stampa tenuta con il sindaco di Seveso Paolo Butti e il consigliere regionale Gianmarco Corbetta, abbiamo ribadito il monito a verificare, come da prescrizioni, il livello di contaminazione da Tcdd. Su questo – continua Colombo – chiediamo ai sindaci di esercitare tutto il loro potere e dimostrare la loro responsabilità nei confronti della salute dei cittadini. I sindaci della tratta B2 sarebbero facilitati nel loro doveroso compito, se a monte quella della tratta A e B1 cominciassero finalmente a prendere coscienza di quello che è accaduto sulle loro teste e contribuissero a fermare il prosieguo di un’opera monca chiedendo che i residui finanziamenti siano indirizzati alla realizzazione delle compensazioni ambientali e delle mitigazioni laddove l’autostrada è già in essere».