Ac Monza Brianza 1912 in Tribunale, ecco i dettagli e le dichiarazioni

Ecco i dettagli e le dichiarazioni riguardo alla decisione del Tribunale fallimentare di rinviare al 26 maggio la sentenza sull’Ac Monza
Niente fallimento per l’Associazione Calcio Monza Brianza 1912, almeno per ora. Il Collegio giudicante del Tribunale fallimentare cittadino, riunitosi ieri in camera di consiglio, ha deciso di rinviare ancora la sentenza sulle due istanze presentate da nove dipendenti e collaboratori, sulle due istanze presentate da due società creditrici e sull’istanza presentata dalla Procura della Repubblica di Monza.
Il Tribunale ha fissato un’udienza per il prossimo 26 maggio alle ore 9.20. La decisione ha lasciato di stucco tutti gli addetti ai lavori, anche perché è evidente che una eventuale sentenza di fallimento in quel periodo decreterebbe quasi sicuramente la scomparsa del calcio nel capoluogo della Brianza per almeno un anno, fatta eccezione per quello “di quartiere”. Non ci sarebbero infatti i tempi necessari per l’esercizio provvisorio, richiesto dalla Procura, e per svolgere un’asta per la cessione degli asset e dei titoli sportivi entro i termini di iscrizione ai campionati.
Il Collegio giudicante, composto da Alida Paluchowski, Mirko Buratti e Giovanni Battista Nardecchia, ha preso la decisione del rinvio dopo aver rilevato che: “tutti i creditori hanno desistito alla domanda di fallimento ad eccezione del Pubblico ministero (le due società creditrici sono state soddisfatte solo l’altroieri, dunque oltre il termine di venerdì scorso che era stato concesso dal Tribunale, ndr); che appare necessario vedere il procedimento e verificare la posizione di Gianluca Andrissi, il quale vanta un credito di circa 90mila euro in forza di un lodo arbitrale garantito da fideiussione (in pratica si vuole attendere che l’ex responsabile dell’area tecnica venga effettivamente liquidato, ndr); che il Monza ha avviato delle procedure necessarie per procedere all’aumento di capitale per ripianare le perdite di esercizio (non risulta che la società abbia avviato nulla in questa direzione in quanto ha solo promesso di farlo, ndr); che non risultano profili che rendano urgente la decisione sulle istanze di fallimento (considerazione molto discutibile alla luce delle scadenze per l’iscrizione ai campionati, ndr)”.
Secondo alcuni esperti di procedure fallimentari, per non essere dichiarato insolvente il Monza dovrà coprire tutte le perdite d’esercizio entro il 26 maggio, impresa che agli “addetti ai lavori” appare di difficile attuazione, visto l’ammontare della somma e i precedenti poco incoraggianti dell’aspirante presidente Paolo Di Stanislao (la società è attualmente in mano all’amministratore unico Pietro Montaquila): con lui alla guida il Lanciano è fallito e il Casale è stato escluso dai campionati della Lega Nazionale Dilettanti. Tra l’altro, per i reati commessi a riguardo del “crack” del club abruzzese Di Stanislao è stato condannato in primo grado a 7 anni di reclusione e a 3200 euro di multa oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed è stato pure inibito dalla Federcalcio per 3 anni.
La decisione del Tribunale è stata accolta con una certa boria da Montaquila, che si sente sicuro di evitare il fallimento e di mettere a tacere i critici e la gran parte dei tifosi biancorossi che attaccano lui e gli altri componenti della governance. “Abbiamo pagato chi aveva presentato istanza di fallimento e dunque la decisione dei giudici di non dichiarare fallimento è logica – commenta il 64enne bolognese di origini casertane – Da domani io e Di Stanislao saremo al centro sportivo Monzello a lavorare per ricapitalizzare la società con 1 milione e 350mila euro e ristrutturare il suo debito (circa 3-4 milioni di euro, ndr). Dopodomani o sabato prossimo convocheremo una conferenza stampa in cui spiegheremo come abbiamo risolto i problemi quando ormai tutti ci davano per ‘morti’. Qui c’è troppa gente che desidera il fallimento: com’è possibile sperare in una cosa simile?!? Sono le stesse persone che ci hanno etichettati come truffatori, imbroglioni e ciarlatani. La realtà è che noi abbiamo già messo nel Monza 200mila euro di tasca nostra”.
Tra i contestatori della governance c’è il Monza Club Libertà. “La decisione che è stata presa oggi non si capisce se è un modo trovato dal Tribunale per ‘lavarsene le mani’ o se è un modo sottile di far capire alla proprietà che deve andarsene – è il giudizio di Alessandro Ripamonti, consigliere responsabile dei rapporti col Monza – Certo è che è un’agonia infinita: si trascina dalla fine dello scorso settembre… Io credo che il Monza fallirà perché gli attuali proprietari non riusciranno a coprire tutte le perdite entro il 26 maggio. Solo che allora non ci saranno più i tempi per poter iscrivere una nuova società al prossimo campionato”.
Il consigliere comunale delegato allo Sport, Silvano Appiani, è anch’egli “sorpreso della decisione del Tribunale perché come Amministrazione pensavamo che ci sarebbe stata una sentenza, in un senso o nell’altro. Il Comune andrà comunque avanti col procedimento di recupero dei crediti nei confronti della società (circa 300mila euro, ndr). Settimana prossima ci sederemo al tavolo con la nuova governance per definire i termini dei pagamenti”.