Fusione Confindustria MB e Assolombarda: la replica del presidente ai contrari

Alle perplessità di una trentina di firmatari della lettera “Le ragioni del no” alla fusione tra Confindustria MB e Assolombarda, replica il Presidente degli industriali, Andrea Dell’Orto.
Alle perplessità di una trentina di firmatari della lettera “Le ragioni del no” alla fusione per incorporazione tra Confindustria Monza e Brianza e Assolombarda, replica (con un’altra lettera) il presidente Andrea Dell’Orto, promotore dell’iniziativa.
Ecco il testo integrale della risposta di Dell’Orto.
Confindustria, attraverso la riforma Pesenti, è il primo dei grandi e determinanti corpi intermedi del nostro paese ad affrontare senza remore la necessità di cambiare e di elevare la sua portata organizzativa, superando l’ormai antistorico frazionamento territoriale. Troppo limitato per rispondere efficacemente ai bisogni di imprese che si confrontano quotidianamente con il mercato globale.
Confindustria Monza e Brianza, proprio facendo leva sul suo primato storico e sulla responsabilità morale di prima associazione di imprenditori sorta in Italia (dicembre 1902), vuole essere – oggi come allora – protagonista del cambiamento per il bene delle imprese che rappresenta e dei loro dipendenti.
Penso che le piccole e medie imprese sappiano raccogliere la sfida: il mercato non è più una questione di dimensione, provenienza o settore ma di opportunità. E per una piccola impresa avere opportunità può fare la differenza tra sviluppo e non sopravvivenza.
Alle associazioni territoriali la riforma Pesenti chiede di aggregarsi, lasciano loro la facoltà di scegliere la forma giuridica più conveniente per portare a compimento il processo.
Non è un semplice suggerimento ma una strada resa intenzionalmente pressoché inevitabile dal meccanismo della soglia, che assegna seggi nel Consiglio Generale – l’organo che delinea le strategie di fondo di Confindustria nazionale – solo se la quota contributiva di ogni singola territoriale supera l’1% dei contributi totali.
Monza al momento è all’1,4% quindi in una condizione di relativa salvaguardia ma nel 2017 tale quota potrà essere innalzata, proprio per spingere ad aggregarsi chi eventualmente non l’abbia ancora fatto. Potremo dunque perdere la nostra garanzia,contare meno e diventare marginali.
Ecco quindi la prima ragione del sì: vogliamo continuare a contare e a rappresentare tutte le nostre imprese al massimo livello del sistema-Confindustria.
Con chi aggregarci?
Con Assolombarda perché questa alleanza moltiplicherà all’ennesima potenza servizi e rappresentanza, dando alle imprese la possibilità di far valere i propri interessi a livello regionale (con l’aggregazione daremo vita alla più grande territoriale della Lombardia), nazionale e europeo (avremo un nostro ufficio operativo a Bruxelles). Non basta più essere forti a casa nostra, serve che le istanze delle nostre imprese siano portate ai livelli più alti. Dobbiamo avere la possibilità di far sentire la nostra voce e di essere ascoltati.
Questa è la finalità dell’aggregazione vista da Monza e Brianza ed è la seconda ragione del sì: agli imprenditori oggi, dopo 7 anni di crisi, non serve chiudersi in un piccolo e antico campanile ma aprirsi al mondo. Le imprese da questi anni di crisi hanno imparato molto e la maggior parte di loro ha cambiato pelle ampliando i propri confini e orizzonti. Guardare a nuovi mercati è una sfida e fare business e networking è un’opportunità che l’ aggregazione con Assolombarda può dare alle nostre imprese.
Guardando al processo deliberativo interno, abbiamo condotto una azione capillare di informazione per la condivisione degli obiettivi e la raccolta di obiezioni, suggerimenti e perplessità, che non nascondo ci sono stati – sarebbe ingenuo pensare altrimenti – e che verranno recepiti, nella misura massima possibile, nella stesura dello statuto, del progetto di fusione e in eventuali altri documenti correlati.
Ed è proprio per raccogliere queste istanze che abbiamo portato alla deliberazione della Giunta Esecutiva e dell’Assemblea degli Associati solo il protocollo esecutivo (un documento interno richiesto da Confindustria alle territoriali che intraprendono il processo aggregativo) che fissa la cornice generale all’interno della quale andremo a specificare i contenuti dell’aggregazione e il ruolo fondamentale del presidio territoriale.
Perché Monza non chiuderà, al contrario continuerà ad assistere le imprese ed erogare servizi, come e più di adesso, grazie a nuove competenze e risorse.
La nostra attuale sede assumerà la veste di presidio territoriale e verrà eletto un Comitato di 30 imprenditori, titolari di imprese con sede nella provincia di Monza e Brianza, che gestirà un budget dedicato e organizzerà la presenza e l’attività locale della nuova Associazione, mantenendo – proprio come oggi – saldamente la presa.
Tra l’altro, come ben sanno i sostenitori delle ragioni del no, verrà recepito nello Statuto che l’ipotetico scioglimento del Presidio sarà regolato dalla stessa maggioranza assembleare che può deliberare lo scioglimento dell’intera Associazione. E’ il massimo della garanzia possibile.
E’ chiaro che non c’è nessun obbligo di aggregarci; è infatti una questione di intelligenza e di lungimiranza imprenditoriale, le stesse caratteristiche che sono proprie di un imprenditore che guida la sua azienda.
Non stiamo chiedendo di scegliere tra Assolombarda e Confindustria Monza e Brianza – come strumentalmente si vuole far credere – ma tra Confindustria MB e l’aggregazione Confindustria MB-Assolombarda.
Ho volutamente nominato una Commissione di imprenditori – composta in maggioranza da sostenitori delle “ragioni del no” – che si appresta a rivedere ed emendare la bozza di statuto, che al momento deve rimanere ancora riservato e a conoscenza dei soli imprenditori, e scrivere il progetto di fusione.
Per fare chiarezza sui termini usati da chi ha in queste settimane dato vita al dibattito, aggregazione è l’espressione generale riportata dalla riforma Pesenti che, con grande senso democratico, riconosce autonomia e unicità alle varie territoriali, lasciandole libere di scegliere la soluzione giuridica più conveniente ed opportuna.
Noi ci siamo indirizzati verso la fusione per incorporazione per motivi di efficienza e neutralità fiscale (preferiamo investire per le nostre imprese i contributi che loro stesse ci versano).
I tempi sono rapidi perché il mondo va ancora più veloce e perché non c’è nessun motivo oggettivo per tenerli più lenti.
C’è poi un dato di fondo che parla con la forza dei numeri: l’80% delle imprese intervenute nell’assemblea del 24 marzo ha approvato il protocollo esecutivo, aperto la strada alla terza fase del processo e rinnovato la fiducia al gruppo di lavoro che, negli ultimi 4 anni, ha fatto crescere Confindustria Monza e Brianza più di tutte le altre territoriali italiane.
Lo stesso gruppo di lavoro ora propone a tutti gli associati di essere soci fondatori di una nuova realtà, che cambierà per sempre il volto di Confindustria e spingerà tutto il Paese a rinnovarsi.
Andrea Dell’Orto
Presidente Confindustria Monza e Brianza