Monza-Pordenone 1-0. Stipendi ancora non pagati: libri in Tribunale?

Seconda vittoria consecutiva, quinto risultato utile di fila: il successo casalingo del Monza contro il Pordenone fa sbocciare il fiore biancorosso.
Seconda vittoria consecutiva, quinto risultato utile di fila: il successo casalingo del Monza contro il Pordenone fa sbocciare il fiore biancorosso, anche se le continue gelate (i punti di penalizzazione) e la mancanza di innaffiatura (gli stipendi) rischiano di farlo morire d’improvviso.
A differenza della “presa” di Alessandria, giunta con “cuore e culo”, stavolta i ragazzi allenati da Fulvio Pea hanno messo sotto gli avversari, ben più modesti dei piemontesi, con “cuore e testa”. Mai il Monza “2.0”, quello del girone di ritorno, aveva giocato mostrando così tanto ordine, tempismo, freddezza, cinismo. Poi il valore tecnico è quello che è, ma Pea è riuscito a plasmare una squadra a sua immagine e somiglianza, una squadra che, ribadiamo, si potrà salvare solo grazie a un miracolo sportivo. L’importante è continuare a scendere in campo con l’obiettivo di dare il massimo, soprattutto a livello di concentrazione, perché da qui alla fine ogni errore può essere fatale.
Non è una cosa da poco: difficile restare concentrati quando da otto mesi non ti pagano lo stipendio… Ieri era il termine per versare gli emolumenti di gennaio e febbraio (e pure i precedenti ancora in sospeso) senza incorrere in sanzioni e anche stavolta, invece, la proprietà di turno del club brianzolo non ha ottemperato agli impegni in scadenza. Arriveranno altri punti di penalizzazione, ma non si aggiungeranno ai 6 già sanzionati perché saranno afflittivi per la prossima stagione. Intanto, però, la squadra non l’ha presa affatto bene e a fine allenamento ha fatto irruzione negli uffici, raggiungendo il socio unico e amministratore unico Pietro Montaquila per chiedergli spiegazioni. Il 64enne bolognese di origini casertane è rimasto “sorpreso” della visita perché immaginava che i giocatori e lo staff tecnico fossero ormai rassegnati all’ennesimo ritardo. Gli atleti l’hanno quindi affrontato a muso duro e lui ha allora telefonato all’aspirante presidente Paolo Di Stanislao, attualmente a Roma e in possesso della Mini Cooper aziendale, che ha assicurato il pagamento delle due mensilità nella giornata di lunedì prossimo.
Naturalmente neanche Montaquila ha presenziato alla partita del Brianteo. Partita che non ha visto la partecipazione del medico sociale (arriverà un’altra sanzione da 500 euro) e degli infortunati Valencic, De Vita, Giorgi, Torri, Toskic e Martinez. Viste le defezioni Pea ha optato per il ritorno al 3-5-2, con il rientrante dalla squalifica Uliano, ex del Pordenone, a centrocampo al posto di Asante, Bernasconi in attacco e Cojocnean riproposto come laterale destro scalando D’Ambrosio in difesa.
Prima del fischio d’inizio in Curva Sud viene esposto lo striscione “Ciao Belva”, in ricordo della “Belva del Ghisallo”, com’era chiamato Alberto Augustin, il 64enne tifoso del Monza morto di SLA una settimana fa. Subito dopo il capitano di giornata Giuseppe Pugliese va a omaggiare con un mazzo di fiori il figlio Andrea Augustin. Al 2’ partono cori contro la società e inneggianti a Pea, beniamino degli ultras dei SAB, che la sera prima l’hanno ospitato, assieme all’allenatore in seconda Marco Veronese, al preparatore atletico Arturo Gerosa, al suo collaboratore Davide Losi, al preparatore dei portieri Mauro Bertozzi, al direttore sportivo Gianni Califano e al responsabile marketing Diego Colombo, nella loro sede, che poi è la sede cittadina dell’associazione socioculturale Lealtà Azione.
La partita è combattuta a centrocampo e nel primo tempo solo al 27′ il tabellino delle occasioni merita di essere sporcato: Cojocnean calcia una punizione da posizione defilata vicino all’area neroverde, la sfera viene deviata dalla schiena dì un difensore avversario e prende una traiettoria a palombella costringendo Careri a respingerla con un colpo di reni.
La ripresa risulta più vivace anche in fase di finalizzazione. Al 10′ un sinistro rasoterra di Maracchi è bloccato da De Lucia. Al 16′ il Monza passa in vantaggio: Carbonaro va sul fondo e crossa rasoterra per Pessina che è bravo a seguire l’azione e a insaccare di piatto da due passi. Il Nazionale Under 18 di Lega Pro si lancia poi in una corsa sfrenata per abbracciare in panchina Chimini. Il gol scatena l’entusiasmo dello stadio e dalla curva si levano cori offensivi nei confronti dell’attuale governance, la cui presenza nelle stanze del Monzello è sempre più sgradita. Pea sostituisce Conti, anche lui ex del Pordenone, con Asante per dare manforte al centrocampo e al 37′ un calcio di punizione di Cojocnean passa a fil di palo. Grandi rileva Bernasconi, poi al 42′ un violento sinistro di Maccan sibila a lato. Corduas sostituisce Carbonaro e al 46’ è il sinistro dell’ex biancorosso Ravasi, entrato in campo da 9’, a terminare sul fondo. Dopo 3’ di recupero esplode l’urlo liberatorio del Brianteo: il Monza conquista la sua prima vittoria in casa del 2015 nella serata di venerdì 17, roba da far accapponare la pelle.
In sala stampa l’allenatore del Pordenone, Fabio Rossitto, si è mostrato deluso della prestazione dei suoi uomini, che erano reduci da tre vittorie consecutive: “Il Monza ha disputato una buona partita. Noi non siamo partiti bene; nel secondo tempo siamo cresciuti, ma poi abbiamo preso il gol. Nel girone di ritorno abbiamo fatto una grande rincorsa e sono certo che ci giocheremo la salvezza fino all’ultimo perché i ragazzi in settimana sputano sangue. Ravasi? È un ottimo ragazzo, che mi ha parlato benissimo della piazza di Monza. Pessina? È un ragazzo dalle qualità importanti”.
Pea è entrato in sala stampa per annunciare che non avrebbe parlato perché preferiva lasciare spazio “ai protagonisti della vittoria, i giocatori”. Per Matteo Pessina “quella di oggi è una vittoria che serviva. Il mio gol? È merito di tutti. A gennaio sono rimasto al Monza perché nonostante le difficoltà della società ho fiutato l’occasione per impormi come titolare e ci sono riuscito. Dopo questa esperienza mi sento maturato come giocatore e anche dal punto di vista umano, dati i problemi del club. Colgo l’occasione per ricordare Grauso (ex centrocampista biancorosso, ndr), che l’anno scorso mi ha trattato come un figlio. Mi vuole l’Inter? Sì, ma non è l’unica società interessata a me”.
Gianmarco Conti ha spiegato il parapiglia scoppiato nella panchina del Monza nel finale di gara: “C’è stato un momento di nervosismo da parte di chi desiderava giocare almeno gli ultimi minuti. Oggi era una partita importante perché a non vincerla si rischiava di retrocedere senza disputare i play-out. Le sensazioni da ‘ex’? Beh, volevo togliermi qualche sassolino dalle scarpe…”.
A Paolo Carbonaro è stato chiesto su chi si sta facendo la corsa… “Su tutti” è stata la risposta. Il mancato pagamento degli stipendi non vi ha deconcentrato? “Di certo non si vive di ideali, ma in campo non ci sono i soldi, ma il pallone. Ringrazio i tifosi che ci sono sempre stati vicini. Non è vero che gli ultras sono gente senza testa. Qui a Monza hanno capito benissimo la nostra situazione. Per noi il loro sostegno ha rappresentato una grossa spinta morale, ci hanno dato emozioni”. Daniele Bernasconi ha spiegato com’è dura giocare in attacco nel Monza di oggi: “A noi punte non capitano tantissime occasioni, però aiutiamo la squadra soprattutto con la corsa. Comunque l’importante è vincere, non conta chi segna”.
Il Monza riscenderà in campo sabato 25 aprile alle ore 14.30 ad Arezzo. Dovrebbe tornare a giocare al Brianteo venerdì 1 maggio alle 15, ma sul match incombe la revoca delle concessione dello stadio da parte della Giunta, prevista a giorni in seguito al mancato pagamento da parte del club dei debiti (circa 300mila euro) nei confronti del Comune.
Naturalmente la ricapitalizzazione da 1 milione e 180mila euro assicurata nella conferenza stampa dello scorso 18 marzo è rimasta un annuncio. La Guardia di finanza sta verificando, su mandato della Procura della Repubblica di Monza, che tutto sia in regola. Ricordiamo che il milione e 180mila euro doveva essere accreditato su un conto della Banca Popolare di Vicenza dopo aver depositato in garanzia obbligazioni di JP Morgan con scadenza il 2022 per un importo di 2 milioni di dollari (circa 1 milione e 750mila euro) fornite da Stefano Bruni (ex sindaco di Como, attualmente presidente di Confidi Union Impresa e commercialista della nuova governance), ma intestate a Simone Bizzozero, titolare della concessionaria d’auto BSD di Cermenate e figlio di Daniele, il giussanese ex proprietario del Seregno e attuale “patron” del Lecco. Desta sconcerto il nome del perito incaricato dalla governance di redigere la perizia di stima in materia di valorizzazione delle obbligazioni. Si tratta di Francesco Pierangeli, 72enne commercialista marchigiano, attualmente inibito dalla Federcalcio (sta scontando la sanzione di due anni) in quanto come sindaco unico dell’Andria BAT aveva sottoscritto due dichiarazioni dell’amministratore unico del club pugliese Maurantonio Di Toma “affette da gravi irregolarità poiché in entrambe Di Toma dichiara in modo non veritiero – si legge nel comunicato della Figc – che la società avrebbe correttamente adempiuto al versamento delle obbligazioni contributive e previdenziali, in favore dei propri tesserati, per le mensilità da settembre a dicembre 2012, corredando le stesse con documentazione risultata anch’essa, all’esito dell’inchiesta, non veritiera”. Per la cronaca, l’Andria BAT è fallito l’anno scorso. E per chi ancora non lo sa, Di Stanislao è stato anch’egli inibito dalla Figc per tre anni, scaduti lo scorso 23 marzo, per le violazioni al Codice di giustizia sportiva commesse in occasione del fallimento del Lanciano.
A questo punto Montaquila deve decidere se continuare a far parte della “banda del buco… di bilancio” o se arrendersi all’evidenza e portare i libri in Tribunale. Una svolta in questo senso permetterebbe al Tribunale fallimentare di avviare l’esercizio provvisorio e di indire un’asta per l’acquisto degli asset e del titolo sportivo prima della chiusura delle iscrizioni ai prossimi campionati. I nostri dubbi sono stati fugati: c’è almeno una cordata ancora disponibile a farsi avanti per proseguire la storia ultracentenaria del Monza. Si tratta di quella messa in piedi dai cugini Nicola e Riccardo Colombo, che fanno capo alla Cogefin di Bellusco (Nicola è il figlio di Felice, presidente del Milan dal 1977 al 1980). Con loro ci sarebbero altri quattro imprenditori giovani, tra cui Davide Erba, titolare della Stonex Europe di Lissone e presidente della Fiammamonza (calcio femminile) dal 2011 al 2013.
MONZA BRIANZA-PORDENONE 1-0 (0-0)
MONZA BRIANZA (3-5-2): De Lucia;D’Ambrosio, De Bode, El Hasni; Cojocnean, Conti (33′ s.t. Asante), Uliano, Pessina, Pugliese; Bernasconi (39′ s.t. Grandi), Carbonaro (45′ s.t. Corduas). A disp.: Chimini, Caracciolo, Acampora, Gaeta. All.: Pea.
PORDENONE (3-5-2): Careri; Salvatori, Ferrani, Fissore; Placido, Fortunato (33’ s.t. Mattielig), Migliorini A., Maracchi (37’ s.t. Ravasi), Bertolucci (17’ s.t. Franchini); Maccan, Bjelanovic. A disp: Maniero, Rosania, Ghinassi, Buratto. All.: Rossitto.
ARBITRO: Piscopo di Imperia.
MARCATORI: 16′ s.t. Pessina.
NOTE: calci d’angolo 0-1; ammoniti Conti, Bjelanovic, Ferrani, Maccan e Salvatori; recupero 2′ e 3′; spettatori paganti 87 per un incasso di circa 1300 euro, abbonati circa 1100 (quota abbonati non comunicata).