Ac Monza, ecco la cordata favorita. Al Brianteo si decide la salvezza. Intervista a Pea

Massimo Meoni, Matteo Rocca e un terzo socio: sono loro i componenti della cordata favorita ad aggiudicarsi all’asta gli asset e i titoli sportivi della fallita Associazione Calcio Monza Brianza 1912.
Massimo Meoni, Matteo Rocca e un terzo socio: sono loro i componenti della cordata favorita ad aggiudicarsi all’asta gli asset e i titoli sportivi della fallita Associazione Calcio Monza Brianza 1912.
Meoni è contitolare di Emmecom, società di Cologno Monzese leader nel settore dei soffianti, aspiratori e compressori, ed è presidente della sezione calcio del CGB Brugherio (Prima Categoria). Rocca, che si era già interessato al Monza quando l’irlandese Dennis Bingham si era deciso a sbarazzarsene, cioè lo scorso gennaio, è contitolare dell’enoteca Angelo Rocca & Figli di Agrate Brianza e consigliere della Speranza Agrate, compagine neopromossa in Promozione. Il terzo socio non l’abbiamo scoperto, ma alcuni indizi porterebbero ai fratelli Alberto e Andrea Silingardi, contitolari di Silboard, azienda di Vedano al Lambro specializzata nella realizzazione di imballaggi in legno.
Questa cordata se la dovrà vedere con le altre che, forse, si presenteranno. Secondo indiscrezioni, infatti, la base d’asta da cui si partirà sarà di 1 milione e 600mila euro, una cifra molto alta che comunque, sommata a quella del rilancio e ai 600mila euro della fideiussione depositata un anno fa dall’ex presidente Anthony Armstrong-Emery, servirebbe a coprire appena i debiti sportivi della società fallita, ammontanti a circa 2 milioni e 300mila euro (i debiti complessivi, tra cui i quasi 400mila euro del Comune di Monza, pare che siano circa 5 milioni di euro). A queste condizioni è difficile che si presentino all’asta tutte le cordate che si erano interessate al club di via Ragazzi del ’99: ricordiamo, tra le altre, quella “sponsorizzata” da Confindustria Monza e Brianza e messa in piedi dai cugini Nicola e Riccardo Colombo, che fanno capo alla Cogefin di Bellusco (Nicola è il figlio di Felice, presidente del Milan dal 1977 al 1980), e di cui fanno parte Davide Erba, titolare della Stonex Europe di Lissone e presidente della Fiammamonza (calcio femminile) dal 2011 al 2013, e Michele Giambelli della Giambelli, azienda di Cascina Morosina fondata dal padre Valentino, presidente del Monza dal 1980 al 1999; i dissidi all’interno di Confindustria Monza e Brianza, spaccata in due tra chi vuole che rimanga autonoma e chi vuole che si fonda con Assolombarda, avrebbero fatto mancare la spinta propulsiva per il lancio del progetto sportivo. In attesa di conoscere la base d’asta restano l’imprenditore multitasking arcorese Pierluigi Brivio e i suoi soci, e Paolo Leonardo Di Nunno, titolare della Elettronica Video Games di Cormano e presidente del Seregno. Altri aspiranti “novelli” Giambattista Begnini, il costruttore bergamasco che rilevò il fallito Calcio Monza nel 2004, restano nell’ombra per ritirarsi in buon ordine o per “calare l’asso” al momento opportuno.
I curatori fallimentari nominati dal Tribunale di Monza, Elisabetta Brugnoni e Giuseppe Nicosia, che trascorrono alcune ore al centro sportivo Monzello ogni pomeriggio, starebbero per emettere l’ordinanza di vendita, cioè per comunicare la data della prima asta, che dovrebbe essere intorno al 10 giugno. Ricordiamo che l’esercizio provvisorio autorizzato dal Tribunale avrà termine il 1 luglio e che l’esame dello stato passivo dell’Ac Monza Brianza 1912 è stato calendarizzato per il 22 settembre. La speranza dei tifosi è che domani allo stadio Brianteo la squadra allenata da Fulvio Pea ottenga la salvezza nella gara di ritorno dei play-out (calcio d’inizio alle ore 16, arbitro Antonio Rapuano di Rimini) e che all’asta qualcuno rilevi il titolo di Divisione Unica pagando tutti i debiti sportivi. In ogni caso, dunque anche se ciò non avvenisse, la città di Monza avrebbe diritto a iscrivere una nuova società o in Serie D o in Eccellenza. Non potendo chiamarsi più Monza Brianza 1912 i nomi più gettonati per il futuro sodalizio sono naturalmente il ritorno al passato (Monza) o le due varianti “monche” della denominazione della società fallita (Monza Brianza e Monza 1912). Quest’ultima potrebbe ripartire dalla Terza Categoria, ma difficilmente lo farà, visti anche i precedenti del “presidente ombra” Paolo Di Stanislao: con lui alla guida il Lanciano è fallito e il Casale è stato escluso dai campionati della Lega Nazionale Dilettanti. A questo giro, però, a finire nei guai non saranno più la moglie Patrizia Bernardi Patrizi e il figlio Andrea, ma il fido Pietro Montaquila, colui che risultava essere socio unico e amministratore unico. Immaginiamo che adesso si scatenerà tra loro “la guerra dello scaricabarile”…
Nella sentenza che decreta il fallimento dell’Ac Monza Brianza 1912 si legge che “ricorre una situazione di insolvenza dell’impresa desumibile dal fatto che non sono stati ancora pagati i debiti nonostante il lungo tempo trascorso, i creditori non sono riusciti ad individuare alcun bene di valore per soddisfare i loro crediti, la situazione finanziaria appare strumentalmente compromessa perché ha avuto, nell’ultimo anno, un reddito negativo e la società non dispone di risorse liquide sufficienti per pagare i debiti, né beni materiali e giacenze di magazzino”. Il Tribunale ha dunque ritenuto “da escludere un fenomeno di occasionale inadempienza” considerando quella del Monza “una situazione di irreversibile e insanabile dissesto” che ha portato a “uno stato di definitiva incapacità di fare fronte regolarmente alle proprie obbligazioni”.
Insomma, l’unico bene che ha valore nel Monza è il titolo sportivo di Divisione Unica, la terza e ultima serie professionistica che i dirigenti della Lega Pro si ostinano a non ridenominarla Serie C. Proprio per preservare questo valore i curatori fallimentari hanno lanciato un appello dalle news del sito internet ufficiale della società: “I curatori Giuseppe Nicosia e Elisabetta Brugnoni, nominati dal Tribunale dopo la dichiarazione di fallimento del club – si legge su www.acmonzabrianza.it – fanno un appello ai tifosi perché accorrano numerosi alla partita con il Pordenone a sostenere la squadra di “mister” Pea, consapevoli che conquistare la salvezza sul campo aumenta la visibilità della società verso probabili nuovi acquirenti. Senza il titolo sportivo della Lega Pro, infatti, il Monza sarebbe meno appetibile; nel frattempo sono stati quantificati i debiti sportivi, il cui pagamento permetterebbe più facilmente il mantenimento del titolo sportivo”.
L’appello è stato lanciato anche perché nel primo pomeriggio la prevendita dei biglietti faceva registrare la deludente cifra di 350 tagliandi. Domani i botteghini apriranno alle 14 e il rischio è che il migliaio di tifosi irriducibili si presenti compatto in biglietteria un’ora prima della partita causando lunghe code.
Chi è già concentrato sulla partita è Pea, che da stasera è in ritiro con la squadra all’Hotel Ibis Styles Milano Agrate Brianza. Per l’ultima partita della stagione sono stati convocati tutti e 22 i giocatori rimasti in rosa, dato che El Hasni è stato chiamato dal commissario tecnico della Nazionale tunisina Under 23 per due partite di qualificazione alla fase finale del Campionato Africano di categoria e Di Stasio, Ferrara, Corduas, Giorgi, Frasciello, Berchicci, Valle, Toskic e Perna sono rientrati, chi da giorni chi da settimane, nelle rispettive residenze o perché infortunati con prognosi lunghe o perché stufi dei patimenti causati dalla situazione societaria fallimentare. Contro i “ramarri” allenati da Fabio Rossitto e battuti tre volte su tre in questa stagione (doppio 1-0 in campionato e 2-0 nella gara di andata dei play-out) i biancorossi dovrebbero scendere in campo col seguente 4-3-1-2: De Lucia in porta, D’Ambrosio, De Bode, Martinez e Pugliese in difesa, Pessina, Asante e Uliano a centrocampo, Conti trequartista e Carbonaro e Torri in attacco. La novità più evidente sarà lo sponsor sulle maglie: Biffi Mobili, azienda di Bellusco, grazie alla passione biancorossa dei titolari ha voluto contribuire concretamente al difficile momento delle casse societarie.
A Pea abbiamo chiesto che atmosfera si respira nel ritiro… “Un’atmosfera particolare, perché è l’ultima partita della stagione ed emetterà il verdetto per il Monza. È una gara molto importante: in seguito al fallimento il conseguimento della salvezza acquisirebbe un senso maggiore, in quanto potrebbe essere decisivo per il passaggio degli asset societari all’asta”.
A proposito di fallimento, come ha reagito alla notizia? “Con quello che abbiamo passato quest’anno ormai non ci fa effetto più nulla… Comunque è un passo in avanti verso imprenditori seri intenzionati ad acquistare la società”.
Che impressione si è fatto di questi primi giorni di esercizio provvisorio? “Il Tribunale di Monza è stato molto deciso, determinato. Ha preso di petto la situazione e si è attivato per il salvataggio del titolo sportivo. Credo che sarà l’asta più veloce di tutti i tempi…”.
Tornando al match di domani, la settimana è passata tranquilla almeno sul campo? “Sì, il lavoro è andato molto bene, come spesso è capitato in questa stagione. Ho pensato che sarebbe stato meglio andare in ritiro e i curatori fallimentari hanno condiviso la mia richiesta perché sono consapevoli dell’importanza del mantenimento del titolo sportivo professionistico”.
Il 2-0 a Pordenone è un risultato ottimo, però c’è il rischio di adagiarsi sugli allori della gara di andata… “Con la posta che c’è in palio, che non sono i 3 punti ma un contratto per la prossima stagione, sarebbe stupido cadere nel tranello della rilassatezza. Abbiamo un vantaggio e dobbiamo sfruttarlo fino alla fine”.
A proposito di nuovi contratti, cosa farà Pea dopo la partita? “Tornerò a Savona dalla mia famiglia. Terminando i campionati, quella prossima sarà una settimana determinante per molte società…”. Indiscrezioni lo danno già accasato all’Alessandria.
Oggi è invece tornato al Monzello il direttore sportivo Gianni Califano, fermato e poi scarcerato nei giorni scorsi perchè coinvolto nella nuova inchiesta sul calcioscommesse. Domani potrebbe sedere in panchina su richiesta dei giocatori del Monza, che si sono affezionati a lui. Sempre a riguardo di “Dirty Soccer”, Morris Pagniello, collaboratore dell’ex socio unico e amministratore unico del Monza, Dennis Bingham, si è costituito all’autorità giudiziaria italiana dopo alcuni giorni di latitanza.