Confindustria Brianza, la fusione con Milano (che divide) al rush finale

Il 14 Open Day per illustrare il progetto. Il 20 riunione di giunta per l’approvazione finale, ma l’iter per la fusione per incorporazione è tutt’altro che in discesa
Sta arrivando alla resa dei conti l’alleanza fra Confindustria Monza e Assolombarda Milano. Salvo sorprese dell’ultima ora, la “querelle” che sta dividendo in due l’associazione brianzola, dovrebbe concludersi nel giro di due settimane.
Il 14 nella sede di via Petrarca si terrà l’Open Day voluto dal presidente Andrea Dell’Orto per illustrare i dettagli dell’operazione e il 20 è in programma la riunione di giunta per dare il via libera definitivo al processo di fusione fra i due enti. L’iter, tuttavia, si preannuncia tutt’altro che liscio e tranquillo, anche perché la carica presidenziale di Dell’Orto è arrivata al capolinea. Come ampiamente raccontato nei giorni scorsi, la fusione con Milano caldeggiata da Dell’Orto (qui le ragioni del sì) ha incontrato diversi oppositori, molto perplessi per gli effetti che il matrimonio potrebbe provocare: perdita di autonomia, sudditanza nei confronti di Milano, problemi logistici e via dicendo.
Fra i perplessi compaiono nomi e aziende di peso: Colmar, Sapio, Parà, Pagani e Officine Locati. Più quattro vice presidenti su cinque e tutto il Gruppo del legno – arredo. Il loro dissenso è stato riassunto in una lettera firmata da 30 imprenditori brianzoli e dal voto contrario (quasi plebiscitario) del Comitato piccola industria. “La riforma Pesenti spinge all’aggregazione – hanno detto in coro -, ma non indica i modi e da tempo fino al 2017. Non capiamo il perché di una fusione con incorporazione che implicherebbe la completa cancellazione dell’associazione brianzola e il motivo di tanta fretta”. Sul fronte del si invece si sono schierati i vertici dell’ente di via Petrarca, fra cui il presidente Andrea Dell’Orto, che a fine marzo ha già ottenuto un primo via libera dall’assemblea al protocollo preliminare.
Monza avrebbe i numeri per restare sola, ma secondo Dell’Orto la fusione con Milano porterebbe alla creazione dell’associazione più grande d’Italia, con più potere nella giunta nazionale, più servizi alle imprese e più opportunità sui mercati. Il confronto, insomma, è aperto, anche se i bookmakers scommettono sul risultato di pareggio.