Ac Monza, tutte le cordate in vista dell’asta. Intervista a Begnini e Pea saluta.

13 giugno 2015 | 10:35
Share0
Ac Monza, tutte le cordate in vista dell’asta. Intervista a Begnini e Pea saluta.

Fulvio Pea non è più l’allenatore del Monza. Si delinea il quadro di chi si presenterà all’asta fallimentare. Intervista a Gibì Begnini

Fulvio Pea non è più l’allenatore del Monza. Il tecnico di Casalpusterlengo ha rescisso oggi il contratto che lo legava alla società biancorossa col consenso del giudice delegato Giovanni Battista Nardecchia dopo che ieri aveva ricevuto il benestare da parte dei curatori fallimentari Giuseppe Nicosia ed Elisabetta Brugnoni.

Pea ha ottenuto di liberarsi del contratto col club di via Ragazzi del ’99 con un anno di anticipo dopo aver accettato di non percepire l’80% dei compensi pattuiti nel 2014 con l’allora presidente Anthony Armstrong-Emery. Significa che, oltre all’intero ammontare degli stipendi della prossima stagione, ha rinunciato al 60% degli emolumenti che avrebbe dovuto ricevere per il lavoro prestato in questa stagione. Naturalmente la risoluzione del suo contratto ha come effetto una sensibile riduzione del debito sportivo della società, dal momento che il suo stipendio era di 180mila euro netti l’anno. Dunque il debito sportivo al 30 giugno, quantificato in 2 milioni e 408.624,49 euro, dovrebbe essersi abbassato di circa 200mila euro. Il sodalizio ha naturalmente ringraziato Pea “per il lavoro svolto in questo campionato, vissuto da tutti tra mille difficoltà ma terminato con la salvezza sul campo”.

calcio-monza-nicosia-brugnoni-mbInvece la salvezza in segreteria, per usare un termine caro a Josè Mourinho, è un percorso in forte salita, anche perché le aule decisionali saranno almeno due: quella del Tribunale civile di Monza e quella del Tribunale federale nazionale della Figc.
Presso il Tribunale civile si terrà una vendita senza incanto dell’intero complesso aziendale dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912 Spa. La prima data fissata è quella di lunedì prossimo alle ore 11, alle quali eventualmente ne seguiranno altre due (mercoledì alle 15.30 e venerdì alle 11) se non si dovesse presentare alcun acquirente nell’aula della Sezione fallimentare al civico 5 di via Vittorio Emanuele II. I tre prezzi a base d’asta sono stati fissati in 624mila euro, in 468mila euro (ribasso di un quarto) e in 351mila euro (ulteriore ribasso di un terzo). A ogni asta il rilancio minimo sarà di 20mila euro. Ricordiamo, però, che per non comprare una “scatola inutile” l’eventuale aggiudicatario del “lotto unico” dovrà pagare l’intero ammontare del debito sportivo prima dell’iscrizione al campionato 2015/16 o dovrà garantirlo con una fideiussione bancaria a prima richiesta. Altrimenti sarà già bello se gli verrà consentita l’iscrizione al campionato di Terza Categoria… Da quei 2 milioni e 408.624,49 euro di debito sportivo si potranno scalare i 600mila euro della fideiussione depositata in Lega Pro per l’iscrizione all’ultimo campionato disputato.

Insomma, viene da chiedersi chi abbia davvero intenzione di salvare “il soldato Monza”, rimasto intrappolato nelle sabbie mobili dei debiti e sotto tiro da parte dei cecchini della Procura federale, che stanno preparando i deferimenti per l’ennesimo scandalo riguardante le scommesse. Nelle scorse settimane sono circolati un sacco di nomi per un sacco di cordate. Ebbene, siamo andati a chiedere a qualcuno di questi di ammettere o smentire i rumors e il quadro che ne è saltato fuori è di assoluto interesse.

inveruno-seregno-coppa italiaIniziamo da Paolo Leonardo Di Nunno, titolare della Elettronica Video Games di Cormano e presidente del 1913 Seregno di Serie D: “Sono interessato a una squadra di calcio a Monza, ma non ad acquisire all’asta il Monza Brianza 1912. È troppo conciato, sia per i debiti che per i punti di penalizzazione che gli verranno inflitti… Non ho intenzione di tirar fuori tutti quei soldi per casini fatti dagli altri. Però farò di tutto per mantenere il calcio di livello nazionale a Monza. Io ho due piani: uno è quello di aspettare l’esito delle aste ed eventualmente, in caso di perdita del titolo sportivo di Divisione Unica, di presentare richiesta al sindaco di attribuzione del titolo sportivo di Serie D qualora il presidente della Figc, d’intesa con il presidente della Lega nazionale dilettanti, consentisse a una grande città come Monza l’iscrizione in soprannumero alla quarta serie, così come avvenuto ad esempio a Padova un anno fa; l’alternativa è l’acquisizione di una piccola società di Monza, con i cui dirigenti sto già trattando, per procedere poi alla fusione col 1913 Seregno; il bacino del capoluogo è certamente più importante di quello dove opero ora, nel quale ormai sono rimasti solo 100 vecchietti che vengono a vedere le partite da una vita; dunque il mio progetto è quello di creare la S.M. Brianza, che giocherebbe con maglie biancorossoazzurre, unendo dunque i colori delle squadre storiche delle due città; il centro sportivo Monzello diventerebbe il quartier generale, ma le partite delle giovanili le farei disputare a Seregno”.

davide erbaPer la cordata messa in piedi dai cugini Nicola e Riccardo Colombo, che fanno capo alla Cogefin di Bellusco (Nicola è il figlio di Felice, presidente del Milan dal 1977 al 1980), e di cui farebbe parte Michele Giambelli della Giambelli, azienda di Cascina Morosina fondata dal padre Valentino, presidente del Monza dal 1980 al 1999, abbiamo sentito Davide Erba, titolare della Stonex Europe di Lissone e presidente della Fiammamonza (calcio femminile) dal 2011 al 2013. Secondo le nostre più recenti informazioni la cordata ha perso vigore nelle ultime settimane per via delle vicissitudini interne a Confindustria Monza e Brianza, “madrina” della stessa. I Colombo sarebbero rimasti soli o quasi ed Erba non sarebbe più disponibile a sponsorizzare la squadra con mezzo milione di euro. Pettegolezzi? “Mi spiace ma non sono interessato al Monza – ha commentato Erba – Mi interessa il destino della società, ma in questo momento non sono nelle condizioni di impegnarmi. Una sponsorizzazione? In futuro potrò valutare la cosa se ci sarà un progetto credibile da sostenere”. Ciò nonostante sembra che i Colombo si stiano impegnando molto per portare a casa il risultato, però non è chiaro se si presenteranno alla vendita senza incanto o, in caso di asta deserta, dal sindaco per l’attribuzione del titolo sportivo di Serie D o Eccellenza da parte del presidente della Figc.

Un altro nome gettonato nei mesi scorsi è stato quello dell’imprenditore multitasking Pierluigi Brivio, fino al 2005 socio del Gruppo Il Gigante, leader nella grande distribuzione. Inizialmente in squadra con Mario Rocca, presidente di Cave Rocca (calcestruzzi), e Davide Lucianò, titolare di CMB Immobiliare, attraverso degli intermediari si era poi cercato di coinvolgerlo nel progetto del famigerato imprenditore vitivinicolo padovano (con attività nel trevigiano), che in realtà ha come “core business” un’azienda meccanica fornitrice di prodotti per l’estrazione petrolifera. Solo che quest’ultimo, stufo di aspettare un fallimento che non arrivava mai, ha preferito investire i suoi utili in un’altra sua grande passione, quella dei cavalli, acquistando un importante maneggio. E Brivio? “Se qualcuno vuole organizzare un rilancio di Monza dal punto di vista sportivo, io sono in grado di sviluppare una sinergia integrata produttrice di abbondanza – ci ha detto al telefono – Insomma, sono disponibile a dare un aiuto a chi ha voglia di dirigere una società di calcio”. In pratica l’imprenditore milanese di famiglia brianzola non è assolutamente disposto a salvare il Monza Brianza 1912, ma sarebbe disponibile a guidare la parte amministrativa di una nuova società basata su valori fortemente improntati all’etica e alla solidarietà.

Un’altra cordata che è in pieno fermento è quella italo-svizzera composta da FGR Impresa Generale (asset management), dal Gruppo Persichetti (costruzioni) e da Angelo Narducci di Prisma Costruzioni e che ingaggerebbe come allenatore l’ex giocatore di Bari, Juventus, Barcellona e Milan, nonché campione del mondo con la Nazionale, Gianluca Zambrotta. Il loro interesse verte molto sulla valorizzazione del Monzello e dello stadio Brianteo.
Curiosamente c’è un altro soggetto svizzero in corsa: una società ticinese già presente sul nostro territorio. Poi si è interessata al Monza anche una cordata di “professionisti” nell’acquisto di club calcistici all’asta nonché un uomo d’affari pachistano.
Non va poi dimenticata la cordata formata da Massimo Meoni, contitolare di Emmecom, società di Cologno Monzese leader nel settore dei soffianti, aspiratori e compressori, e presidente della sezione calcio del CGB Brugherio (Prima Categoria), Matteo Rocca, contitolare dell’enoteca Angelo Rocca & Figli di Agrate Brianza e consigliere della Speranza Agrate, compagine neopromossa in Promozione, e un terzo socio.

seregno-prosesto-2013E i russi di cui si parlava? Secondo voci incontrollate sarebbero i finanziatori di una vecchia conoscenza del calcio monzese: Salvatore Zangari. L’ex socio di minoranza quando a comandare era il duo olandese formato da Clarence Seedorf e Jan Lagendijk, limitatamente al periodo 2009-2011, dopo l’esperienza da socio di minoranza del Lecco, si era tuffato anima e corpo nel progetto di rifondazione della fallita Pro Sesto. Proprio l’altroieri si è però dimesso da presidente del club biancoceleste. Torna al Monza da numero 1? “Non ho ancora valutato questa possibilità” è la sua prima risposta. Dopo uno sfogo di delusione per i tre anni trascorsi da presidente della Pro Sesto (“Se tornassi indietro sicuramente non la prenderei più”) il monzese d’adozione Zangari ha ammesso che si è già mosso per un possibile acquisto degli asset del Monza Brianza 1912: “Ci sto pensando, sto valutando le possibilità. Tra l’altro mi hanno chiamato esponenti di altre due cordate interessate per coinvolgermi nelle loro. La cosa mi intriga tanto per chi come me è stato ‘sparlato’ dopo quanto avvenuto nella mia prima esperienza in biancorosso. Spero comunque che qualcuno si presenti all’asta, anche se non dovessi esserci io. Certo, tra una cosa e l’altra, per la prima stagione bisognerebbe mettere sul piatto 4 milioni di euro…”. Poi fa un po’ di conti al telefono e si capisce che nella sua cordata sono tra i 4 e i 6 soggetti… I famigerati immobiliaristi russi stanno con lei? “È vero che ho amici in Russia ma operano nel mio settore, quello dell’Information Technology, e non sono interessati al calcio”. A che asta si presenterebbe? “Alla terza naturalmente”. E se non si presenta getta la spugna? “No. Valuterei ancora la possibilità di chiedere al sindaco l’attribuzione del titolo sportivo di Serie D o Eccellenza da parte del presidente della Figc”.

calcio-monza-2015-2Chi sa come fare a prendere il Monza all’asta è Giovanni Battista Begnini, fondatore del Monza Brianza 1912 quando nel 2004 acquisì gli asset dal fallito Monza. Cosa si prova a vedere morire la propria creatura dopo soli 11 anni di vita? “Mi sono cascate le braccia e tutto il resto – risponde con la sua solita simpatia l’imprenditore bergamasco – Al Monza ho trascorso 5 anni ricchi di cose belle e anche di cose brutte. Ho cercato di mettere in sesto una società che meritava di più della Serie C2. Siamo stati sfortunati a non andare in Serie B… Abbiamo fatto sforzi economici importanti, creando un bel movimento attorno al club e dentro di esso, perché anche il settore giovanile era un gioiellino. Qualcuno alla fine non ha capito i sacrifici che sono stati fatti per il Monza da parte della mia famiglia. Le sconfitte nelle due finali play-off sono state botte morali anche per me, non solo per i tifosi”. Dopo di lei è arrivato Seedorf con i suoi soci: dal punto di vista finanziario è stato l’inizio della fine… “Mi è dispiaciuto per Seedorf perché nel Monza ha buttato tanti soldi. Io però gli avevo detto che un conto è giocare bene a calcio e un conto è essere un bravo dirigente…”. E adesso che cosa si può fare? “È una vergogna che una Provincia come quella di Monza non abbia imprenditori che escano allo scoperto. Io ho fatto di tutto per coinvolgerli nella società ma non c’è stato verso di far cambiare loro atteggiamento… Mi spiace che sia finita così anche perché il Monza potrebbe stare in Serie B se si facessero le cose bene, facendo crescere i giovani al Monzello. Purtroppo all’asta non lo prenderà nessuno a parer mio, se non un pazzo. Noi nel 2004 avevamo pagato 800mila euro all’asta più 150mila euro di debito sportivo. Adesso il debito sportivo è davvero troppo alto…”.

Oltre ai circa 2 milioni e 400mila euro di debito sportivo, calcolati prima della risoluzione del contratto con Pea, il Monza avrebbe altrettanti debiti verso i fornitori e le banche. Questi ultimi, all’incirca mezzo milione di euro, li sta pagando a rate proprio Seedorf, in base a un accordo stipulato con Armstrong-Emery al momento della cessione della società nel 2013.

polizia-fermo-ulizioCambiando argomento, e tornando a quello dell’inchiesta Dirty Soccer sulle scommesse, l’ex direttore generale del Monza, Mauro Ulizio, che era ai domiciliari, è stato nuovamente arrestato ieri, assieme ad altre 16 persone, su provvedimento emesso dal Giudice per le indagini preliminari di Catanzaro. Il Gip del Tribunale calabrese ha ritenuto di confermare il quadro investigativo prospettato in sede di emissione di fermi riguardo all’esistenza di due distinte organizzazioni criminali attive nelle combine di numerosi incontri di calcio dei campionati di Serie D e Divisione Unica.