Ac Monza, terza asta fallimentare deserta. Alla quarta ci sarà solo il pachistano?

19 giugno 2015 | 17:29
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Ac Monza, terza asta fallimentare deserta. Alla quarta ci sarà solo il pachistano?

Pure la terza vendita senza incanto dell’intero complesso aziendale dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912 è andata deserta. Ma il giudice delegato e i curatori fallimentari hanno deciso di procedere con una ulteriore asta.

Pure la terza vendita senza incanto dell’intero complesso aziendale dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912 è andata deserta. Ma il giudice delegato e i curatori fallimentari hanno deciso di procedere con una ulteriore asta.

Stamattina era in calendario presso la Sezione fallimentare del Tribunale civile di Monza la vendita senza incanto del lotto unico dell’Ac Monza Brianza 1912 composto da: “diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, struttura ed organizzazione settore giovanile, immobilizzazioni materiali, indumenti, targhe, trofei, marchi sociali”. Il prezzo a base d’asta era di 351mila euro, dunque ribassato di un ulteriore terzo rispetto alla seconda dell’altroieri, già ribassato di un quarto rispetto alla prima di lunedì scorso, ma per ottenere l’iscrizione della squadra al campionato i potenziali acquirenti avrebbero dovuto pagare l’intero ammontare del debito sportivo o avrebbero dovuto garantirlo con una fideiussione bancaria a prima richiesta. Si tratta di 2 milioni e 408.624,49 euro dai quali però vanno scalati i 600mila euro della fideiussione depositata un anno fa in Lega Pro per l’iscrizione all’ultimo campionato disputato.

calcio-monza-tribunale-colombo-oggioni-nicosia-pasini-mbI concorrenti avrebbero dovuto depositare presso la Cancelleria della Sezione fallimentare del Tribunale di Monza una busta chiusa contenente la propria offerta entro le ore 10.30. Ma alle 11, nell’aula al civico 5 di via Vittorio Emanuele II, il giudice delegato Giovanni Battista Nardecchia si è chiuso assieme ai soli curatori fallimentari Giuseppe Nicosia ed Elisabetta Brugnoni. Dopo alcuni minuti di confronto Nicosia e Brugnoni sono usciti dalla stanza e davanti a una quarantina di persone di pubblico hanno annunciato: “Non è stata depositata alcuna busta. Col giudice delegato abbiamo però stabilito che si terrà una quarta vendita senza incanto lunedì prossimo alle 15. Il prezzo a base d’asta sarà di 100mila euro. Il rilancio minimo sarà di 10mila euro anziché 20mila. Le buste contenenti le offerte dovranno essere depositate entro le 14.30”.

I due curatori hanno quindi aggiornato sulla situazione. “Il debito sportivo è stato alleggerito di molto grazie all’accordo raggiunto con quasi tutti i creditori (una cinquantina su circa 60, ndr). Attualmente, grazie alla fideiussione da 600mila euro, percepirebbero dal fallimento circa il 20% degli emolumenti arretrati non pagati (si tratta dello stipendio di settembre e di quelli successivi fino a quello del mese corrente compreso, ndr). Grazie all’accordo la maggior parte di loro si accontenterebbe del 50% della parte mancante (gli altri addirittura di cifre inferiori, ndr): dunque tra emolumenti di luglio percepiti, quota della fideiussione e transazione col Fallimento arriverebbero alla fine a portare a casa circa il 75% di quanto era stabilito dai contratti. Pertanto, se qualcuno fosse interessato a rilevare gli asset del Monza, e successivamente il titolo sportivo di Divisione Unica alla Federcalcio, deve sapere che ormai il debito sportivo si è ridotto a 827mila euro. Quello calcolato nei giorni precedenti la pubblicazione dell’ordinanza di vendita, cioè di 2 milioni e 408.624,49 euro, era alto, effettivamente disincentivante per i potenziali acquirenti, ma quello attuale è abbordabile per una società di Lega Pro. Noi abbiamo rivolto un appello agli imprenditori del territorio, ma non abbiamo ottenuto riscontri. Purtroppo dopo giovedì prossimo diventerà impossibile fare in tempo a iscrivere la squadra al campionato professionistico di competenza. Se anche la quarta asta andasse deserta ci riuniremmo nuovamente col giudice delegato per decidere il da farsi (in quel caso è scontata la perdita anche degli asset, oltre che del titolo sportivo, cioè del Monza attuale non rimarrebbe niente, ndr)”.

Oltre ai tre soggetti che nelle scorse settimane si erano interessati alla vendita senza incanto della società fallita, si era fatto avanti con voi qualcun altro negli ultimi due giorni? “Si era presentato l’altroieri un quarto professionista per conto di un potenziale acquirente, ma solo uno dei quattro ha davvero visionato tutta la documentazione importante”.

I punti di penalizzazione che saranno certamente inflitti alla squadra per i mancati pagamenti degli stipendi entro il termine dello scorso 16 aprile e il rischio di pesanti sanzioni relativamente all’inchiesta sul calcioscommesse ritenete che abbiano pesato sul cattivo esito delle aste? “Sicuramente hanno rappresentato un aspetto negativo del bene da rilevare”.

calcio-monza-tribunale-pubblico-mbInsomma, la delusione tra i dipendenti del club e i tifosi è stata molta, anche perché erano circolate il giorno prima alcune voci che davano per certa la presentazione di due offerte. Una da parte della cordata guidata dai cugini Nicola e Riccardo Colombo, che fanno capo alla Cogefin di Bellusco (Nicola è il figlio di Felice, presidente del Milan dal 1977 al 1980). L’altra da parte del quarto soggetto, il 52enne pachistano (con passaporto spagnolo) Abdul Kadir Sheikh. Cresciuto in Germania, è azionista di maggioranza di Expert Grecia e importatore di stock di IPhone direttamente dalla California. Inquieta il fatto che abbia tentato di acquistare, sempre senza riuscirci, nell’ordine: il Maiorca lo scorso luglio, il Real Saragozza ad agosto, il Varese a settembre, la Pro Vercelli a novembre e il Brescia a dicembre. In molti casi l’uomo d’affari asiatico non avrebbe presentato adeguate garanzie finanziarie, altre volte si sarebbe dileguato al momento di doverle fornire. A portare l’imprenditore pachistano a Monza potrebbe essere stato l’ex giocatore biancorosso, e attuale presidente del Lecco, Evaristo Beccalossi, che oltre a essere presente di recente allo stadio Brianteo è suo amico. Comunque Abdul Kadir Sheikh stamattina si è presentato in Tribunale abbondantemente prima dell’orario dell’asta e ha consegnato ai curatori un’offerta informale di 10mila euro per gli asset del Monza. La quarta vendita senza incanto dovrebbe dunque essere stata spostata dalle 10 alle 15 di lunedì per permettere a lui e a eventuali altri potenziali acquirenti di fare in tempo, nella mattinata, a depositare la domanda di affiliazione della nuova società presso la Figc.
Non si hanno notizie, invece, dei Colombo, così come della cordata italo-svizzera di Arrigo Persichetti e Angelo Narducci e di quella del Canton Ticino rappresentata dal direttore generale del Genoa, Nicola Bignotti, ex direttore sportivo del Bellinzona ed ex d.g. del Lugano.

Ci sono intanto novità sul fronte dello stadio Brianteo e del centro sportivo Monzello. La prima è che Acsm-Agam ed Enel hanno ripristinato ieri mattina l’erogazione rispettivamente di gas ed elettricità, interrotta nelle due strutture comunali a causa del mancato pagamento di numerose bollette.
La seconda è che lo scorso 9 giugno, dunque in pieno esercizio provvisorio, la Giunta ha revocato la concessione dei due impianti al Fallito Monza Brianza 1912, avendo “preso atto del reiterato inadempimento della società, relativo al mancato pagamento del debito pregresso residuo di 16.480 euro, oltre agli interessi legali”. La Giunta ha anche “provveduto all’avvio dell’iter legale per il recupero coattivo della somma” e ha dato “atto che le opere in conto canone non riconosciute, per un importo complessivo di 279.665,33 euro più Iva, dovranno essere corrisposte in moneta”.
Ricordiamo che la concessione era in scadenza il prossimo 30 giugno e sottolineiamo che ai curatori fallimentari sono stati concessi i “tempi tecnici necessari allo sgombero dei locali”.