La vita dell’Ac Monza dipende da Abdul Kadir Sheikh. Sfumata cessione ai cinesi

24 giugno 2015 | 00:05
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La vita dell’Ac Monza dipende da Abdul Kadir Sheikh. Sfumata cessione ai cinesi

Le speranze dei dipendenti e dei tifosi del Monza sono legate al pachistano Abdul Kadir Sheikh. Solo lui è rimasto in corsa per acquistare all’asta fallimentare l’intero complesso aziendale della società di calcio cittadina.

Le speranze dei dipendenti e dei tifosi del Monza sono legate al pachistano Abdul Kadir Sheikh. Solo lui è rimasto in corsa per acquistare all’asta fallimentare l’intero complesso aziendale della società di calcio cittadina.

Oggi è stata una giornata convulsa per i curatori fallimentari Giuseppe Nicosia ed Elisabetta Brugnoni. Tante telefonate e due appuntamenti importanti alla vigilia della quinta e forse ultima vendita senza incanto del lotto unico dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912 composto da: “diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, struttura ed organizzazione settore giovanile, immobilizzazioni materiali, indumenti, targhe, trofei, marchi sociali”. Domani alle ore 15 al Tribunale civile di Monza si apriranno le eventuali buste depositate dai potenziali acquirenti entro le 13 presso lo Studio professionale Giuseppe Nicosia sito a Sesto San Giovanni in via Alessandro Volta 24, in quanto a Monza la Cancelleria della Sezione fallimentare del Tribunale sarà chiusa per la festa patronale. Il prezzo a base d’asta è ancora di 100mila euro, ma non è più obbligatorio aver depositato la domanda di affiliazione alla Figc. Ricordiamo che per ottenere l’iscrizione della squadra al campionato bisogna anche pagare praticamente subito l’intero ammontare del debito sportivo pari a 1 milione e 457.510,14 euro al lordo della fideiussione di 600mila euro già depositata in Lega Pro ed escussa.

calcio-monza-kadir-sheikh-mbDiciamo subito che a meno di clamorosi colpi di scena anche domani non verranno depositate buste. La decisione del giudice delegato Giovanni Battista Nardecchia, di concerto coi due curatori fallimentari, di “staccare definitivamente la spina” alla storia professionistica del calcio a Monza o di ordinare una sesta e ultima asta per la mattinata successiva dipenderà dal comportamento del 52enne uomo d’affari asiatico, azionista di maggioranza di Expert Grecia e importatore di stock di IPhone direttamente dalla California. Abdul Kadir Sheikh venerdì scorso aveva consegnato ai curatori un’offerta informale di 10mila euro per gli asset del Monza. Fermo sulle sue posizioni non aveva partecipato all’asta di ieri. Dopodiché aveva ottenuto di incontrare oggi alle 15.30 i curatori presso lo Studio legale Luigi Peronetti, uno dei più famosi avvocati della città. Arrivato a bordo di una BMW guidata dal suo assistente, l’imprenditore pachistano è rimasto a colloquio poco più di mezzora. All’uscita gli abbiamo chiesto com’è andato l’incontro ma prima ha indicato col dito che non avrebbe parlato e poi, dietro nostra insistenza, ha abbassato il finestrino e ha biascicato un “bene, bene” nel suo stentato italiano. In realtà l’incontro è andato male. Innanzitutto, tra lo stupore generale, ha dichiarato di non aver costituito ancora la società a responsabilità limitata o società per azioni con sede legale a Monza e con la denominazione sociale contenente la parola Monza. Poi, proprio per il ritardo accusato nella sua corsa verso la proprietà del club calcistico cittadino, ha chiesto ai curatori di ordinare un’altra asta per la giornata di dopodomani. Questi, dopo aver ricevuto il benestare da parte del giudice delegato, gli hanno risposto positivamente ma a patto che lui effettui un bonifico sul conto della procedura fallimentare di 100mila euro entro domani alle 15. Al momento si è rifiutato dichiarando di non avere così tanto denaro disponibile in così poche ore. Nel tardo pomeriggio, però, ha comunicato ai curatori di voler procedere con l’operazione di acquisto di quel che resta dell’Ac Monza Brianza 1912. Considerando i tempi della burocrazia, e la volubilità del personaggio, è difficile che già domani presenti un’offerta regolare in busta chiusa. La speranza dei dipendenti e di una parte dei tifosi è che almeno depositi la cauzione in modo da convincere Nardecchia, Nicosia e Brugnoni a ordinare una sesta asta per la mattinata successiva.

calcio-monza-abdul-kadir-sheikh-mbCome scritto sopra, non ci saranno altre proposte d’acquisto a meno di miracoli. Una grande speranza era stata riposta nell’incontro avvenuto oggi alle 17 nello Studio professionale Giuseppe Nicosia tra i curatori e i rappresentanti di una cordata cinese guidata da una società operante nella grande distribuzione a Milano e dintorni. Secondo indiscrezioni il gruppo era affidabile e ben disposto a investire nel calcio a Monza, ma una volta compresi i termini dell’ordinanza non ha potuto fare altro che tirarsi indietro perché ormai troppo in ritardo sulla tabella di marcia degli adempimenti burocratici. Insomma, con solo qualche giorno in più di tempo ci sarebbe stata la concreta possibilità di vedere un Monza “made in China” come il Pavia che ha sfiorato la promozione in Serie B. Se solo il fallimento fosse stato sentenziato tre mesi prima come tutti si aspettavano…

La cordata di cui fa parte Salvatore Zangari ha annunciato che non presenterà buste nemmeno all’asta di domani. L’ex socio di minoranza del Monza Brianza 1912 quando a comandare era il duo olandese formato da Clarence Seedorf e Jan Lagendijk, limitatamente al periodo 2009-2011, è alleato di un monzese, un brianzolo e un milanese. “Mancano i presupposti per un’operazione di salvataggio – ha affermato – Se uno rileva gli asset del Monza, dopo aver sborsato il milione circa di euro e aver depositato una fideiussione di 400mila euro, si ritrova a dover affrontare dei costi fissi esagerati per la categoria (direi che il 70% di questi è assolutamente inutile), a tenersi dei giocatori indesiderati e a versare al Comune uno sproposito per la gestione dello stadio Brianteo e del centro sportivo Monzello. Per tutti questi motivi il socio di riferimento della cordata ha deciso di non presentarsi all’asta e di proporre una trattativa privata”. Perché bisognerebbe pagare al Comune uno sproposito se attualmente non esiste una concessione? “Perché abbiamo sondato il terreno in Municipio e abbiamo capito che l’Amministrazione ha intenzione di recuperare in qualche modo con la nuova concessione i circa 400mila euro di crediti con la proprietà fallita che ormai ha perso”.
Riguardo ai costi fissi esagerati per la categoria, immaginiamo che Zangari si riferisca al milione e 300mila euro necessario per mandare avanti il “carrozzone” del Monzello per il prossimo anno. Secondo i beninformati 800mila euro di questi servirebbero esclusivamente per pagare gli stipendi dei soli sette giocatori che il Monza si ritroverebbe in rosa il prossimo 1 luglio: Gilberto Martinez, Dario D’Ambrosio, Omar Torri, Daniele Grandi, Matteo Pessina, Giovanni Terrani e Roberto Candido (gli ultimi due di ritorno dal prestito alla Pro Patria). In realtà gli stipendi pesantissimi sono solo tre, cioè quelli di Martinez, D’Ambrosio e Torri.

calcio-monza-brugnoni-nicosia-mbCosì come si è scoperto chi era il pachistano, ieri si è scoperto anche chi guida la cordata di “professionisti” nell’acquisto di club calcistici all’asta da noi citata nel servizio pubblicato lo scorso 13 giugno. Si tratta del romano Piero Santarelli, imprenditore multitasking già presidente del Messina e in passato aspirante proprietario del Modena, del Ravenna, della Reggiana, dell’Arezzo, del Perugia, della Spal e della Sambenedettese. Anche per quanto riguarda il Monza resterà aspirante dal momento che, come la cordata di cui fa parte Zangari, domani non si presenterà all’asta e proporrà alla curatela una trattativa privata.Peccato per loro che Brugnoni ha escluso categoricamente che ci sarà: “In caso di asta, o aste se ce ne sarà una anche dopodomani, deserte col giudice delegato abbiamo stabilito che non si procederà oltre nei tentativi di salvare gli asset della società anche perché non ci sarebbe più tempo per iscrivere la squadra al campionato di Divisione Unica. È possibile che sarà ordinata un’altra vendita senza incanto, ma solo per i marchi dell’Ac Monza Brianza 1912”.
A proposito di marchi, chi ha dichiarato il proprio interesse a rilevarli è Paolo Leonardo Di Nunno, titolare della Elettronica Video Games di Cormano e presidente del 1913 Seregno di Serie D. Che abbia deciso di lasciar perdere l’idea della fusione tra biancorossi e azzurri per puntare invece semplicemente a trasferire il titolo sportivo di Serie D da Seregno a Monza?

Tra poche ore ne sapremo di più. Alla finestra restano i cugini Nicola e Riccardo Colombo, che fanno capo alla Cogefin di Bellusco (Nicola è il figlio di Felice, presidente del Milan dal 1977 al 1980), interessati a prendere il Monza dalle mani del sindaco qualora le aste andassero tutte deserte e il presidente della Figc, d’intesa con il presidente della Lega nazionale dilettanti, consentisse a una grande città come Monza l’iscrizione in soprannumero alla Serie D o all’Eccellenza. I Colombo hanno provato nei mesi scorsi a formare una cordata per salvare gli asset e il titolo sportivo del club ultracentenario, ma si sono ritrovati soli, terribilmente soli in una potente realtà imprenditoriale come quella brianzola.