Ac Monza, ci sarà un’altra asta per marchi e trofei. Colombo nuovo presidente?

1 luglio 2015 | 18:48
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Ac Monza, ci sarà un’altra asta per marchi e trofei. Colombo nuovo presidente?

Un’altra asta fallimentare per vendere i mobili, le attrezzature, i trofei e i marchi dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912, fallita lo scorso 27 maggio. L’ha ordinata il giudice delegato d’accordo coi curatori fallimentari

Un’altra asta fallimentare per vendere i mobili, le attrezzature, i trofei e i marchi dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912, fallita lo scorso 27 maggio. L’ha ordinata il giudice delegato Giovanni Battista Nardecchia d’accordo coi curatori fallimentari Giuseppe Nicosia ed Elisabetta Brugnoni.

Il lotto unico composto per la precisione dai macchinari, dalle attrezzature varie e da quelle sportive, dagli automezzi, dalle macchine d’ufficio elettriche ed elettroniche, dai mobili ed arredi e dal marchio “Associazione Calcio Monza Brianza 1912” era stato già messo in vendita lunedì scorso, ma nessuno aveva mostrato interesse depositando la busta dell’offerta presso la Cancelleria della Sezione fallimentare del Tribunale. Il prezzo a base d’asta era di 150mila euro, ma l’aggiudicazione delle “spoglie” del Monza avrebbe consentito di partire da una posizione di vantaggio nella sorta di bando che l’Amministrazione comunale dovrebbe indire per ottenere dal presidente della Figc, d’intesa con il presidente della Lega nazionale dilettanti, l’iscrizione in soprannumero di una società di Monza o alla Serie D o all’Eccellenza. Ricordiamo che nessuno aveva presentato offerte già in occasione delle cinque aste fallimentari per la vendita dell’intero complesso aziendale, fatto che causerà nelle prossime settimane la radiazione del club.

calcio-monza-nicosia-brugnoni-mbLunedì pomeriggio il giudice delegato e la curatela fallimentare avevano stabilito che non sarebbe stata emessa alcuna nuova ordinanza di vendita, a meno che entro ieri sera non arrivava o in Cancelleria o presso un fiduciario un’offerta con assegno circolare per l’intero importo della base d’asta. Ebbene, entro ieri sera non è arrivato niente di concreto (solo assicurazioni verbali), ma Nardecchia, Nicosia e Brugnoni hanno comunque deciso di concedere un’altra mezza giornata ai potenziali acquirenti. Che stavolta hanno mantenuto l’impegno inviando l’assegno circolare richiesto al fiduciario Maurizio Oggioni, il commercialista che nel 2004 curò il fallimento del Calcio Monza assieme a Pino Sorrentino, traghettando gli asset e il titolo sportivo di Serie C2 all’Ac Monza Brianza 1912 della famiglia Begnini.

Stavolta una parte degli asset e il titolo sportivo di Divisione Unica (ex Serie C) sono andati persi. Resta in piedi il tentativo di iscrivere un nuovo Monza in Serie D o almeno in Eccellenza. Intanto il giudice delegato e la curatela fallimentare hanno ordinato un nuovo esperimento di vendita per il compendio mobiliare e per il compendio immateriale, che si terrà domani alle ore 15.30 presso il Tribunale civile. Il prezzo a base d’asta sarà di soli 50mila euro. Il rilancio minimo sarà di 5mila euro. Le offerte di acquisto dovranno essere depositate presso la Cancelleria della Sezione fallimentare del Tribunale di Monza entro le 15.

davide erbaI potenziali acquirenti sono la famiglia Colombo (il forziere di famiglia è la Cogefin di Bellusco), guidata da Nicola, figlio di Felice, presidente del Milan dal 1977 al 1980 e sponsor del Monza a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 con i marchi Philco e Zincol Lombarda, e un socio che attualmente “vale” all’incirca il 10-11% della nuova società. Gli altri due soci della cordata, Davide Erba, titolare della Stonex Europe di Lissone e presidente della Fiammamonza 1970 (calcio femminile) dal 2011 al 2013, e un imprenditore della provincia di Lecco, si sono invece sfilati improvvisamente lunedì mattina. Nelle prossime ore, però, potrebbe unirsi al duo un altro soggetto brianzolo da alcuni anni presente nel mondo del calcio. Secondo indiscrezioni il budget di partenza sarebbe limitato e si cercherebbe di ovviare alle carenze finanziarie con le competenze tecnico-gestionali. La scelta dei giocatori da ingaggiare dovrebbe essere affidata a Roberto Antonelli, 62 anni, attaccante cresciuto nel Monza, dove ha militato in tre periodi della sua carriera mettendo a segno complessivamente 19 gol in 110 presenze in prima squadra e dove è tornato anche da allenatore per due volte. “Dustin” ha appena finito di svolgere la mansione di osservatore per il Genoa.

calcio-monza-fraschini-pessina-brugnoni-mbNaturalmente la cordata ha il beneplacito del sindaco Roberto Scanagatti, che è in continuo contatto con gli “stakeholders” del progetto di rinascita del pluricentenario Calcio Monza. Tra i commercialisti che si stanno occupando dell’operazione figura Fabio Pessina, ex sindaco del club di via Ragazzi del ‘99 e padre di Matteo, il 18enne “gioiellino” della prima squadra che l’altroieri, cioè il giorno prima che si svincolasse d’ufficio, la curatela fallimentare ha accettato di vendere al Milan per 20mila euro. Una società sana avrebbe potuto incassare dalla sua cessione almeno 400-500mila euro…

Se tutto andrà come da intenzioni, dopo l’asta di domani il sindaco non indirà alcun bando e invierà una comunicazione di “gradimento” dell’Amministrazione comunale verso il nascente club calcistico, il quale si dovrà fare carico di presentare in Figc la domanda per ottenere dal presidente Carlo Tavecchio, d’intesa con il reggente vicario della Lega nazionale dilettanti, Antonio Cosentino, l’iscrizione in soprannumero alla Serie D in base al comma 10 dell’articolo 52 delle Norme organizzative interne della Figc: “In caso di non ammissione al campionato di Serie A, Serie B e di Divisione Unica-Lega Pro il presidente federale, d’intesa con il presidente della Lega nazionale dilettanti, potrà consentire alla città della società non ammessa di partecipare con una propria società ad un campionato della Lnd, anche in soprannumero, purché la stessa società adempia alle prescrizioni previste dal singolo Comitato per l’iscrizione al campionato. Qualora fosse consentita la partecipazione al campionato Interregionale o al campionato regionale di Eccellenza, la società dovrà versare un contributo alla Figc nel primo caso non inferiore ad euro 300mila e nel secondo caso non inferiore ad euro 100mila. È facoltà del presidente, d’intesa con i vicepresidenti della Figc, con il presidente della Lega dilettanti e con i presidenti delle componenti tecniche stabilire un contributo superiore al predetto minimo”.

Ne approfittiamo per chiarire che, a differenza di quanto sostenuto in maniera concitata al telefono da qualche amministratore della cosa pubblica particolarmente nervoso per la situazione, per giocare in Serie D o in Eccellenza non basta che qualcuno si svegli domattina e versi alla Figc rispettivamente 300mila euro o 100mila euro a fondo perduto. Certe cose si possono fare forse, con le dovute proporzioni riguardo alle quote d’iscrizione, alle corse dei sacchi alla feste dell’oratorio o al gioco delle pignatte ai Festival dell’Unità…