Confindustria, il Tribunale rimette in gioco la fusione con Milano

I giudici hanno revocato la sospensiva dell’iter. La firma conclusiva è attesa nel giro di poche ore. Le imprese del fronte del no annunciano la fuoriuscita
Semaforo verde al processo di fusione fra Confindustria Monza e Brianza e Assolombarda Milano. Il tribunale di Monza ha revocato la sospensiva sull’iter avviato la scorsa primavera e bloccato da un ricorso presentato dal fronte del no, formato dalla quasi totalità del comitato della piccola industria, rappresentativo di circa 800 imprese, oltre a diverse grosse aziende storiche del territorio.
Andrea Dell’Orto, presidente di Confindustria Monza e primo sostenitore della fusione, dovrebbe mettere la parola fine all’operazione nel giro di pochi giorni, forse di ore, firmando davanti a un notaio la conclusione dell’iter, al termine del quale dovrebbe nascere una vera e propria associazione “corazzata”, frutto dell’unione dell’associazione più antica d’Italia (quella di Monza) con più iscritti (quella di Milano)
La sconfitta del ‘fronte del No’ provocherà però una frattura all’interno dell’ente brianzolo. Le piccole e medie imprese contrarie, alle quali dovrebbero aggiungersi anche alcune grandi realtà imprenditoriali, hanno annunciato la fuoriuscita dalla Confindustria locale.
“Purtroppo le cose non sono andate come ci aspettavamo – commenta Guido Locati, titolare delle omonime Officine ed esponente del fronte del No -. Immagino che a questo punto la direzione proceda spedita con la fusione. Noi continuiamo a non condividere questa linea e nei prossimi giorni prevedo una serie di recessioni e dimissioni”. Il fronte del no, infatti, avrebbe optato per una soluzione più soft. Per dirla con una metafora, alla fusione – matrimonio, avrebbe preferito una convivenza.
La fusione fra Monza e Milano è stata avanzata dal presidente Andrea Dell’Orto lo scorso inverno in ossequio alla riforma Pesenti (prevede di ridurre le sedi territoriali da 100 a 30 entro il 2017). Monza avrebbe i numeri per restare sola, ma secondo Dell’Orto e i vertici di via Petrarca la fusione con Milano porterebbe alla creazione dell’associazione più grande d’Italia con una nutrita serie di vantaggi: più potere nella giunta nazionale, più servizi alle imprese e più opportunità sui mercati.
Soddisfatte le reazioni di Dell’Orto. “E’ un risultato importante, per il quale mi sono impegnato in prima persona, che valorizzerà ancora di più i 113 anni di Confindustria Monza e Brianza e il futuro delle nostre imprese– ha dichiarato il presidente di Confindustria Monza -. La nostra autonomia non verrà cancellata. Tutte le nostre istanze verranno portate a un livello di rappresentanza più forte e incisivo a livello nazionale, comunitario ma soprattutto regionale. Saremo sempre sul territorio per garantire maggiori servizi alle imprese. La crescita delle nostre aziende e il potenziamento della loro capacità di internazionalizzarsi e innovare saranno, dunque, i benefici di questa aggregazione”.
Stessa lunghezza d’onda per Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda Milano. “Sono soddisfatto del positivo esito del procedimento. La nuova Associazione rappresenta un’innovazione istituzionale di grande portata – ha concluso Rocca -. I territori di Milano, Lodi, Monza e Brianza insieme producono il 54% del valore aggiunto, ossia più della metà della ricchezza della nostra Regione, e il 12% di quello italiano. La nuova realtà associativa rappresenterà, dunque, un modello che, mantenendo un forte legame con il territorio attraverso un’offerta più ampia di servizi alle nostre imprese, sarà in grado di giocare una partita globale”
Leggi qui le ragioni del sì e qui le ragioni del no.
Aggiornato alle 09,44 di martedì 30 settembre