Il web è libertà? Non durante il regime del generale Sainon, nel romanzo di Ritondale

8 ottobre 2015 | 00:06
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Il web è libertà? Non durante il regime del generale Sainon, nel romanzo di Ritondale

Foto, pensieri, esperienze, tutto oggi viene condiviso su internet e ci da la sensazione di essere liberi di poter dire e fare ciò che vogliamo. E se invece non fosse così? Tutto nel romanzo di Roberto Ritondale

Foto, pensieri, esperienze, tutto oggi viene condiviso su internet e ci da la sensazione di essere liberi di poter dire e fare ciò che vogliamo. E se invece non fosse così? Se fosse un modo per controllare la nostra vita, i rapporti e la società intera? Il dubbio, l’ipotesi, che davvero la nostra libertà sia a rischio, sono l’ingrediente primo del romanzo “distopico” di Roberto Ritondale, autore campano residente a Seregno e giornalista Ansa, che ha firmato il romanzo “sotto un cielo di carta” (edizioni Leone) in uscita il 9 ottobre.
“Il web – scrive Ritondale nelle sue avvincenti e quanto mai attuali pagine – si era rivelato un grande inganno, innanzitutto perché aveva promesso di avvicinare le persone e invece le aveva inesorabilmente allontanate. Quanto più crescevano i rapporti virtuali, tanto più diminuivano quelli reali. (…) Anche l’idea che tutti controllassero tutti, grazie a internet, era solo un imbroglio. La rete si era fatta ragnatela, intrappolando invece di liberare, con una ristretta élite che controllava la massa inconsapevole”.
Tutto il suo romanzo, ambientato nella “Grande Nazione del Nord”, si svolge nel regime del generale Sainon che, abolita la carta, impone l’uso di un tablet governativo affinché tutto sia tracciabile: dagli acquisti alle letture, dai sentimenti alla salute. A ribellarsi alla dittatura e all’ideologia del “controllismo”, sostenuta da slogan che sono degli ossimori, è l’ex cartolaio Odal Clean. Dopo una vita trascorsa tra libri, dispense e risme di fogli, Odal combatte a modo suo per riconquistare la libertà, grazie anche all’appoggio di altri “nostalgici” rivoluzionari. L’autore, che all’attivo numerose pubblicazioni ed una menzione speciale al premio Elsa Morante del 2003, racconta di aver scritto questo romanzo pensando soprattutto (ma non solo) ai ragazzi, che hanno sempre meno dimestichezza con la carta. “Il romanzo è un esplicito omaggio a tre grandi autori del genere distopico – prosegue Ritondale – non a caso la carta viene abolita dal regime “controllista” con il “Codice 2435”, ovvero la somma delle cifre presenti nei titoli di due famosi romanzi: “1984” (di George Orwell) e “Fahrenheit 451” (di Ray Bradbury). E il nome del protagonista, Odal, è l’anagramma delle prime quattro lettere del nome di Aldous Huxley (“Il mondo nuovo”).
L’amore per la carta è così riassunto in uno dei passaggi del romanzo: “Libri che non coinvolgono il tatto e l’olfatto, che libri sono? C’è una casa per tutto. L’Universo è la casa del mondo, l’anima è la casa delle coscienze vigili, il cielo è la casa naturale delle stelle, l’albero è la casa delle foglie, l’orchestra è la casa delle note, la libertà è la casa degli spiriti giusti. E la carta, soltanto la carta, è la casa naturale delle parole scritte”. Scrittore ambulante per autodefinizione, Roberto Ritondale presenterà “sotto un cielo di carta” domenica 11 ottobre alle 10.30, presso la Feltrinelli di Monza, insieme ad altri cinque autori. L’incontro “Dagli Appennini alle Alpi”, parlerà di emigrazione intellettuale attraverso le storie positive di sei autori che dal sud si sono trasferiti al nord Italia e, ovviamente, dei loro libri.