Caso Star: anche Regione Lombardia schierata in difesa dei posti lavoro

Anche il vicepresidente del consiglio di Regione Lombardia Fabrizio Cecchetti è intervenuto sulla questione Star.
Anche il vicepresidente del consiglio di Regione Lombardia Fabrizio Cecchetti è intervenuto sulla questione Star.
Al Pirellone i politici hanno chiesto che la situazione della multinazionale di Agrate venga monitorata e soprattutto vengano tutelati i 65 lavoratori interessati dai licenziamenti.
“Regione Lombardia intervenga immediatamente per trovare tutte le soluzioni possibili al fine di evitare i licenziamenti e salvaguardare i posti di lavoro – è quanto dichiara il vicepresidente Cecchetti in una interrogazione urgente – Si deve avviare ogni percorso utile per raggiungere un accordo aziendale che tuteli gli attuali livelli occupazionali anche attraverso un apposito tavolo di confronto con l’azenda” e, nella sciagurata ipotesi che ciò non avvenga, di “adottare ogni utile strumento per sostenere i lavoratori e le famiglie coinvolte dagli esuberi”.
L’allarme è arrivato dai sindacati dopo che da diversi anni si chiede una tutela maggiore per i lavoratori ancora presenti ad Agrate affinchè il sito rimanga vivo:
“In questo momento di crisi – ha caggiunto Cecchetti – un piano di rilancio aziendale deve avere come punto cardine la tutela dell’occupazione, magari chiedendo anche sacrifici ai dipendenti ma senza mettere in discussione il loro posto di lavoro. Non è tollerabile che gli errori gestionali commessi negli anni passati vengano scaricati sui lavoratori. L’azienda si difende dicendo che per ripartire è necessaria una lotta all’assenteismo, l’aumento della produttività e la riduzione del conflitto sindacale, ma sono convinto che per raggiungere questi obiettivi si possono trovare strade differenti ai licenziamenti”.
Primo obiettivo è scongiurare i licenziamenti: “La Regione – ha concluso il vicepresidente – sta seguendo molto da vicino la vicenda partecipando costantemente ai tavoli insediati presso il Ministero dello sviluppo economico. Ora serve un secco no a questo piano di licenziamenti da parte di tutte le istituzioni che devono trovare le modalità adatte per scongiurare gli esuberi e permettere all’azienda di rilanciarsi sul mercato”.