Monza, Open Village fermo al palo. Tavecchio: “Sono amareggiato”

La vicenda si è sviluppata nel corso degli anni e ha interessato diverse amministrazioni fino a giungere a quella attuale.
«Malgrado una serie di incontri con Sindaco e assessori di questa amministrazione ci troviamo oggi ad affrontare una realtà che al momento non ci consente di portare a termine, neppure in minima parte, il progetto della Fondazione Alessio Tavecchio in quanto il nostro terreno è stato declassato a verde agricolo e parzialmente attrezzato impedendoci di realizzare la struttura che avrebbe potuto rappresentare un significativo valore sociale per la cittadinanza e un motivo d’orgoglio per l’Amministrazione». A parlare è Alessio Tavecchio, fondatore della Onlus monzese che porta il suo nome.
Parole dure e piene di amarezza quelle espresse dal presidente della onlus monzese che fanno riferimento all’Open Village Monza, struttura la cui realizzazione è da anni ferma al palo. Il centro polifunzionale di riabilitazione, formazione e sostegno a persone con disabilità, con annesso anche una residenza per anziani, in origine era pensato per poggiare le sue fondamenta in un’area che si affaccia in via Papini.
La vicenda si è sviluppata nel corso degli anni e ha interessato diverse amministrazioni fino a giungere a quella attuale. «Esprimo tutta la mia amarezza nell’apprendere ancora una volta come questa giunta cestini qualsiasi nostra iniziativa facendo trascorrere anni in assenza di comunicazioni – prosegue in una nota stampa Tavecchio – Qualora questa Amministrazione non provveda in tempi brevi, attraverso le necessarie modificazioni di destinazione del nostro terreno di cui all’oggetto, a consentirci di procedere verso la realizzazione del nostro progetto “Open Village Monza” saremo costretti a fronteggiare la realtà di una forma di depauperazione “de facto” del patrimonio della nostra Fondazione: un inaccettabile azzeramento di valore. Ricordando che tale patrimonio si è solo ed esclusivamente accumulato nel tempo grazie alla generosità di migliaia di cittadini, ci riserviamo, come è ovvio, di agire in ogni sede e con ogni lecito mezzo per cautelarne la legittima».
Alle parole del Presidente della Fondazione Tavecchio ha risposto l’assessore all’Urbanistica del comune di Monza, Claudio Colombo. «Nessuna assenza di comunicazione o mancata sensibilità: nel corso degli anni la nostra amministrazione ha più volte incontrato la onlus per discutere della fattibilità del progetto. La soluzione che è stata proposta è quella della permuta del terreno con una area di proprietà comunale che affaccia sulla via Guerrina, più adatta e consona soprattutto dal punto di vista viabilistico. Noi abbiamo risposto decine di volte alle sue comunicazioni incontrando Alessio Tavecchio e i suoi tecnici, e ancora oggi sosteniamo che se la onlus volesse realizzare la palestra prevista nel progetto potrebbe farlo, ma in una collocazione più idonea come lo è quella proposta. E’ doveroso spiegare che l’area proposta da Tavecchio è oggetto di un vincolo provinciale e per questa ragione è stata offerta la possibilità di permuta su quella comunale. Il problema – prosegue Colombo – è che nella proposta avanzata dalla Fondazione si parla della realizzazione, oltre che della palestra, anche di una struttura più consistente (circa 13mila mq) che non si presta ad essere accolta in un contesto come quello richiesto. Una visione, questa, che non è stata condivisa neppure dalle due precedenti amministrazioni. Non si può pensare di caricare il territorio con ulteriori volumetrie di tale portata».
In foto in apertura Alessio Tavecchio a destra Claudio Colombo