Tomba 16enne profanata: mistero sul movente, spunta l’ombra dell’esoterismo

22 marzo 2016 | 23:00
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Tomba 16enne profanata: mistero sul movente, spunta l’ombra dell’esoterismo

La profanazione della tomba del ragazzino nomade, ricorda molto un altro episodio che destò molto scalpore a Monza, nel 2007.

Resta un mistero il movente della profanazione della tomba di un 16 enne nomade, avvenuta nella notte tra il 19 e il 20 marzo (nell’anno bisestile quella che anticipa l’equinozio di primavera) nel cimitero di Cavenago Brianza (Monza).

La bara e il suo contenuto sono stati esaminati ieri mattina, su disposizione della Procura di Monza, dal medico legale e dai carabinieri di Vimercate (Monza), a seguito della denuncia della madre del defunto che domenica mattina si é accorta della manomissione di lapide e sepolcro. La bara é effettivamente stata aperta (sono stati rimossi viti e chiodi trovati sul pavimento del sepolcro stesso), ma a quanto pare i gioielli che la famiglia aveva messo all’interno insieme alla salma (bracciali, un orologio Daytona ed altri monili), erano al loro posto.

Inoltre, a quanto si apprende, all’apparenza i resti del ragazzino non sarebbero stati toccati, ma non è possibile stabilire se piccole parti di materiale biologico (capelli o ossa polverizzate), possano essere o meno state asportate. Resta il dubbio su un anello, che la madre ipotizza il giovane avesse al dito quando é stato tumulato e che non é stato trovato, sulla cui provenienza o significato nulla è dato a sapere.

La profanazione della tomba del ragazzino nomade, ricorda molto un altro episodio che destò molto scalpore a Monza, nel 2007. In corrispondenza del solstizio d’estate, nella cappella privata dei Litta a Santa Maria delle Selve, fu profanata la tomba della contessa Lidia Attendolo Bolognini. Dalla tomba non fu portato via alcun monile prezioso, se non un piccolo ciondolo custodito in un cofanetto d’argento (di grande valore, ma lasciato sul posto). La contessa, secondo quanto raccontato dai libri di storia e da una lontana parente (all’epoca dei fatti ultra ottantenne e residente in Svizzera), era pratica di magia. La sua biblioteca privata, tremila volumi di magia bianca e nera in latino e francese, è consultabile presso la biblioteca del Castello Sforzesco di Milano.

In alcuni libri di magia nera, il solstizio d’estate e l’equinozio di primavera, sono ritenuti giorni cruciali per la celebrazione di riti magici, non sempre benevoli. In particolare, l’equinozio di primavera, in alcuni volumi viene indicato come il giorno della resurrezione dei morti, propizio per la realizzazione di fatture utilizzando capelli o polvere di ossa di cadaveri (animali o umani), o per potersi mettere in contatto con i defunti.