Detenuto si barrica in cella e tenta di aggredire poliziotti

3 giugno 2016 | 09:19
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Detenuto si barrica in cella e tenta di aggredire poliziotti

In cella per reati gravissimi, cerca di aggredire gli agenti. Grazie alla collaborazione tra coloro che ogni giorno si battono per la sicurezza in carcere a Monza, il detenuto è stato bloccato.

In cella per reati gravissimi, cerca di aggredire gli agenti. Grazie alla collaborazione tra coloro che ogni giorno si battono per la sicurezza in carcere a Monza, il detenuto è stato bloccato.

“Ieri mattina un detenuto rumeno, 36 anni, posizione giuridica definitiva con fine pena 2020 per i reati di violenza sessuale, rapina, ricettazione e numerose infrazioni disciplinari in vari istituti di pena, armato di un punteruolo rudimentale, lamette, padelle e altri oggetti, si è barricato nella propria cella, minacciando e infierendo verbalmente per poi scagliarsi contro gli Agenti e gli Ispettori di Polizia Penitenziaria della sezione ed il Medico di guardia”, spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. “I poliziotti sono intervenuti prontamente e, con grande professionalità e sprezzo del pericolo, hanno disarmato il detenuto, collocandolo poi nella sezione Infermeria in una cella priva di suppellettili e di oggetti atti ad offendere. Grande elogio, ancora una volta, va agli uomini del Reparto di Polizia Penitenziaria di Monza intervenuti che, nonostante la criticità dell’evento, sono riusciti a riportare l’ordine e la sicurezza preservando l’incolumità di tutti”. I sindacati hanno rinnovato al Ministro della Giustizia Orlando e ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria la richiesta “di incrementare l’organico delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria che quotidianamente devono assicurare la sicurezza del Paese. Cosa si aspetta ad assumere adeguati provvedimenti per garantire la sicurezza e la stessa incolumità fisica degli Agenti di Polizia Penitenziaria che lavorano in carcere?”. Capece torna infine ad evidenziare come l’ennesima aggressione a poliziotti penitenziari in un carcere italiano è “sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E che a poco serve un calo parziale dei detenuti, da un anno all’altro, se non si promuovono riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena”.