Milano-Meda, Andrea Monti dice “basta alla superstrada saponetta”

30 novembre 2016 | 09:15
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Milano-Meda, Andrea Monti dice “basta alla superstrada saponetta”

Il consigliere della Lega chiede al presidente della Provincia di segnalare i tratti pericolosi e di avviare una verifica dell’usura dell’asfalto della superstrada.

Basta un po’ di pioggia e l’asfalto perde aderenza. Non si parla di una strada secondaria, ma della superstrada Milano-Meda, principale collegamento tra Milano e Como: lo hanno dimostrato i numerosi incidenti nelle ultime settimane di pioggia. Un problema drammatico, la cui soluzione è resa ancora più urgente dal fatto che il traffico della superstrada, già congestionato, si trova a dover sostenere anche quello proveniente da Pedemontana (che per ora arriva fino a Lentate sul Seveso, ndr): nel caso i lavori all’autostrada riprendessero, il suo tracciato futuro andrebbe in parte a coincidere proprio con quello della Milano-Meda. Ed è proprio in uno sforzo di prevenzione che il 22 novembre il consigliere provinciale Andrea Monti (Lega Nord) ha presentato un’interrogazione al presidente della Provincia, Gigi Ponti, chiedendo di verificare il prima possibile lo stato di usura del manto stradale della superstrada, soprattutto nel tratto Meda-Lentate sul Seveso, che la frequenza degli incidenti sembra indicare come quello più a rischio. Monti chiede inoltre di intervenire subito, in caso di pioggia, con un sistema di segnalazione di emergenza, tramite furgoni con display luminosi, per allertare gli automobilisti e invitarli a rallentare in corrispondenza dei tratti più pericolosi.

«Imperizia, disattenzione o elevata velocità possono essere delle concause, ma è evidente che il fondo stradale, perlomeno nei giorni di pioggia, abbia una scarsissima aderenza – commenta Monti -, tanto che ogni automobilista che ci sia passato ha potuto notare, proprio in prossimità delle curve, uno strano effetto scivolamento. Insomma, la Milano-Meda, soprattutto nel tratto ricompreso tra Lentate e Meda, è diventata una saponetta». La prima causa di sbandamenti, uscite di strada e incidenti è, secondo Monti, la scarsa manutenzione del manto autostradale, che provoca una riduzione di aderenza, soprattutto in corrispondenza di curve pericolose. E l’usura sarebbe peggiorata dall’utilizzo, a suo tempo, di un asfalto drenante: «Si tratta di una tipologia di asfalto che, grazie ad alcune fessurazioni spugnose tra la ghiaia, riesce ad assorbire l’acqua che altrimenti rimarrebbe in superficie, aumentando visibilità e aderenza in caso di pioggia battente – spiega -. Ma, dopo anni di mancata manutenzione, queste parti porose, con la sedimentazione di sporco e detriti nel tempo, si potrebbero essere riempite, risultando di fatto occluse. Ciò potrebbe aver determinato l’azzeramento della proprietà drenante e, in occasione delle piogge, questo sporco e questi detriti potrebbero essere rilasciati sul manto stradale, aumentando la scivolosità già determinata dalla naturale usura del manto».

In apertura, un’immagine del degrado della superstrada