Costa Concordia, 5 anni fa il naufragio. KSB Italia salvò l’isola del Giglio

Un disastro navale inenarrabile. Il rischio di contaminazioni ambientali. La decisione di recuperare la nave grazie alle valvole di KSB.
Oggi è un anniversario. Un triste anniversario. Quello del naufragio della Costa Concordia, durante il quale morirono 32 persone tra membri dell’equipaggio e passeggeri.
E’ stato definito un sinistro marittimo “tipico”. Una nave, che per quanto tecnologicamente avanzata, va a sbattere contro degli scogli. Il disastro è avvenuto il 13 gennaio di 5 anni fa. Il processo a carico del comandante Schettino vedrà il suo epilogo il 20 aprile. Rischia molti anni di galera. Forse, decine.
Ciò che non va dimenticato è che anche l’Isola del Giglio, il mare italiano, ha rischiato il disastro ambientale per quel naufragio, dato che nei serbatoi della nave erano stivate circa 2.400 tonnellate di olio combustibile.
Ed è così che si decise di recuperare, già dal 29 maggio 2012, la Costa Concordia, peso di 114 mila tonnellate, 290 metri di lunghezza, 35 di larghezza e 57 di altezza. Un’impresa mai tentata prima, durante la quale un’azienda brianzola, la KSB Italia con sede a Concorezzo, ha contribuito a restituire all’Italia e al Mondo l’isola del Giglio com’era prima del naufragio della Costa.
Il sollevamento dal fondo del mare e il nuovo galleggiamento della nave da crociera è riuscito anche grazie alle 328 valvole “made in Brianza”. Le valvole applicate ai cassoni, diventate parte integrante dello scafo, hanno fatto da “timone” di galleggiamento e di sicurezza alla Costa Concordia.
L’azienda ha fornito le trecentoventotto valvole pneumatiche a farfalla (in esecuzione speciale) che sono state applicate ai cassoni del transatlantico, che hanno fatto da veri e propri salvagenti per il viaggio dalla piccola isola toscana fino a Genova.