
"7 giorni" – Editoriale del numero 8
"7 giorni" – Editoriale del numero 8
"Sono ripartiti i lavori in piazza Trento e Trieste dopo essere stati interrotti il 9 maggio scorso. Si ripartirà da dove erano stati interrotti, ovvero dal rifacimento della roggia Pelucca. Non appena fatto ciò, si sposteranno i sottoservizi. Dopo di che sarà aggredita l'area del parcheggio" così annuncia con visibile soddisfazione l'assessore ai lavori pubblici Antonio Marrazzo. Parole che scrivono la parola fine alla telenovela del parcheggio e della nuova sistemazione di Piazza Trento Trieste. Dopo le polemiche, la richiesta di referendum, i ricorsi contro il progetto e l'operato della giunta definitivamente respinti, è ripartito il cantiere. I più ottimisti nel governo cittadino prevedono due anni di intensi lavori, al termine dei quali saranno disponibili 449 posti auto dei quali 254 a rotazione. Una vicenda questa che ha segnato nel bene e nel male la storia politico-amministrativa della giunta e di tutto il consiglio comunale, che diviso trasversalmente anche la nostra comunità, che ha visto a più tornare il tentativo di far prevalere l'interesse di pochi sui sacrosanti diritti dei più. Occorre però che nessuno si illuda. Certamente dal 2008 la storica piazza cittadina risulterà essere più vivibile, più accogliente e probabilmente anche più funzionale per i residenti, pochi in realtà, e per coloro che vi lavorano o vi studiano. Ma la vera battaglia per una città moderna e fortemente europea come vorremmo che fosse Monza bisogna ancora combatterla. Per comprendere meglio basterebbe osservare come molte città del Vecchio Continente abbiano felicemente raggiunto l'obiettivo di limitare nel proprio centro storico il traffico privato. E allora capiremmo quanta strada dobbiamo ancora fare. e questa passa per la riqualificazione e potenziamento del trasporto pubblico, per la creazione di parcheggi posti all'esterno dei centri urbani, per il trasferimento di presidi istituzionali e amministrativi verso aree più periferiche, per una efficace rivitalizzazione del centro storico pensando sia a una diversificata organizzazione dei tempi dell'offerta commerciale (nuovi orari e aperture diverse tendenti a creare sempre più momenti e opportunità di aggregazione) sia alla possibilità di trasformare alcuni spazi in occasioni di spettacolo, di vita artistica e culturale. E questa non non è e non può essere un'idea di centrodestra o di centro sinistra, ma più semplicemente un’idea di buon senso civico.