La montagna della destra partorisce il topolino. Riciclato.

"7 giorni" – Editoriale del numero 9
"7 giorni" – Editoriale del numero 9
L’avevamo per primi annunciato lo scorso 3 novembre: Marco Mariani è il candidato sindaco della destra monzese nelle prossime elezioni amministrative. Dopo oltre un mese, tra smentite, ritorsioni, carosello di presunti prossimi sindaci, la scelta è stata ufficialmente fatta. Al di là di ogni giudizio di merito, la candidatura di Marco Mariani merita qualche considerazione fondata sui fatti e sulla storia.
a) Dopo dieci anni torna alla politica il leader leghista cittadino. Scelta legittima che simboleggia però l’incapacità della destra di far crescere in dieci anni un leader, autorevole, capace e pubblicamente riconosciuto. Tesi questa confermata anche dal fatto che in un recentissimo sondaggio svolto tra gli attuali Consiglieri Comunali di Forza Italia sul nome del leghista, oltre l’80% degli interpellati ha espresso una forte contrarietà: pesa forse la paura di non essere riconfermati. Ipotesi non remota, visto quello che successe al termine dell’esperienza amministrativa del sindaco di Forza Italia Roberto Colombo;
b) il MIDA, movimento inventato da Marco Mariani, ha annunciato la sua stessa candidatura, richiamandosi ai principi di indipendenza e autonomia. Ma la scelta e l’ufficializzazione della candidatura sono state fatte da Berlusconi e Bossi nella villa di Arcore. Altro che indipendenza e autonomia;
c) nel 1992, il successo anche locale della Lega e del suo leader Marco Mariani furono legittimi e per certi versi anche salutari perché segnarono la protesta e la rottura contro coloro che avevano portato con pratiche di corruzione, malaffare e malgoverno alla fine della Prima Repubblica. L’inchiesta Mani pulite che anche a Monza fece molte vittime e diversi politici ed ex-amministratori conobbero anche per lunghi periodi le carceri italiane. Ora, dopo dieci anni, diversi tra questi personaggi, oggi riciclati in Forza Italia, saranno convinti sostenitori di Marco Mariani. Una compagnia quanto meno imbarazzante.
d) Marco Mariani, occorre riconoscerlo, è qui nella sua attività di amministratore; da sindaco, potremmo benissimo vederlo sostenere con fermezza il Pgt (piano di governo del territorio), in discussione nell’aula del Consiglio Comunale. Mariani ha forse cambiato idea o oggi si trova pagare il dazio a Berlusconi?
e) Infine Dario Allevi che si vedeva già sindaco, pare l’ultimo ad essere informato della scelta fatta, torna nei ranghi e deve abbandonare ogni velleità e tutt’al più battersi per avere un posto al sole nella squadra eventuale del candidato sindaco. Ma, cosa ancor più grave, Alleanza Nazionale torna nell’angolo, nel ruolo che è destinata ad avere ancora per anni, ruolo assolutamente residuale.