Meno ICI? Sì grazie!

22 dicembre 2006 | 01:00
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Meno ICI? Sì grazie!

Nel 2007 l'imposta diminuisce al 4‰. E' il minimo storico. L'annuncio dell'assessore Roberto Scanagatti.

Nel 2007 l'imposta diminuisce al 4‰. E' il minimo storico. L'annuncio dell'assessore Roberto Scanagatti.

Cala l’ICI per la prima casa. Le famiglie monzesi pagheranno solo il 4‰ – il valore minimo previsto dalla legge – e non più il 5‰ di Imposta Comunale sugli Immobili a partire dal 2007, sull’abitazione di residenza. Uno sconto di un punto che ad ogni cittadino farà risparmiare in media 100-150 euro ogni anno. Un regalo di Natale ai monzesi, pari a 3 milioni di euro, anche per gli anni a venire. E per il quale non saranno necessari finanziamenti né pagamenti rateali. I soldi già ci sono. Dove? Come? Nelle casse comunali, grazie al recupero dell’evasione realizzato dal Comune in quattro anni di lavoro e grazie alla buona gestione delle aziende ex-municipalizzate. Nessun miracolo, dunque. Nessuna promessa a vuoto. Diminuiscono le tasse. Ciò che è stato recuperato viene restituito alla città, secondo un principio spesso ripetuto e che vediamo oggi messo in pratica: pagare meno, pagare tutti.

Questo risultato è stato possibile anche grazie alla nuova Finanziaria che non pone più tetti di spesa ai Comuni, a differenza della precedente. Con la legge precedente, milioni e milioni di euro sarebbero rimasti chiusi in un cassetto… “La vecchia Finanziaria del governo Berlusconi aveva posto dei tetti di spesa – spiega Roberto Scanagatti, vicesindaco e assessore al Bilancio – Quindi se anche i Comuni avessero avuto delle risorse, non avrebbero potuto spenderle: un’assurdità. Quando Giulio Tremonti dice che l’attuale finanziaria è demenziale, dovrebbe interrogarsi su cos’era quella che ha fatto lui… Noi siamo in grado di gestire le nostre risorse. Quest’anno abbiamo un totale di entrate, per la parte corrente cioè le spese ordinarie, pari a 116.676mila euro. Gran parte di queste spese sono finanziate direttamente dal Comune, nel senso che i trasferimenti dello Stato, della Regione e in parte anche della Provincia sono minimi rispetto alla spesa totale. Abbiamo raggiunto un’autonomia finanziaria che è pari al 92%, un dato che si ottiene dalla somma delle entrate tributarie e di quelle extra-tributarie paragonata ai trasferimenti”.

Un risultato apprezzato anche dal forzista Alfonso Di Lio, presidente della Commissione Bilancio, che – intervistato recentemente da Monza la città – ha parlato di “bilancio virtuoso”. Non sono tanti i Comuni che vantano una percentuale di autonomia così alta, vero?

“La nostra è una media molto elevata… è chiaro che ci sono Comuni supportati dallo Stato più di altri. Noi, per quanto riguarda il rapporto tra entrate e trasferimenti, siamo un po’ sopra la media rispetto al dato della Lombardia, che a sua volta è sicuramente più alto rispetto a quello del paese. Anche qui c’è una spaccatura tra Nord e Sud. Qui le entrate superano di gran lunga i trasferimenti dello Stato”.

Monza è una città, da questo punto di vista, quasi autosufficiente?

“Sì. E noi a questo punto possiamo ridurre l’ICI. Quando siamo arrivati nel 2002 avevamo trovato un deficit strutturale: una mancanza di risorse per far fronte all’ordinaria amministrazione. Vorrei ricordare che alcuni servizi sociali erano stati chiusi: era stato fatto un bilancio che arrivava solo a sei mesi… per fare un esempio, l’équipe psicop edagogica della Circoscrizione 1 era chiusa. La situazione era al limite. In questi anni abbiamo fatto fronte al riordino dei conti. Avevamo aumentato l’ICI di un punto per la prima casa e di un punto e mezzo per le altre unità abitative. Oggi noi siamo nella condizione di ridurre di nuovo questa imposta e riportarla al valore minimo del 4‰”.

Com’è stato possibile abbassare l’ICI?

“Abbiamo agito su due fronti: il primo è quello del recupero dell’evasione fiscale, il secondo riguarda le aziende ex-municipalizzate. Sul primo, in questi quattro anni abbiamo recuperato 4.700.000 euro di ICI, ai quali va aggiunto 1.500.000 euro che andremo a recuperare nel 2007. In questo modo, senza aumentare le aliquote, abbiamo alzato la base imponibile”.

I furbi non passeranno un buon Natale neanche quest’anno…

“No, applichiamo il principio che se tutti pagano le tasse, tutti paghiamo meno tasse. Un punto in meno di ICI sul bilancio equivale a circa 3 milioni di euro in meno di gettito, che noi però compensiamo proprio perché siamo stati capaci di aumentare l’imponibile grazie al recupero dell’evasione”.

Come avete scoperto i casi di evasione?

“Un passo fondamentale è stato quello dell’attivazione dello sportello catastale. Ho sempre insistito su questo punto. Lo sportello ci permette di verificare i dati sul territorio. Il significato non è quello di aumentare gli estimi catastali come qualcuno dice, ma di poter esercitare un controllo sul territorio ed evitare quello che succedeva prima, quando capitava che sullo stesso pianerottolo due unità abitative fossero classificate in modo diverso l’una dall’altra. Si tratta sempre di applicare il principio di equità”.

Un recupero, diceva, quantificato finora in 4.700.000 euro in quattro anni e 1.500.000 nel 2007… ma quanti cittadini hanno evaso? Migliaia?

“No, siamo nell’ordine delle centinaia. Si tratta di contribuenti importanti… non è il “piccolo” che evade”.

E per quanto riguarda la buona gestione delle aziende ex-municipalizzate?

“Stiamo parlando di Agam, Farmacom e Tpm, che hanno aumentato in maniera significativa gli utili ridistribuiti: da quest’anno registriamo circa 2.700.000 euro di utili ridistribuiti al Comune da queste aziende (tra cui Agam fa la parte del leone con 1.800.000 euro), che sono il frutto di una buona gestione. E sono ancora soldi dei cittadini, perché sono loro che pagano la bolletta del gas, che vanno ad acquistare i farmaci e pagano i parcheggi. Ecco che allora è giusto ridistribuire questi maggiori utili ai cittadini stessi. La nostra è una manovra che prende atto del fatto che abbiamo sistemato i conti, abbiamo agito sul fronte dell’equità e siamo in grado di riportare al minimo l’aliquota sulla prima casa. Teniamo presente che l’83-84% dei nostri cittadini sono proprietari. La prima casa non può essere considerata un bene di lusso”.

Ci sono anche altre novità positive, sempre sul fronte imposte?

“Insieme alla riduzione dell’aliquota sulla prima casa abbiamo elevato le soglie di reddito per le categorie particolarmente svantaggiate. Sulla prima casa esiste già una detrazione di 125 euro che rimane invariata. Per le categorie socialmente ed economicamente più svantaggiate, con redditi bassi, per esempio gli ultra 65enni o chi è portatore di handicap fisici o persone con nuclei familiari particolarmente numerosi e basso reddito, abbiamo riconfermato quest’anno l’aliquota massima di detrazione, che è di 258 euro e in più abbiamo anche elevato le soglie di reddito, aumentandole di circa 1.000 euro per ogni scaglione”.

Questo vuol dire che più persone potranno usufruire delle detrazioni?

“Sì e molti addirittura entreranno in una “no tax area”: se hanno un valore di ICI pari a 250 euro non pagheranno nulla, perché la detrazione è di 258”.

Quando l’Amministrazione si insediò, nel 2002, chiese un “atto di fiducia” da parte dei cittadini…

“Sì, noi d’altra parte l’avevamo detto, la situazione lasciata dalla giunta Colombo non era certo facile… Abbiamo stimato in circa otto milioni di euro il fabbisogno strutturale del bilancio. Allora abbiamo chiesto ai cittadini di darci fiducia. Adesso che abbiamo recuperato le somme necessarie sul piano dell’evasione e della migliore gestione delle aziende pubbliche, le restituiamo ai cittadini. È un atto di correttezza nei loro confronti”.

Non accadrà che queste somme rientrino da altre fonti, come le tariffe?

“No, infatti per il quinto anno consecutivo non aumenteranno. Tutti i servizi a domanda individuale, come i contributi chiesti alle famiglie per i servizi sociali, tutta la parte di contribuzione per le rette degli asili nido, delle scuole materne, delle mense, dei trasporti scolastici, per l’utilizzo delle sale pubbliche… tutti queste tariffe sono mantenute inalterate, non c’è nessun aumento. Teniamo conto poi che quest’anno continueremo ad erogare i servizi in maniera significativa, abbiamo un programma delle opere pubbliche importante, per circa 75 milioni di euro di interventi di vario genere per il 2007, che si vanno ovviamente a sommare a quella serie di interventi realizzati nel corso di questi anni”.

Si dirà: mossa elettorale… E poi “qualcuno” aveva già parlato di ICI prima delle elezioni politiche…

“C’è una bella differenza: Silvio Berlusconi l’aveva promesso ed era come se avesse invitato a cena tutti i cittadini italiani facendo pagare il conto ai Comuni. Non era competenza dello Stato e non era stato detto come sarebbe stata sostituita quella imposta. Noi abbiamo fatto un’operazione esattamente opposta. Non l’operazione fatta dal governo Berlusconi, che è quella dei condoni: non è con i condoni che si abbassano le tasse. Le tasse si abbassano se le pagano tutti. Per quanto riguarda l’ICI: è aumentata la platea dei contribuenti e quindi la tassa può essere diminuita. Questo è il principio sul quale si basa questa manovra. Affermare che è elettorale credo sia del tutto improprio, per due motivi. Primo, perché l’avevamo detto già nel 2002 quando abbiamo presentato il bilancio previsionale: se si creeranno le condizioni diminuiremo l’imposta. Questa è la dimostrazione che parlavamo sul serio. Secondo, siccome il risanamento è strutturale, non aumenteremo l’ICI neanche il prossimo anno, il nostro è un impegno anche per il futuro, chiaramente se saremo ancora noi a governare”.

Riuscirete a mantenere questa promessa?

“Sì, anche perché con tutti gli investimenti che sono stati fatti siamo riusciti a diversificare le varie fonti di finanziamento: prevediamo nel 2007 di finanziarci con una quota consistente di cessione di aree comunali. Provvederemo praticamente alla cessione definitiva di tutte le aree industriali lungo via Pompei/viale Sicilia, nella zona vicina al centro natatorio. Il bando è già stato pubblicato, stiamo raccogliendo le adesioni. Oltre a quella quota di aree, intendiamo alienarne anche altre di nostra proprietà. Anche questo è un segno: intendiamo rilocalizzare in maniera più adeguata alcune attività che oggi spesso confliggono con la città. Pensiamo al deposito della Tpm o anche una serie di aziende che per motivi di carattere ambientale o logistico non hanno sufficienti spazi, o altre che sono sotto sfratto, con gravi rischi dal punto di vista occupazionale”.

Questo è l’ultimo bilancio di questa prima tornata amministrativa della giunta Faglia…

“L’ultimo, per ora. Ed è positivo”.

Buon Natale assessore, e ci regali un altro Natale come questo.

“Grazie, anche a lei. Per il prossimo anno cercheremo di fare ancora meglio. Perché governeremo ancora”.