
Non il calcio, ma il nuoto è l'attività principale tra i piccoli.
Non il calcio, ma il nuoto è l'attività principale tra i piccoli.
Quando lo sport chiama, Monza risponde. E lo fa con un’offerta che arriva a soddisfare i gusti più diversi. Non solo nuoto, calcio, danza, pallacanestro, e pallavolo, ma anche ginnastica, pattinaggio, tennis e atletica. A rilevarlo i risultati di uno studio condotto dalla Commissione sportiva scolastica comunale, in accordo con gli assessorati allo Sport e all’Educazione, che con la collaborazione di maestri e insegnanti di educazione fisica ha monitorato il reale bisogno di sport degli alunni delle scuole monzesi. Punto di partenza dello studio una ricerca effettuata lo scorso anno scolastico sull’intera popolazione degli studenti monzesi. L’indagine mirava a fotografare la realtà sportiva amatoriale e agonistica in età scolare, a valutare le motivazioni dell’abbandono precoce delle attività sportive agonistiche, a capire le ragioni che determinano le scelte sportive fatte e i bisogni motori dei più piccoli e, per arrivare a sapere tutto ciò, sono stati distribuiti 18mila questionari dei quali 11.905 sono stati riconsegnati. Per le scuole elementari sono stati elaborati 3.854 test (441 nelle paritarie) Ne è emerso che gli sport più praticati risultano essere il nuoto (30,86%), il calcio (19,50%), la danza (19,50), la pallacanestro (10,10%) e la pallavolo (8%). Ginnastica artistica, pattinaggio, tennis, atletica e ginnastica ritmica raggiungono complessivamente il 12,04%. Gli alunni hanno affermato di aver scelto autonomamente lo sport da praticare e solo il 10,92% fa sport su scelta indotta dai genitori. Emerge dall’inchiesta il bisogno di giocare assieme e di stare in gruppo con gli amici. Tra gli aspetti negativi dell’attività sportiva c’è la competitività troppo alta e l’esclusione negli sport di squadra. In questa fascia d’età (6-10 anni) la maggior percentuale (82%) esprime la volontà di voler continuare l’attività sportiva e il 52,86% di voler affiancare alla disciplina praticata un’altra attività. Per quanto riguarda le scuole medie, invece, i questionari raccolti sono 1.430 (più 194 nelle paritarie). Di questi ragazzi, il 77,28% svolge attività sportiva dei quali il 66% in modo agonistico. Gli sport principe sono il calcio (28,8%), la pallavolo (19,1%), e il nuoto (13,7%). Solo l’11,2% pratica attività non agonistiche e il 22,7% non fa sport. L’abbandono si manifesta soprattutto per il carico scolastico (17%) e solo in piccola misura per il cattivo rapporto con la società. Al 40,55% piacerebbe ricominciare, mentre il 49,45% vorrebbe provare altre esperienze. Nelle scuole superiori sono stati raccolti 5.424 questionari (più 1.003 nelle paritarie). Quasi suddivisi in tre parti uguali gli atleti che praticano sport agonistici (30,41%), amatoriali (33,27%) e gli alunni che hanno dichiarato di non praticare sport (36,32%). A questa età i ragazzi cominciano con attività di fitness e di danza in testa. Tra le cause d’abbandono, il carico scolastico fa la parte del leone. Di loro il 57,97% vorrebbe ricominciare l’attività sportiva, di cui il 50% riprenderebbe quella abbandonata. Per migliorare il rapporto tra scuola e sport, è necessario proporre progetti sportivi di alto profilo e per farlo, le società sportive e le istituzioni scolastiche, in collaborazione con l’Amministrazione, hanno messo in comune le proprie risorse e grazie a questa sinergia sono nati e stanno nascendo una serie di nuove progettualità. Fra quelle già esistenti, ricordiamo Progetto Monza 96 e i Campionati interscolastici monzesi, ma per il prossimo futuro sono in arrivo alcune novità. L’obiettivo è quello di stabilire un rapporto di cooperazione tra sport, e quindi società sportive, e scuola. “Siamo una città con cifre da record nel rapporto tra numero di scuole e popolazione, e lo siamo anche dal punto di vista dell’educazione fisica e motoria all’interno dei programmi scolastici – ha sottolineato l’assessore all’Educazione Paolo Pilotto – negli ultimi 15 anni i 92 istituti e i due centri di formazione professionale hanno saputo innovarsi tantissimo: segno dello sviluppo di una cultura sportiva a partire dall’ambiente scolastico”. “Se vogliamo investire sui giovani, considerandoli una risorsa di questa società – ha affermato l’assessore allo Sport Dino Dolci – dobbiamo investire fortemente sullo sport. A partire dalla scuola. Dopo l’indagine dobbiamo rinforzare la nostra proposta attraverso un progetto che abbracci tutto l’arco temporale della permanenza a scuola e vada oltre”.