“La guera a calci”: l’avventura in terra palestinese in un dvd

26 gennaio 2007 | 01:00
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“La guera a calci”: l’avventura in terra palestinese in un dvd

Le Scalciate, squadra femminile del Foa Boccaccio, raccontano lo sport sotto assedio

Le Scalciate, squadra femminile del Foa Boccaccio, raccontano lo sport sotto assedio

Il calcio, a volte, sa essere molto più di un gioco. Il pallone, infatti, può diventare un importante veicolo di conoscenza e condivisione. Questa è l'esperienza delle Scalciate, la squadra calcistica femminile del Foa Boccaccio che, grazie a un viaggio in Palestina nell'aprile 2006, ha potuto toccare con mano le condizioni di vita della popolazione araba in questa terra martoriata. Le Scalciate, con i compagni del Boccalcio (la formazione calcistica maschile del centro sociale monzese), hanno preso parte alla terza edizione di "Sport sotto l'assedio", organizzata dall'associazione Jalla: una carovana composta da oltre 60 ragazzi di tutta Italia che hanno avuto la possibilità di confrontasi con giovani palestinesi attraverso il calcio.

Il racconto dell'avventura in Palestina è ora raccolto in un libro con dvd, "La guerra a calci", che è stato presentato sabato scorso presso la sede della Circoscrizione 2, nella quale è anche allestita una mostra fotografica sull'esperienza. L'opera editoriale è stata realizzata anche grazie al contributo della Uisp, l'Unione italiana sport per tutti, e del Comune di Monza che era presente alla serata con Vincenzo Ascrizzi, l'assessore alla Comunicazione.

Molto toccanti sono state le testimonianze di alcuni dei protagonisti del viaggio e il quadro dipinto dai racconti non è certo leggero e spensierato. I problemi legati all'occupazione israeliana rendono non poco difficile l'esistenza dei ragazzi palestinesi, tra check point, bombardamenti, attentati e rappresaglie. A volte anche i gesti più semplici, naturali nella nostra quotidianità, diventano impossibili in una situazione del genere. Nonostante i problemi, però, dalle parole dei ragazzi del Boccaccio emerge la voglia del popolo palestinese di non rassegnarsi a questa realtà, di vivere una vita normale e, perché no, di giocare a pallone. Come dimostra il grande entusiasmo dimostrato nelle partite che gli italiani hanno giocato (vincendone solo una) a Gaza, Betlemme, Jenin e Gericho. "La Palestina che abbiamo visto non è un campo di battaglia, come spesso ce la descrivono i media, ma è una terra viva, fatta di persone che vogliono essere felici – racconta Ilaria Salis, una delle Scalciate – Abbiamo giocato una partita a Gericho contro alcune nostre coetanee: è stata un'esperienza bellissima". Le squadre da poco si sono costituite in un'associazione, e Marcello Iurlo ne è il presidente: "Attraverso il calcio abbiamo conosciuto una realtà molto difficile e abbiamo capito che il pallone, a volte, può rappresentare uno strumento di lotta. La nostra attività, nata due anni fa, è rivolta anche verso la nostra realtà, come dimostra la partita che abbiamo giocato nel carcere di Monza".

Quando verrà invitata a giocare anche una squadra israeliana? "Bisogna fare un passo alla volta, altrimenti rischiamo di rovinare tutto – ci risponde Luca Colombo, esponente di Jalla, l'associazione a capo del progetto di "Sport sotto l'assedio", nata all'interno del mondo degli ultras, i gruppi delle tifoserie organizzate – La nostra organizzazione non dispone degli strumenti adatti e noi dobbiamo ancora capire bene la situazione prima di compiere un simile passo. Abbiamo un'idea precisa di chi siano gli oppressi e chi gli oppressori, ma il nostro obiettivo rimane quello di favorire il dialogo".

Ora il libro sarà presentato anche a Bergamo, Brescia, Perugia, Pisa e Roma, in attesa di tornare in Palestina a fine marzo. Per acquistarlo (5 euro per finanziare le attività delle Scalciate) o qualsiasi altra informazione, è sufficiente mandare una email a scalciate.boccalcio@inventati.org.