
Nata sulle ceneri della vecchia Amsa oggi Tpm pensa al futuro: gestione parcheggi, risanamento economico, nuova sede e servizi
Nata sulle ceneri della vecchia Amsa oggi Tpm pensa al futuro: gestione parcheggi, risanamento economico, nuova sede e servizi
La macchina è dal meccanico e così sono costretto, dopo molti anni, a prendere l’autobus per andare da un amico dall’altra parte della città. Partenza via Annoni alle 16 circa, pensilina del 3, destinazione San Giuseppe. Alla fermata vedo con disappunto che non è indicato dopo quanti minuti è previsto l’arrivo dalla partenza dal capolinea. Mi armo di pazienza e aspetto. Dopo dieci minuti lo vedo in lontananza: è uno dei vecchi modelli, di quelli che ho preso l’ultima volta molti anni fa. Il mezzo, anche se un po’ datato, sembra pulito, il tremolio costante è quello che è. Timbro il biglietto e comincio a guardarmi attorno. Qualche anziana signora scambia due chiacchiere con la vicina di posto, due ragazzine sono sedute una in braccio all’altra e ascoltano la musica dallo stesso lettore Mp3 e sul fondo dell’autobus, come da copione, ci sono due giovani dallo stile vagamente punk. Il rumore del potente motore è proprio come me lo ricordavo. Da via Zanzi ci dirigiamo verso piazza Citterio. Le vie sono affollate, l’autobus non può fare i miracoli nel traffico. Le nostre strade sono caratterizzate dalla scarsa presenza di corsie preferenziali, per questo è difficilissimo districarsi nel traffico cittadino. Chi può mai dimenticare le lunghe code che negli orari di punta si formano sul cavalcavia che da via Mentana raggiunge Largo Mazzini. Basta osservare dai finestrini del bus per comprendere quanto il trasporto privato schiacci quello pubblico. Questione solo di educazione e cultura civica? Forse. Ma basterebbe leggere un orario dei nostri mezzi pubblici per scoprire che dopo le 22.30 la loro circolazione è praticamente inesistente. Così i tanti giovani che affollano i locali del centro oppure gli amanti del grande schermo o del teatro non hanno alternative all’auto o al motorino.
Il mio viaggio continua verso San Fruttuoso sul bus abbastanza pieno. Ma, mi chiedo, pagano il biglietto? Controllori se ne vedono pochi e quei pochi sono spesso accompagnati dalle forze dell’ordine. “Succede che abusivi viaggiatori se la diano a gambe – mi dirà poi il presidente di Tpm, Ferruccio Mori – per questo talvolta facciamo accompagnare il controllore da qualcuno delle Forze dell’Ordine, per creare deterrenza rispetto a questi comportamenti”. I controlli sono costosi e non è facile garantire un monitoraggio costante su tutte le linee. Qualcuno quindi ne approfitta. A dire il vero, alcune tariffe e condizioni di abbonamento come quelle per studenti sono vantaggiose e potrebbero invogliarli ad un maggiore utilizzo dei bus di casa nostra.
Scendo a Piazza Trento e prendo il 5 per San Fruttuoso.
Questa è una fermata provvisoria e quindi non è dotata di pensilina a protezione dei passeggeri in attesa. Noto comunque che le pensiline non sono molto frequenti nelle fermate, purtroppo. Attendo altri dieci minuti poi finalmente salgo sul 5. Questa volta viaggio in piedi. Mi guardo intorno e la gente che affolla il mezzo non mi pare diversa da coloro che popolavano il bus che ho appena lasciato. Gente di tutte le età e talvolta di etnie diverse.
Dopo corso Milano l’autobus prende la direzione di via Agnesi fino a svoltare in via Pacinotti, da qui dritti ad imboccare via Guerrazzi. Fermata dopo fermata l’autobus si svuota: è decisamente meno popolato quando arriviamo davanti alla chiesa di San Giuseppe, fermata dove la mia corsa finisce. Sono le 16,45. Per spostarmi di circa quattro chilometri o poco più, ho impiegato 45 minuti.
Rispetto all’ultima volta in cui presi l’autobus, molti anni fa devo ammettere che l’utenza è cambiata. Sono aumentati ad esempio i cittadini extracomunitari che usano questo mezzo di trasporto (per i frequentatori abituali dei bus questa non sarà certo una novità), ma all’interno dell’automezzo ho visto rappresentate tutte le fasce di età, dai ragazzini di 12 anni alle loro prime esperienze di uscite da soli, fino ad anziane signore che potrebbero scrivere un libro sulla storia del trasporto pubblico monzese.
L’AZIENDA
Tpm (Trasporti pubblici monzesi) è una società per azioni interamente di proprietà del Comune e nasce nel 1997 dalle ceneri dell’Amsa. Le risorse di Tpm derivano, infatti, in parte da un fondo regionale per i trasporti, in parte dagli introiti della vendita di biglietti e abbonamenti e in parte dal contratto stipulato annualmente con il Comune. I costi per i dipendenti incidono per 7.150.534 euro.
I ricavi dalle gestione dei parcheggi, che la società gestisce dal 1 gennaio 2005, sono di 1.875.865 euro a fronte di 258.381 euro di costi per i servizi della sosta. Un altro costo importante nel bilancio dell’azienda è quello per le materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci: tale somma ammonta a 1.440.185 euro.
Delle sei linee di cui dispone, la più lunga è quella delle circolari (destra e sinistra) che nel complesso coprono un percorso di 15,85 chilometri. La più breve è la linea 6 che conta 7 chilometri di percorso. In questo periodo dell’anno sono 613 le corse che si compiono nell’arco di una giornata. 85 sono i mezzi attualmente in servizio.
La Tpm ha recentemente acquistato un nuovo deposito dove si trasferirà dalla attuale sede di via Borgazzi. La nuova sede sarà in via Pompei (vicino al Brianteo) e avrà la possibilità di ospitare fino a 130 autobus (nella sede attuale trovano posto contemporaneamente più di 85 mezzi). Il deposito è costato poco più di 5 milioni di euro, pagati in parte dall’azienda e in parte accendendo un mutuo decennale. “Il progetto è in fase di approvazione in Comune, comunque i lavori – spiega Ferruccio Mori, presidente della Tpm – dovrebbero cominciare nel mese di aprile 2007 per una durata di 14 mesi; è inoltre prevista l’installazione di sistemi fotovoltaici per la creazione di energia e l’uso di lubrificatori alternativi”. La scelta di un sito più decentrato è motivata anche con il fatto che “qui, in via Borgazzi, essendo vicino al centro densamente abitato, c’era il problema che i fumi emessi dal riscaldamento degli automezzi danno fastidio agli abitanti della zona”. Il cambiamento di sede è previsto anche nell’ottica di allargamento in previsione della gestione del trasporto pubblico dell’intera Brianza.
IL BANDO E IL FUTURO
Nel 2003 la Provincia di Milano ha indetto un bando per la gestione del trasporto pubblico dell’area Nord Milano (lotto 2). La Tpm ha partecipato, associandosi in una Ati (associazione temporanea di impresa) con Ctnm e Auto Guidovie. L’Ati vinse la gara ma il bando fu annullato e, dopo ricorsi al Tar (da parte dell’Ati) e al Tribunale di Stato (da parte della Provincia) si è ancora in attesa della sentenza definitiva. L’assegnazione del bando sarebbe fondamentale per almeno due motivi: intanto per il fatto che sbloccherebbe una serie di finanziamenti regionali che permetterebbero il rinnovo dei mezzi rotabili, ma soprattutto perché aprirebbe nuovi e ambiziosi orizzonti per l’azienda monzese. Infatti nel caso la sentenza desse ragione all’Ati il programma, come ci anticipa l’assessore agli Affari generali del Comune di Monza, Luigi Ferraro, sarebbe di “passare dall’Ati ad una società consortile di vendita (con i due partner sopra citati: fino a questo punto le società saranno comunque ancora autonome n.d.r.) e unirsi infine in un’unica società per azioni che gestisca il trasporto in Brianza”. In questo caso la Tpm si sdoppierebbe: “una parte (che si occuperebbe esclusivamente di trasporti) entrerebbe nella s.p.a. dei trasporti brianzoli, un'altra parte si occuperebbe della gestione dei servizi innovativi sulla mobilità nel Comune di Monza”.
NON SOLO TRASPORTI: L’AGENZIA DELLA MOBILITA’
Da un paio d’anni la Tpm non si occupa più soltanto di trasporti. Come dichiara l’Assessore alla Mobilità Paolo Confalonieri: “Stiamo puntando alla creazione di una vera e propria Agenzia della Mobilità, la Tpm sta organizzando diversi progetti ad alta componente tecnologico-innovativa”. Dal 2005 la società monzese ha preso in gestione alcuni parcheggi cittadini.
Diversi sono i progetti innovativi in cantiere (alcuni già finanziati) e riguardano l’installazione di una serie di telecamere per la videosorveglianza che vanno ad aggiungersi a quelle già presenti sul territorio, il monitoraggio del traffico attraverso una serie di paline informative e dotare i semafori di un software in grado di calcolare il flusso del traffico in modo tale da permettere una gestione intelligente della durata dei colori del semaforo stesso. Ma non solo, continua l’Assessore Confalonieri: “nel corso del 2007 Tpm si prenderà carico delle attività di manutenzione ordinaria, straordinaria ed evolutiva della segnaletica (orizzontale e verticale) e degli impianti semaforici”. Inoltre “è prossima all'indizione anche la Gara per la realizzazione delle ‘porte elettroniche’ per il rilevamento del transito di autocarri non autorizzati”. L’idea per il futuro, come ci spiega il Presidente di Tpm, Ferrucio Mori, è quella di “sintetizzare il puro trasporto in un contesto più ampio e lavorare su elementi che influiscano sulla mobilità generale”. La priorità è quella di favorire l’interscambio tra i diversi mezzi di trasporto, creando la possibilità di passaggio agevole tra macchina e treno (con parcheggi di interscambio) o pullmann e treno (sviluppando l’efficienza tecnologica della Tpm). Continua Mori: “un'altra innovazione sarà quella di dotare la stazione di pannelli informativi con gli orari degli autobus come quelli che già ci sono per i treni”. E per chi volesse prendere l’autobus di sera dopo le 22? Ad esempio chi esce dal cinema o dai locali. “In quei casi è difficile e molto costoso far girare dei mezzi che sarebbero per lo più vuoti, stiamo pensando, però, ad un sistema di servizio a chiamata” dichiara il Presidente di Tpm. Il servizio funzionerebbe a raccolta di chiamate, vale a dire che vengono organizzati dei punti di raccolta di persone che hanno chiamato e poi il tragitto viene stabilito in base alla richiesta. “Non stiamo inventando niente di nuovo – conclude Mori – stiamo solo facendo cose che in altre città sono già state fatte e nelle quali Monza è rimasta un po’ indietro”. Molti progetti citati da Mori trovano un’applicazione pratica a Parma, che da anni è esempio di efficienza in questo particolare settore.
PARMA È MOBILE
Nella città emiliana, che conta 170mila abitanti, passano più di venti linee per un totale di 1.300 fermate. “Gli utenti giornalieri del nostro servizio pubblico sono in media 95 mila al giorno” (più di metà della popolazione) dichiara l’assessore alla Mobilità del Comune di Parma, Pietro Vignali. Gli investimenti comunali per il servizio di trasporto pubblico ammontano a 6 milioni di euro (“solo 7 anni fa erano 300mila” ammette Vignali). All’interno del parco macchine 80 sono gli autobus a metano che circolano nella città emiliana e molte sono le iniziative innovative a favore del cittadino. “Happy bus” ad esempio è il servizio che grazie a 45 autobus accompagna (con la presenza di un’operatrice a bordo) i bambini a scuola la mattina, togliendo cosi un gran numero di macchine dalle strade o “Pronto Bus”, (un servizio di autobus a chiamata come quello in previsione da noi) che con soli 2 euro per tutta la sera permette ai giovani di girare per la città nelle ore notturne fino all’1. Gli autobus sono, inoltre, dotati di televisori a bordo sintonizzati su canali di informazione. Televisori sono anche montati alle fermate per trasmettere ai cittadini possono avere informazioni sull’andamento delle corse. Per i non vedenti, inoltre, sono installati dei citofoni alle fermate grazie ai quali è possibile contattare l’autobus. Questo è futuro di Monza.