Ateismo, progresso e Chiesa

1 febbraio 2007 | 01:00
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Ateismo, progresso e Chiesa

20070201_galli_della_loggia_ernestoErnesto Galli della Loggia e il destino del Cristianesimo nella modernità

Con Abitatori del tempo, Villasanta ospita all'Astrolabio Ernesto Galli della Loggia. Professore ordinario di ruolo per il settore scientifico-disciplinare M-STO/04 Storia contemporanea presso la facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Editorialista del Corriere della sera dal 1993. Il "Cristianesimo, la sua immagine e il suo destino nell'epoca della modernità", questo il tema della conferenza.

Il Cristianesimo é in una condizione di minoranza?

Nel parlare del Cristianesimo, il professore ha affermato che il suo destino, nella modernità, è un destino di minoranza che segna la drammatica rottura rispetto al passato. La modernità vede l'espulsione della Chiesa . In un'era di grandi cambiamenti, i laici diventano importanti come non lo sono mai stati prima. La dialettica laici-gerarchia nasce proprio con l'epoca della modernità. Il mutamento, l'asse antropologico culturale, si è abbattuto sul Cristianesimo e ha trasformato la cultura diffusa delle nostre società.

Qual è la verità del Cristianesimo?

E' cambiata la natura storica della Chiesa. La Chiesa è scesa sul terreno della politica, è obbligata a pubblicizzare se stessa. La verità del Cristianesimo  è che si è trovato preso come una tenaglia: da un lato il darwinismo, dall'altro l'antinaturalismo dello stoicismo. La naturalità è rimasta un disvalore. L'elemento decisivo dell'uomo nuovo è, oggi, l'ateismo.

L'irruzione delle scienze come nuova matrice del senso comune?

Il progresso dal suo canto aumenta a dismisura, le vecchie generazioni sono tagliate fuori: i vecchi vengono considerati relitti, perché incapaci di fare. E il corpo? Il corpo ha acquistato un rilievo culturale enorme. C'è l'effetto del narcisismo di massa , c'è un cambiamento di valori, dell'estetica, dell'apparire.

Il Cristianesimo sarà destinato a scomparire?

In quanto istituzione e organizzazione, la Chiesa di Roma- egli dice- ha dimostrato di esser ben organizzata se ha resistito così a lungo in tutti questi anni. Due le questioni- continua- che rimangono nel cuore della modernità: l'identità e il limite. L'identità rappresenta un problema per la Chiesa, ha a che fare con l'Occidente che ha deciso che la sua identità si allontana dal Cristianesimo. Il limite si pone invece con le società della modernità, le quali non possono continuare sulle strade produttive senza prima scontrarsi con un limite. Prima o poi ci sarà uno scontro, un'impossibilità di andare oltre.

L'opinione di frate Michele

Ho incontrato frate Michele presso il santuario della Madonna delle Grazie di Monza. Questo luogo sacro dalle elegantissime merlature in cotto lombardo delle tre cappelle del XV secolo, mi accoglie con la sua straordinaria quiete. E' una dimensione nuova, quasi innaturale dove anche il silenzio, a tratti, fa rumore. Fra Michele è cordiale, forse un po' imbarazzato. La nostra conversazione ha toni distesi e incisivi. Chiedo il suo parere su alcune dichiarazioni fatte da Ernesto Galli della Loggia durante la sua conferenza.

Padre, è vero che è cambiata la natura storica della Chiesa? La Chiesa è obbligata a pubblicizzare se stessa? I credenti si sono trasformati in militanti?

No. La Chiesa non ha bisogno di porsi sulla scena. Forse sarà qualcun altro che la spinge a pubblicizzarsi. C'è qualcun altro che richiede di far diventare pubblico, personaggio anche il Papa.

E chi sarebbe?

La televisione, per esempio. E' lei che chiede di trasmettere l'Angelus e i discorsi del Papa.

Il Papa è diventato il massimo rappresentante visibile del cattolicesimo della Chiesa in seguito alla crescita del laicato. Il Papa ha la stessa intensità di un segretario politico?

Da quello che so io è il Centro Vaticano che gestisce l'immagine del Papa. E poi, la Chiesa non può fare a meno di usare un linguaggio politico. Per farsi comprendere e per comunicare, oggi, ha bisogno di usare lo stesso linguaggio. Non le pare?

A proposito di linguaggio, Galli della Loggia, afferma che il linguaggio della Chiesa, il suo lessico è sempre meno teologico, spirituale, ma è sempre più un lessico che si apre al carattere politico e sociale.

Nei suoi discorsi teologici la Chiesa è ricorsa più volte alla filosofia e adesso fa uso di alcuni concetti dell'etica, pur parlando di morale. Si può comunicare in modo diverso? Forse è il modo in cui la Chiesa comunica oggi. E' un dato di fatto da registrare. La Chiesa non può non fare politica. Se la politica è per tutti, la Chiesa fa politica perché fa gli interessi di tutti, non i suoi. La Chiesa parla a tutti, non solo ai cristiani. Quando parla di temi etici usa un linguaggio comprensibile e non può fare a meno di usare anche terminologie di un potere politico. O si parla lo stesso linguaggio, o si rischia di non capirsi più.

L'elemento decisivo dell'uomo nuovo è l'ateismo. Cosa pensa a riguardo?

Io mi chiedo: chi sono gli atei? Ci sono gli atei? L'ateo è qualcuno che non crede in qualcosa. Deve esserci un qualcosa in cui non credere. Se non credi in Dio, per non credere devi avere qualche immagine di questo Dio che fai tua per dire che non c'è. C'è, quindi, qualcosa che tu neghi che c'è. Secondo me gli atei non esistono. Lo sa che in ogni credente vi è anche un non credente? La fatica del credere fa parte della speranza del credente.

Il Cristianesimo è un'attesa, un investimento sul futuro che riguarda Dio. Una volta il futuro era nelle mani di Dio, adesso il futuro è degli uomini?

L'uomo vuole controllare, vuole diventare controllore. Lo sta controllando davvero il futuro? C è questa pretesa dell'uomo di prendere le distanze da Dio, di non voler dipendere da Dio. In questo modo viene meno nell'uomo la caratteristica dell'uomo stesso. L'uomo è fatto di dipendenze e questo è un dato di fatto. Si può accettarlo, rifiutarlo, combatterlo, manifestarlo.

La Chiesa è in declino?

No, assolutamente no! Anzi più che mai, in questo periodo, la Chiesa si sta accorgendo di quanto sia più forte il bisogno di sapere e di spiritualità. E la Chiesa dà la sua risposta a tutte le domande che le vengono rivolte. Ha la pretesa di essere la risposta vera? Si.

C'è oggi un pluralismo culturale e religioso che prevede la presenza di molte religioni. Qual è il suo pensiero?

Ben vengano le molte religioni. Noi cristiani dobbiamo prepararci. Adesso come adesso siamo impreparati ad un discorso interculturale. Siamo carenti, ignoriamo. Ben venga l'interculturalità.