Gli ambientalisti “bocciano” il golf

26 febbraio 2007 | 10:01
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Gli ambientalisti “bocciano” il golf

20070226-golfDocumento delle associazioni abientaliste: la presenza e l'attività del Golf Club Milano non sono compatibili con l’impianto del Parco di Monza.

20070226-golfDocumento delle associazioni abientaliste: la presenza e l'attività del Golf Club Milano non sono compatibili con l’impianto del Parco di Monza.

  Sabato 24 febbraio scorso Associazioni ambientaliste monzesi hanno diffuso il testo di un documento che boccia senza appello la presenza del Golf Club Milano all'interno del Parco di Monza.  "Per motivazioni di carattere storico, di conservazione naturalistica, di fruizione sociale – dicono gli ambientalisti – il Golf non è compatibile con l’impianto del Parco di Monza.
    Il suo insediamento ha prodotto un consistente e persistente danno ambientale e paesaggistico al parco, per di più neppure compensato. L’impianto golfistico non contribuisce ma anzi rallenta lo sviluppo di una diffusa fruizione sociale sostenibile di una ampia zona del parco. Tale considerazione è contenuta in tutti i documenti di programmazione che negli ultimi 15 anni hanno riguardato il Parco di Monza, dallo studio cosiddetto Calcagno al PTC del Parco Regionale Valle del Lambro.

    La conservazione del valore ambientale e culturale del Parco di Monza è il principio su cui si basa anche la cessione gratuita da parte del demanio ai comuni di Milano e Monza: "Gli immobili ceduti, essendo riconosciuti di interesse artistico faranno parte del demanio pubblico dei Comuni di Milano e di Monza a norma dell'art. 824 c.c. e come tali saranno inseriti nei registri dei beni del demanio pubblico comunale. I Comuni di Milano e di Monza si impegnano a curarne la conservazione permanente ed a destinarli ad attività museali, culturali, di rappresentanza e di fruizione e conservazione del verde".

    Nel caso del rinnovo della concessione al Golf Club Milano, sulla base di quanto anticipato sulla stampa e presentato da rappresentanti dell’Amministrazione di Monza nel corso di incontri pubblici, l’impegno sembra venir meno. Una concessione rinnovata potrebbe essere coerente con il recupero complessivo del Parco solo se considerata come momento transitorio, con durata estremamente ridotta (in ogni caso significativamente inferiore ai sei anni proposti) e finalizzata a una progressiva dismissione dell’impianto attualmente all’interno dell’area protetta.
    Dalla bozza di concessione emergerebbero due principali punti di criticità e due elementi più positivi: il documento non prevederebbe una modifica irrinunciabile, cioè la riduzione del percorso attuale di 9 buche. Si otterrebbe un campo a 18 buche, in grado di soddisfare le esigenze dei 700 soci golfisti, e nel contempo verrebbe recuperata alla fruizione pubblica un’area significativa, che dovrebbe includere la Roggia della Pelucca, opportunamente recuperata e restaurata.
    "Il Parco di Monza – dicono gli ambientalisti – deve ospitare esclusivamente strutture e servizi caratterizzati da alti standard di compatibilità ambientale. A questo riguardo appare insufficiente quanto previsto dalla bozza in discussione, che, seppur facendo riferimento a obiettivi di maggiore compatibilità ecologicadell’impianto golfistico, non contiene indicazioni precise su studi e ricerche adeguate e su misure di mitigazione e compensazione degli impatti".
    Viene invece giudicato apprezzabile il tentativo di rendere meno "segreta" l’area in concessione, abbattendo le recinzioni e prevedendo percorsi di attraversamento pubblici, ed efficaci appaiono anche le clausole cautelative dell’ente proprietario nei confronti del concessionario mediante l’introduzione di una fidejussione e dei poteri sostitutivi del concedente. A questo riguardo però, occorre porre maggiore attenzione all’effettiva capacità di controllo da parte dell’ente pubblico. Non sufficientemente valutabile al momento è l’ipotesi di recupero forestale di alcune aree, non disponendo di dati quantitativi certi e di cartografia di riferimento.
    Sulla base di queste considerazioni, le Associazioni  chiedono alle Amministrazioni dei Comuni di Monza e Milano di modificare il documento includendovi un esplicito riferimento all’incompatibilità dell’impianto golfistico con il disegno unitario del Parco di Monza, una durata della concessione inferiore ai sei anni ipotizzati, la riduzione del campo a 18 buche l’indicazione dei criteri di valutazione degli impatti e delle misure compensative, la rimozione dell’intera recinzione perimetrale attualmente presente. Si chiede anche la creazione di un fondo di cauzione (o fideiussione) a disposizione delle amministrazioni proprietarie e la definizione di adeguati poteri sostitutivi, per la realizzazione degli interventi previsti, qualora questi non venissero realizzati dal concessionario;
    l’esplicita previsione di obiettivi di riqualificazione forestale, puntualmente definiti e coerenti con quanto delineato dal Piano di Assestamento Forestale.