Nuova partita, nuova squadra

1 febbraio 2007 | 01:00
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Nuova partita, nuova squadra

20070201_fagliaIntervista al Sindaco Michele Faglia che si prepara al bis per le Amministrative di primavera 

Il panorama politico cittadino offre in questi giorni una ricca varietà di iniziative, incontri, presentazioni di questo e di quello, discese in campo di volti (pochi) nuovi e (molti) già visti che tornano ad animare il dibattito in città. La maggior parte è di area di centro destra, altri di centro, altri non si pronunciano. Nel centro sinistra, invece, la scelta è stata già fatta, unitariamente e da tempo: Michele Faglia sindaco uscente. A sostenerlo questa volta non sono solo i partiti del centro-sinistra,  ma anche tante associazioni della società civile e una lista Faglia che sarà presentata in un il prossimo 6 febbraio al Binario 7 di via Turati.

Sindaco Faglia, perché ha deciso di costituire una lista?

Nel 2002 mi sono messo a disposizione dell'Ulivo, che era alla ricerca di una candidatura in grado di dare unità. Adesso parto con orizzonti anche più ampi rispetto a quella esperienza, con una serie di contatti, relazioni e conoscenze maturate in questi anni. Nella nostra realtà cittadina c'è un 20-25% di persone che non hanno una precisa collocazione, con cui si può attivare un rapporto nel merito delle questioni. Quel dibattito che non c'è stato con le minoranze può essere costruito con queste persone, per dare vita insieme a qualcosa di nuovo che non abbia sbarramenti precostituiti. Puntiamo in particolare sui giovani, perché possano contribuire con le loro idee tanto quanto coloro che hanno più esperienza.

Qual è il modello di città a cui si è ispirata e ancora vuole ispirarsi il suo impegno amministrativo?

Il problema è quello di ricucire le relazioni tra le varie funzioni, tra le varie forme della vita quotidiana, del territorio, tra le persone: combattere l'alienazione di avere quartieri dove solo si dorme e non si vive, altri quartieri dove solo si lavora e non si dorme, spazi che si attraversano, ma dove non si può sostare. Con questo obiettivo abbiamo ideato il Pgt (Piano di governo del territorio), stiamo lavorando per la costruzione della Provincia, abbiamo realizzato interventi sia nel sociale sia nella cultura, abbiamo riqualificato molti luoghi della città.

Negli ultimi cinque anni la giunta si è mossa in questa direzione?

Il programma "Viva Monza più viva" nasceva proprio da questo presupposto: riportare la vitalità attraverso una serie di relazioni che arricchissero la città stessa, le persone, le famiglie, i gruppi, i comitati, le associazioni, le industrie, gli enti pubblici e tutte le altre realtà del territorio. Una città di interazioni in cui si collegano le varie parti, ma senza l'assorbimento e l'omologazione.

Alcuni progetti che ha realizzato di cui è assolutamente soddisfatto?

Innanzitutto l'aver promosso tante iniziative realizzate in collaborazione con altre amministrazioni comunali. Siamo scesi da un piedistallo di preconcetta superiorità e d'isolamento e abbiamo riaperto relazioni e scambi con tutta la provincia e non solo. Poi le iniziative di cooperazione internazionale, a vantaggio soprattutto dei bambini. Tra gli interventi più specifici, il forte impulso che abbiamo dato alla riduzione del degrado in città attraverso interventi di riqualificazione urbana: il Binario 7 ne costituisce un esempio.

Era un cantiere già avviato dalla precedente amministrazione?

Sì, ma era tutto un altro progetto: avevano previsto di realizzare tante stanzette che avrebbero dato in esclusiva ad alcune associazioni scelte da loro. Noi invece abbiamo destinato questi spazi a Urban Center, a disposizione di tutti, per attivare sempre più rapporti, relazioni, proposte, interazione tra pubblico e privato. Abbiamo anche creato all'ultimo piano il Caffè letterario. L'idea è quella di favorire il superamento dell'individualismo e della solitudine che sono diffusi in molte città.

Crede ci sia stato un reale processo di partecipazione con i cittadini, in questi anni?

Su questo c'è ancora molto da fare ed è un tema che rilancio per il futuro. Abbiamo iniziato un percorso, ma non siamo riusciti poi a completarlo, assorbiti da mille problemi interni. Ma qualche segnale l'abbiamo dato, come gli incontri semestrali con la cittadinanza e la disponibilità ad aprire le porte del Comune a chiunque volesse parlarci. Informazione, comunicazione e partecipazione reale sono necessarie a una democrazia matura com'è la nostra.

A proposito di democrazia, ho l'impressione che in realtà l'opposizione non ci sia mai stata, al di là dell'ostruzionismo. Questo è un male, perché l'amministrazione non ha potuto confrontarsi su temi importanti… Le è mancata questa interlocuzione seria e programmatica con l'opposizione?

Sì, l'ho chiesto tante volte – soprattutto nei primi anni – alle minoranze, ai partiti, di confrontarci su tutto quello che bolliva in pentola. Avevo dato la disponibilità a discutere con loro le questioni addirittura prima di portarle in Giunta. Stabilire delle graduazioni di obiettivi da raggiungere, sulle quali confrontarsi prima di fare delle scelte importanti, come poi abbiamo fatto un po' unilateralmente proprio perché non c'è stata una reale interlocuzione. Purtroppo il terreno non è stato fertile. Non c'è stato nulla al di là delle grida, delle urla, dell'opporsi in termini solo quantitativi ma non qualitativi, come nel caso delle migliaia di emendamenti presentati sul Pgt. È stata un'esperienza deludente dal punto di vista del reale dibattito democratico e del confronto di posizioni.

Questo atteggiamento puramente ostruzionistico della minoranza ha condizionato anche il lavoro dei consiglieri di maggioranza, costretti a "difendere il fortino" ogni sera, senza potersi concentrare sulle reali questioni?

Il consiglio comunale non è mai stato un luogo di reale dibattito. I consiglieri di maggioranza sono stati frustrati e tra i frustrati da questa situazione mi ci metto anch'io. In Consiglio Comunale meno si parlava e meglio era perché ogni parola dava adito a scene isteriche, violenze verbali e destabilizzazione, anche con una caduta d'immagine del Consiglio Comunale stesso. Quindi siamo stati tutti penalizzati, anch'io che ho tenuto un profilo bassissimo evitando ogni commento anche su questioni politiche nazionali.

Il Pgt lo porterete a casa?

Sì, costi quel che costi.

È ancora convinto della scelta del parcheggio in piazza Trento e Trieste?

Sì, il parcheggio darà un a risposta significativa alle esigenze di chi qui lavora e abita. La scelta è stata quella di mantenere l'identità un centro che è sempre stato legato al commercio, con un mercato e con negozi che hanno la necessità di avere un parcheggio nelle vicinanze. Non farlo avrebbe tolto attrattività al centro.

Ambiente, parco, golf, autodromo: quali soluzioni?

Il problema qui è la gestione: si tratta di creare una fondazione. La Regione e il Comune di Milano però non hanno facilitato questa soluzione, anzi. E ora purtroppo sulle concessioni è tutto al palo fino alla prossima amministrazione.

La comunicazione tra il palazzo e i cittadini poteva essere più efficace? 

Poteva, sì.

E in campo culturale?

Si è fatto, sono state avviate diverse iniziative…

In caso di vittoria saranno riconfermati tutti gli assessori?

No. Sarà una nuova storia. Non possiamo pensare che sarà un repeat di questa amministrazione. Questo non lo penso affatto perché ci saranno permanenze, ma anche cambiamenti, altrimenti non si aprirebbe una partita nuova. Comincia veramente una nuova storia.