
La sentenza della Cassazione sulla Cascinazza ha disinnescato l'ostruzionismo dell'opposizione. Viganò: "Ora la città potrà decidere".
La sentenza della Cassazione sulla Cascinazza ha disinnescato l'ostruzionismo dell'opposizione. Viganò: "Ora la città potrà decidere".
L'opposizione ha alzato bandiera bianca. Nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 15 febbraio, i rappresentanti della minoranza hanno deciso di ritirare quasi tutti gli emendamenti al Piano di Governo del Territorio che avevano presentato nei mesi scorsi. In questo modo gli emendamento rimasti "in vita" si sono ridotti da 19.621 a 1.065.
Era prevedibile che la sentenza della Cassazione che ha respinto la richiesta di risarcimento avanzata dall'Ist.Ed.In. per la mancata edificazione della Cascinazza e riconosce la legittimità del comportamento del Comune di Monza, avrebbe "bagnato le polveri" dell'opposizione contro il Pgt. "Questo consentirà la discussione in un clima diverso" aveva commentato allora l'assessore al Territorio, Alfredo Viganò. E così è stato.
I rappresentanti della minoranza hanno motivato la loro decisione con "il senso di responsabilità" e la volontà di non prestare il fianco alle "accuse di ostruzionismo" che venivano loro rivolte dalla maggioranza e da una parte consistente dell'opinione pubblica. "I 20 mila emendamenti volevano essere un monito forte alla maggioranza perché aprisse un confronto vero con noi – ha precisato dario Allevi, capogruppo di An in Consiglio comunale – Visto che ciò non era servito ne abbiamo ritirati la maggior parte ma ora discuteremo puntigliosamente sugli elementi di sostanza. Vedremo se anche i consiglieri di maggioranza avranno il coraggio di votare "questo" Pgt l'ultimo giorno del mandato elettorale di Faglia".
"La maggior parte di questi emendamenti erano tecnicamente inammissibili e sarebbero comunque caduti" ha detto Viganò, visibilmente soddisfatto, anche se ha sottolineato come per esaminare tutti quei documenti gli Uffici comunali hanno dovuto lavorare inutilmente per molte settimane. "Ritirare gli emendamenti era l'unica possibilità per questa opposizione di ritrovare un minimo di credibilità" ha concluso.
Ora, definite le norme di discussione e di votazione, il dibattito in aula potrà svolgersi in modo presumibilmente "normale" salvo improvvisi, ma imprevisti ritorni alla strategia del "fibustering".