
Villa reale, arredi: solo 200 a Roma, il resto non si sa
La Sovrintendente Marina Rosa decisa al censimento totale. Il periodo pre guerre disastroso: esodo nelle ambasciate
dal Cittadino del 1 marzo
Dossi per limitare le esibizioni del "tuning"
Se n'è parlato in circoscrizione Uno: preoccupazione per sgommate e accelerazioni nella zona di via
dal Cittadino del 1 marzo
Meregaffi&Galbiati chiude dopo 129 anni
La storica teleria e maglieria aperta nel 1878
dal Cittadino del 1 marzo
Villa reale, arredi: solo 200 a Roma, il resto non si sa
La Sovrintendente Marina Rosa decisa al censimento totale. Il periodo pre guerre disastroso: esodo nelle ambasciate
dal Cittadino del 1 marzo
Dossi per limitare le esibizioni del "tuning"
Se n'è parlato in circoscrizione Uno: preoccupazione per sgommate e accelerazioni nella zona di via
dal Cittadino del 1 marzo
Meregaffi&Galbiati chiude dopo 129 anni
La storica teleria e maglieria aperta nel 1878
dal Cittadino del 1 marzo
Villa reale, arredi: solo 200 a Roma, il resto non si sa
La Sovrintendente Marina Rosa decisa al censimento totale. Il periodo pre guerre disastroso: esodo nelle ambasciate
dal Cittadino del 1 marzo 2007
Monza. I mobili della Villa reale di nuovo nelle stanze restaurate della Villa Reale. È il sogno che accarezza Marina Rosa, da anni funzionario della Sovrintendenza milanese a Monza. Alla vigilia dell'annunciata riapertura delle nove stanze di rappresentanza del piano nobile, con un concerto del maestro e premio Oscar Ennio Morricone, il 16 giugno nei giardini della Villa, Marina Rosa parla in questa intervista della reggia del Piermarini.
Dei lavori in corso, degli studi sui mobili e sui pavimenti e della sua personale ricerca sulle tracce dei mobili che hanno arredato la Villa arciducale e che sono andati dispersi dopo il regicidio del 1900.
Partiamo da questa caccia al tesoro alla ricerca dei mobili perduti. A che punto siamo?
Si tratta di un'impresa faraonica che ho intrapreso qualche anno fa e che mi piacerebbe riavviare in modo sistematico con un censimento presso il Ministero degli Esteri per individuare i mobili della Villa reale di Monza che sono stati destinati a sedi di ambasciate all'estero.
Da dove è partita la ricerca?
Dal Quirinale. Mi sono recata a Roma per una settimana per analizzare i mobili e gli oggetti che potevano appartenere all'inventario di Villa reale.
Come è andata?
Di settecento oggetti e mobili che in base ai documenti dovevano essere lì ne ho rinvenuti duecento, tra mobili, quadri e suppellettili.
Quale è la base di partenza per questa ricognizione?
Si parte dall'inventario del 1908 ,ma anche e soprattutto dai verbali di dismissione dei beni che ci indicano presso quali Ministeri sono finiti gli oggetti di Villa Reale.
Perché la ricognizione si è arenata?
La parte più difficile è quella di ritrovare i pezzi finiti all'estero. C'è stato un periodo soprattutto prima delle due guerre mondiali in cui diversi pezzi sono stati considerati proprietà privata degli ambasciatori e chissà dove sono finiti. Senza contare che è molto più facile ritrovare i segni dell'inventario su un quadro piuttosto che su una poltrona che magari negli anni è stata rifoderata, o su un mobile che deve essere spostato alla ricerca del numero di inventario.
Attualmente i mobili rimasti in Villa reale dove si trovano?
Ci sono i mobili restaurati e già esposti negli appartamenti reali e altri conservati nei depositi. In questo caso si tratta per lo più di pezzi che arredavano le stanze di servizio che sono stati
Tutti fotografati e catalogati. Comodini, letti , comò. Meritano di essere studiati e in qualche caso restaurati, perché ci sono alcuni pezzi dell'epoca Impero di notevole interesse.
C'è la volontà di raccontare in un libro questa appassionante ricerca?
Sto collaborando con il Quirinale e con la Sopraintendenza torinese e dovremmo riuscirci a breve.
Si è recentemente occupata anche di una analisi dei pavimenti lignei della reggia. Come è nata l'idea di questa indagine?
Grazie alla collaborazione con Luca Quartana, restauratore che lavora con le soprintendenze e docente all'Istituto Terragni di Meda. E' stato lui a propormi l'idea di portare i giovani studenti dell'istituto in Villa reale per fare i rilievi dei pavimenti lignei, per studiarne la fattura e le essenze. Per la mia formazione professionale ho avuto sempre un occhio di riguardo per la didattica e sono convinta che un'esperienza formativa concreta e importante come quella che questi ragazzi hanno svolto in Villa reale sia stata davvero molto importante per loro.
Il frutto di queste lezioni speciali è stato raccolto in un volume?
Sì, in un quaderno in cui abbiamo riportato i loro rilievi, le immagini dei pavimenti lignei, anche i fenomeni di degrado che i ragazzi hanno evidenziato e il progetto di restauro.
Quali pavimenti sono stati studiati?
In particolare quelli delle nove stanze oggetto del restauro in corso. Dopo aver lavorato sulle pareti, sugli stucchi, presto partirà anche il restauro dei pavimenti che sarà la fase conclusiva prima della fine del cantiere.
E vero che per alcuni pavimenti si ipotizza la paternità dello stesso Maggiolini?
È quello che si era ipotizzato in un primo momento per il pavimento della sala del trono e della stanza degli uccelli. Occorre fare altri accertamenti, ma da un primo esame superficiale, dallo studio delle essenze e dal sistema di realizzazione sembrano di un'epoca più tarda rispetto a quella in cui operò Maggiolini.
Ora racconterà questa esperienza in un ciclo di conferenze pubbliche all'Università popolare di Monza?
Sì, da mercoledì prossimo parte un ciclo di conferenze al Liceo Zucchi tutto dedicato alla Villa reale. Si parlerà dei tavolini da gioco restaurati, della verifica di autenticità dei pavimenti lignei, degli studi sui pavimenti intarsiati e infine sui decori della cappella reale. Rosella Redaelli
Gli appassionati che elaborano le vetture si ritrovano il giovedì sera: finora nessuna lamentela dai residenti ma i consiglieri chiedono attenzione
Dossi per limitare le esibizioni del "tuning"
Se n'è parlato in circoscrizione Uno: preoccupazione per sgommate e accelerazioni nella zona di via Guerrina
Si chiama "tuning", un fenomeno che sta dilagando tra i giovani e i giovanissimi. Una moda che ha i propri siti sul web (www.tuning-italia.it) o negozi ad hoc e che è arrivata anche a Monza. Di che si tratta? In inglese il tuning up è la messa a punto dle motore e di questo si tratta. Giovani che trasformano un'utilitaria, un fuoristrada, una berlina in una fuoriserie con motori truccati dalle alte prestazioni.
In città i fanatici del tuning hanno il loro punto di ritrovo al parcheggio del palazzetto dello sport e un giorno fisso, il giovedì dopo le 21.30, per incontrarsi, scambiarsi opinioni e trucchi, far rombare i motori, decorare le vetture con vivaci adesivi, montare stereo dale alte prestazioni. Non sono in pochi e non arrivano solo da Monza. In una serata si sono contate almeno duecento auto e le targhe rivelano la provenienza da tutta la Lombardia: Lecco, Como, Sondrio, Bergamo e Brescia.
Tutto bene? Non proprio, se il fenomeno è arrivato sul tavolo della commissione viabilità in circoscrizione Uno e se ne è discusso lunedì' sera. I dubbi? Che tali trasformazioni nei motori non siano legali, ma soprattutto la paura che queste dimostrazioni di potenza dei motori possano trasformarsi in gare di velocità pericolose per il pubblico che assiste numeroso.
Nessuna lamentela finora dagli abitanti delle case intorno a via della Guerrina, probabilmente perché troppo distanti per avere un effettivo disturbo.
"Siamo però preoccupati – spiegano alcuni consiglieri in circoscrizione – perché abbiamo visto sgommare auto a pochi centimetri dai piedi degli spettatori, piccole utilitarie trasformate in bolidi pronti ad andare a 130 Km all'ora nello spazio del parcheggio, cimentarsi in pericolose manovre da virtuosi del volante". C'è chi giura di avere assistito a tarda notte anche a vere e proprie gare di velocità lungo viale delle Industrie.
Così mentre in commissione si parlava di come rendere più sicura via della Guerrina, c 'è chi ha sollevato il problema de ritrovo degli adepti del tuning e ha proposto di sistemare dei dossi per evitare acrobazie pericolose nel parcheggio del palazzetto dello sport.
Rosella Redaelli
La trattativa per l'acquisto dell'immobile in via Italia è sfumata e il negozio si trasferirà a Cernusco. "C'è chi chiede di entrare e guardare il camerino dove provò il suo abito da sposa 30 anni fa". Sparisce un'altra attività commerciale storica nel salotto della città
Meregaffi&Galbiati chiude dopo 129 anni
La storica teleria e maglieria aperta nel 1878
Chiuderà i battenti a fine aprile (con una eventuale proroga fino a fine maggio) Meregalli&Galbiati, la storica teleria, tovaglieria e maglieria risalente al 1878 di via Italia. Sparisce così un pezzo della storia del commercio monzese. Il negozio infatti è fra i più antichi di Monza, insieme a Compostella articoli casalinghi che si trovava in via Vittorio Emanuele in fondo al Ponte dei leoni. Generazioni di signore monzesi hanno acquistato lì il loro abito della comunione e poi quello di nozze. «Mi fa vedere il camerino dove ho provato il mio abito nuziale 30 anni fa», dice una cliente mentre acquista una camicia da notte.
Con Meregalli andranno a sparire merletti e pizzi di Cantù, tovaglie, lenzuola e copriletti finemente ricamanti su cotone, misto lino, canapa. Le clienti entrano e si informano su altri possibili negozi in cui acquistare biancheria intima e per la casa elegante e ricercata.
«In realtà – spiega il gestore Latino Rossi, amministratore di Texil e ricami di Cernusco – terremo il marchio Meregalli 1882, per un negozio più ampio con uno show room che andremo ad aprire a Cernusco in via Torino da qui alla fine dell' anno».
Il negozio di via Italia venne aperto da Michele Canesi operaio di Frette, attorno al 1880. Inizialmente aveva 3 vetrine poi fu ampliato a 5. AH' inizio vendeva articoli della grande casa tessile monzese e poi andò differenziandosi. Attorno al 1895 passò di proprietà dei signori Meregalli e Gal-biati, non è chiaro se per acquisto o per successione in seguito a un matrimonio. «Al tempo – racconta il signor Rossi – in via Italia passava il tram ed era una via piuttosto trafficata». Rossi gestisce il negozio da una decina d'anni in affitto dai proprietari: «dopo 5 anni di trattative per l'acquisto dell'immobile – racconta – ho deciso di chiudere, perché la contrattazione non è andata a buon fine».
In questi gironi le signore monzesi entrano e fanno incetta di biancheria, dalle camicie da notte all'intimo per uomo, a tovaglie e lenzuola ricamate. «Dove andremo ad acquistare articoli classici – dice una signora – il centro di Monza ospita quasi solo jeanserie e negozi per giovani. Il classico sta sparendo».
Cristina Bartolini