L’opinione – Vittoria costruita sulla negazione dell’altro

21 giugno 2007 | 23:01
Share0
L’opinione – Vittoria costruita sulla negazione dell’altro

20070621_pilotto.jpgL’ex assessore Paolo Pilotto commenta il risultato elettorale: "La foga dell’impegno può avere sottratto l’attenzione necessaria al particolare che contava come l’insieme" 

20070621_pilotto.jpgL’ex assessore Paolo Pilotto commenta il risultato elettorale: "La foga dell’impegno può avere sottratto l’attenzione necessaria al particolare che contava come l’insieme" 

Paolo Pilotto, già assessore all’Istruzione della Giunta Faglia interviene nel dibattito apertosi nel centrosinistra monzese sulle ragioni della sconfitta nelle elezioni dello scorso fine maggio.

Una possibilità che Monza La Città vuole mettere a disposizione dei protagonisti dell’Ex-amministrazione guidata da Michele Faglia.

A poche settimane dal voto monzese è ancora utile riflettere sulle scelte dei cittadini con quel minimo di pacatezza necessaria da un lato a non cercare solo altrove le responsabilità del cambio di amministrazione e dall’altro a non esaltare eccessi di autocritica, che peraltro non sarebbero un grande segno di "intelligenza degli avvenimenti", come insegnava Aldo Moro. Oltre o prima della lettura in chiave nazionale degli eventi (nel contesto del non eccezionale dibattito su politica e antipolitica…), pare utile osservare che molti cittadini, istituzioni, enti di controllo e di sorveglianza, hanno riconosciuto che a Monza negli ultimi cinque anni si è agito.

Si è impiegato il denaro pubblico per i fini dichiarati, si sono riordinati conti e strutture, rinnovati servizi e opere, spesso si sono realizzate economie reinvestendole nelle attività. Ma, come sempre accade, a un plus di azione corrisponde anche un plus di rischio: maggiori aspettative, non sempre esaudibili, opere avviate ma non apprezzate integralmente, servizi che si cercava di rendere molto buoni ma che per motivi diversi (poco personale a disposizione, aspetti organizzativi, continui cambi normativi…) si attestavano su livelli discreti o buoni, blocchi generati da soggetti estranei all’Amministrazione che però i cittadini leggevano come figli della stessa, come il fermo di Piazza Trento e Trieste: ancora oggi molti cittadini non sanno che fu provocato dai ricorsi di alcuni commercianti e di persone legate all’opposizione di allora.

Difetti di comunicazione? Forse. O forse confronto con una città in cui si è un po’ distratti e in cui i piccoli e grandi miglioramenti (sempre frutto di grande fatica) stentano ad essere notati e pesati. Difetto di ascolto? Forse. E ciò vale per amministratori, partiti e movimenti. A volte la foga dell’impegno può avere sottratto l’attenzione necessaria a cogliere il fatto che per completare quell’opera, quel servizio, il particolare contava come l’insieme. Ma questo non basta per dire che la politica e l’amministrazione hanno fallito. Anzi. E non basta a spiegare il voto.

Ancora un elemento locale. Monza ha anche vissuto una preoccupante e spregiudicata campagna elettorale firmata da chi poi ha vinto, o meglio, curata da qualcuno che non sempre si muoveva ascoltando i locali, che forse decideva per loro, non avendo la necessità poi di convivere con i possibili vincenti o perdenti. Il "Monza tradita", che avremmo capito in una città flagellata da tangentisti, politici e leader senza scrupoli e di malaffare, e che rimarrà negli annali come una delle più volgari e mistificatorie promozioni di dissenso (per l’amministrazione uscente) e di consenso (per chi si candidava a "salvare" la città dai supposti traditori), ha segnato la città, offeso molte persone in buona fede, di destra e di sinistra, e lasciato un tarlo pesante.

Si sa che il male radica più insistentemente del bene, e i messaggi negativi hanno una loro potenza… Ora che la città è nelle mani di "chi sa fare", molti dovranno ricordare che chi costruisce le sue fortune (anche politiche) sulla negazione del valore dell’altro, su una certa quale violazione delle regole del linguaggio e della verità, in qualche misura si dovrà confrontare con l’abitudine contratta, prima di tutto in casa propria: linguaggio, opere e verità non sono scindibili, anche in politica.

E poi c’è il versante nazionale: spinte centrifughe interne al governo o meno, tempeste mediatiche cavalcate dall’opposizione nazionale, scelte strategiche forse anche opinabili, sacrifici di cui ancora la nazione non ha goduto i vantaggi (che verranno), sono sicuramente stati molto importanti nelle riflessioni dei cittadini. I quali però talvolta rischiano di smontare in un posto (Monza) ciò che funziona in nome della richiesta di cambiamenti in altro luogo (Roma). Una scelta che a volte, nella storia, si è dimostrata molto rischiosa. Non è questo quindi certamente il tempo per deflettere, per ritirarsi, per smettere di impegnarsi. Al contrario, si apre una stagione in cui ascolto dei cittadini e ricerca serena e intelligente delle migliori soluzioni saranno ancora più decisivi.

Paolo Pilotto