Nylstar: è “cassa” per 250

12 settembre 2007 | 05:00
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Nylstar: è “cassa” per 250

20070912_nylstar.jpgSiglato l’atto finale per la fabbrica chimica di Cesano Maderno. Dopo il fallimento, decretato dal Tribunale in luglio, per gli operai ammortizzatori sociali e poi il licenziamento

20070912_nylstar.jpgSiglato l’atto finale per la fabbrica chimica di Cesano Maderno. Dopo il fallimento, decretato dal Tribunale in luglio, per gli operai ammortizzatori sociali e poi il licenziamento

I 250 lavoratori della Nylstar di Cesano Maderno saranno posti in cassa integrazione straordinaria per un anno al termine del quale saranno definitivamente licenziati. Lo prevede un’intesa firmata oggi, martedì 11 settembre, a Roma dalla proprietà e dai rappresentanti sindacali. Per la Nylstar, una joint venture nata dalla collaborazione di Rhodia e Snia per la produzione di fibre sintetiche per il settore tessile, è calato il sipario sull’ultimo atto. Terminata la produzione, ora negli stabilimenti di Cesano Maderno è presente solo un piccolo gruppo di impiegati che lavora alle dipendenze dei commissari del fallimento per redigere gli ultimi inventari.

Con la chiusura della Nylstar se ne va un altro pezzo dell’industria chimica che fu un patrimonio storico ed economico importante nel triangolo industriale Cesano Maderno, Ceriano Laghetto, Varedo. La Nylstar aveva infatti preso il posto della ex Snia Viscosa un’azienda che dal 1926 operava nel Comune brianzolo e che, negli anni, ha dato lavoro a migliaia operai e impiegati. A gennaio la proprietà aveva annunciato alle Rsu aziendali la cessazione di ogni attività produttiva nello stabilimento. Un’unità produttiva nella quale veniva ancora realizzato il 95% del materiale sintetico di prima scelta del gruppo. A marzo la proprietà e i rappresentanti sindacali avevano poi sottoscritto un’intesa che prevedeva il ricorso a una serie di strumenti tra i quali le dimissioni incentivate, la mobilità e la cassa integrazione per ridurre l’impatto occupazionale.

Il destino della Nylstar non si era però ancora compiuto. La seconda settimana di luglio infatti il Tribunale di Monza ha dichiarato il fallimento della società accogliendo la richiesta di un creditore che vantava un credito di parecchi milioni di euro nei suoi confronti. Con il fallimento, la vecchia proprietà usciva di scena e la gestione dell’azienda passava al giudice fallimentare il quale però non era tenuto al rispetto della vecchia intesa. Si è così arrivati all’accordo di oggi che garantisce la cassa integrazione straordinaria al termine della quale per i lavoratori è previsto il licenziamento collettivo.