
Nato negli anni 70 intorno al Parco è il quartiere più residenziale della città. Ma gli abitanti lamentano traffico e mancanza di decentramento
Nato negli anni 70 intorno al Parco è il quartiere più residenziale della città. Ma gli abitanti lamentano traffico e mancanza di decentramento
Dal Cazzaniga non si va via. Il quartiere nasce negli anni ’70, quando i nuovi condomini di lusso, costruiti nelle vicinanze del Parco per accogliere i pirimi milanesi in fuga dalla metropoli ormai soffocante, "ricuciono" un tessuto urbano fatto di vecchie case popolari e di cascine, sparse tra via Boito e viale Brianza. Oggi è forse quello più residenziale a Monza, e i suoi abitanti non si possono certo lamentare della qualità media delle vita che vi si può condurre. Ma restano alcuni problemi in attesa di soluzione, come la totale assenza delle strutture del decentramento, oppure il traffico soffocante nelle ore di punta.
Il quartiere fa parte della Circoscrizione 5, assieme a san Biagio. Non tutti i monzesi ne conoscono la demarcazione, proprio perché non è un quartiere storico di Monza: negli anni ’60 esisteva solo la Cascina Birona le splendide ville vicino al parco; oggi è zeppo di condomini alti spesso più di sei piani. Ma in questi 40 anni, in cui si è passati da nemmeno mille a ben 16mila abitanti, si è costruito per residenze costose, talvolta estremamente costose: la fasce compresa tra il Parco, Vedano e le vie Donizetti e Cesare Battisti pullula di condomini enormi, molti dei quali hanno campi da tennis e piscine. Questo fa sì che «quello sia anche un quartiere dormitorio – critica un residente nella zona meno chic – Molti residenti sono facoltosi, e quindi vivono poco a contatto con il proprio quartiere. Beati loro che possono permetterselo…». Il resto del quartiere va da via Donizetti a Viale Elvezia, ed è compresa tra il confine con Lissone e ancora il Viale Cesare Battisti. Anche questa zona è residenziale ma, per fornire un indice significativo, la spese condominiali non raggiungono le cifre folli, record per la città e non solo, delle vie immediatamente a ridosso del parco.
La risorsa principale del quartiere è indubbiamente il Parco. Il Cazzaniga è per eccellenza il quartiere del parco, perché di gran lunga è quello che ha un accesso più agile al polmone verde, tra Viale Cavriga e Vedano. Per questo, in una zona così densamente costruita, gli abitanti non avvertono troppo l’assenza delle aree verdi. Negli ultimi anni queste aree sono state notevolmente migliorate: quella enorme di via sant’Andrea (nella miniatura d’apertura) è sempre affollata, mentre la giunta Faglia ha migliorato quelle di via Leoncavallo, Perosi e soprattutto quelle di via Debussy, nell’angolo che è forse il più popolare del quartiere. Proprio in quell’angolo, infatti, l’Aler edificò tre condomini di edilizia popolare che crearono un brusco impatto, nei primi anni ’80, con l’opulento quartiere. «Spesso si verificavano furti e persino gli spari – ricordano alcuni inquilini della zona – Ma oggi la situazione si è molto calmata: l’allarme immigrazione è rientrato, l’integrazione è avvenuta e non ci sono più i problemi dell’inizio».
Ma il Cazzaniga non è tutto una goduria. «Siamo l’unica circoscrizione che non ha un ritrovo per gli anziani – afferma un signore non più in calzoncini corti – E invece noi sentiamo molto quest’esigenza». Non solo: mancano quasi del tutto le strutture del decentramento. L’amministrazione Faglia ha dotato la Circoscrizione di una sede migliore rispetto a prima, in via Bellini. L’ambulatorio di quartiere è l’unica struttura non richiesta, in quanto nel quartiere c’è l’Ospedale universitario di san Gerardo. Ma per il resto manca tutto: punti di ritrovoper anziani e giovani, un auditorium, la biblioteca e il vigile di quartiere, che sono spariti come nel resto di Monza a causa della mancanza di soldi, che costringe a tagliare i servizi più indispensabili e richiesti dai cittadini.
In realtà la soluzione è alle porte. Il Centro civico, che dovrebbe ospitare tutte queste realtà, avrebbe già una casa: il campo in via Perosi (nella foto a lato), di fianco alla Chiesa di San Pio X. Il progetto prevede anche una struttura molto importante per tutta la società monzese: delle stanze da adibire a residenza per i disabili che perdessero i genitori. Questa sensibilità proviene da alcuni parrocchiani di San Pio X, che da tempo portano avanti un progetto di volontariato importante per tutta Monza per l’animazione con i disabili, che sono quasi trenta e di tutta Monza. Il Comune avrebbe già da tempo l’accordo con i proprietari per l’acquisto, e ci sarebbero i fondi. Per questo sono destinati i 500mila € del bilancio partecipato del 2006, e altri 500mila sono da destinare per il 2007. Ma misteriosamente la cosa va per le lunghe.
E gli abitanti lamentano anche un altro "mistero" di quelli che contano per la vivibilità del quartiere: il sottopasso che va dalla Vallassina (uscita via della Birona, nella foto a lato dove i lavori sono fermi) all’Ospedale. È stato fatto il solo tratto di via Cadore: «Non si capisce perché i lavori siano fermi da anni, eppure i soldi sono già stati stanziati da tempo». Questa è una strada fondamentale, perchè decongestionerebbe il traffico sui viali Battisti e Brianza, permettendo un collegamento con Vedano e Biassono, che oggi invece passa tutto per i suddetti viali. «Quei viali sono sempre fermi, soprattutto nelle ore di punta – tuona un pensionato – Non abbiamo mai visto un vigile urbano per regolare il traffico, è una vergogna ». E la situazione dei mezzi pubblici non è ottima. Ci sono ben due linee, il 4 e il 6, ma restano imbottigliati in un traffico da record, soprattutto se si pensa a via Monti e Tognetti, l’arteria di San Biagio che collega il Cazzaniga al centro. «Lavoro a Brugherio, e il viaggio in auto mi porta via un’ora e mezza ogni giorno – confessa una signora rassegnata – Lo stesso tempo che per andare a Como».
Un vecchio progetto era quello della stazione dei treni. «L’idea di farla in via Parravicini non ha senso, perché lì sei ad appena 5 minuti dalla stazione , e poi non ci sarebbero parcheggi – afferma un abitante, che consiglia – L’area intorno all’acquedotto di via della Birona (foto sopra)potrebbe ospitarla, anche perché ci sarebbero gli spazi per i parcheggi che sarebbero indispensabili».
Un’altra mancanza sentita è quella delle piste ciclabili. «Da San Biagio dovrebbero congiungere via Prina e San Gottardo, tramite via Monti e Tognetti, alle vie di questo quartiere, Boito, Clementi e Sgambati, fino all’ospedale- suggerisce un avveduto ciclista – Ce n’è solo una in via della Birona, ma è poco. Una cosa intelligente è stato il sovrappasso ciclopedonale che supera la ferrovia, collegando le vie Casanova e Debussy». Via Casanova è fra la ferrovia e viale Elvezia e in quella zona gli abitanti si sentono tagliati fuori: proprio da novembre partirà la sperimentazione di un bus che li collega al centro.
Gli abitanti benedicono la tre rotonde di via Boito, realizzate dalla precedente Amministrazione, che «hanno reso meno pericolosi degli incroci che avevano visto anche dei morti». Sempre in via Boito, davanti alla banca, un inquilino si lamenta: «I marciapiedi sono pieni di buche (foto a fianco) ; e c’è la sosta selvaggia in doppia fila, talvolta dobbiamo chiamare i vigili».
Nelle foto sotto è documentata anche la disinvoltura ricorrente in un tratto di sosta vietata, dall’altra parte della strada.
È apprezzata anche un’altra opera della precedente giunta, la sistemazione in sicurezza degli accessi alla scuola Paganini.
E c’è chi è gia affezionato a una novità introdotta quattro anni fa dal Comune, che rende sicuramente più umano un territorio urbanizzato all’inverosimile, anzi quasi disumanizzato dal cemento: «Io ho uno degli orti (nella foto sotto) che il Comune ha messo a disposizione in via della Birona – confessa contento un pensionato – E so che in Comune ci sono centinaia di richieste per altri orti in Monza».
La sicurezza non è un problema troppo sentito. Negli anni i furti non sono mancati, ma mai ai limiti di guardia. L’assenza di comitati spontanei è già un indice dell’assenza di problemi gravi nel quartiere. «Solo per un po’ di mesi c’erano dei sudamericani che esageravano nel campo di calcio aperto delle scuole di via Debussy, ogni weekend – lamenta un’inquilina del palazzo di fronte – Ma da qualche mese la situazione si è normalizzata».
I ragazzi nel quartiere hanno sempre goduto di un’offerta di aggregazione superiore che da altre parti. Due oratori, San Pio X e Santa Gemma, da cui è recentemente andato via il parroco «che aveva fatto scappare via tantissimi parrocchiani – ricorda una fedele di Santa Gemma – spopolando la parrocchia»; gli scout e tante società sportive come Forti e Liberi, Dominante, Rondò dei Pini e scherma, varie palestre private. Inoltre le ore delle palestre comunali delle scuole sono riempite da varie associazioni sportive.
Una delle recenti polemiche riguarda la destinazione d’uso dell’ex cinema Maestoso. Durante la campagna elettorale qualche bell’ingegno del centro destra ebbe la buona idea di propalare la voce che la giunta Faglia lo avrebbe adibito a moschea: la notizia si rivelò una "balla" clamorosa, ma anche con questi mezzi, a Monza, si sono vinte le elezioni. «In realtà il Ma estoso è un grande "buco" – afferma un consigliere di circoscrizione – che non può essere altro che un teatro».
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