
Piccolo Grande Cinema riesuma una vecchia pellicola d’animazione diGuido Manuli per il bicentenario della nascita del protagonista, Giuseppe Garibaldi
Piccolo Grande Cinema riesuma una vecchia pellicola d’animazione diGuido Manuli per il bicentenario della nascita del protagonista, Giuseppe Garibaldi
L’animazione: un linguaggio e una maniera di intendere il cinema di cui più volte, in questa rubrica, ci siamo già occupati. Questa settimana, complice la bella rassegna Piccolo Grande Cinemadella Cineteca Italiana di Paderno, ci concederemo qualche considerazione un po’ anacronistica.
Domenica 9 dicembre, alle ore 15.15, la sala dell’Area Metropolis 2.0 proietterà infatti un lungometraggio animato del 1994 a firma di Guido Manuli, dal titolo L’eroe dei due mondi. La riesumazione di questa pellicola è legata al bicentenario della nascita del suo protagonista, il guerrigliero Giuseppe Garibaldi ai tempi della vecchiaia a Caprera.
Riesumazione non a caso, perché quando uscì, a dispetto dei tre anni di lavorazione e dei cospicui investimenti – pubblici, naturalmente: Rai2 e Istituto Luce – il film non fu visto quasi da nessuno.
Farà pena, si dirà. Niente affatto. Se si sorvola sui toni agiografici della narrazione, cui del resto lo obbligava la committenza, Manuli (allievo diretto di Bruno Bozzetto, tanto per capirci) dà un ottimo saggio delle potenzialità espressive della scuola italiana. Una scuola in grado di reggere i tempi del lungometraggio (esiziali per l’animazione): Bozzetto, D’Alò, lo stesso Manuli in Aida degli Alberi lo hanno dimostrato, riuscendo peraltro a imprimere nei loro film una marca di riconoscibilità, uno stile – tra il naïf e l’illustrazione per l’infanzia – efficace ed autonomo.
Il film fu commissionato a Manuli, come testimonia Mereghetti, in tempi di craxismo imperante. È noto infatti il favore di cui godeva l’eroe di Teano presso il leader socialista: ma è interessante osservare come per questo tipo di propaganda si sia fatto ricorso ad un medium tradizionalmente considerato ingenuo e infantile: l’intenzione di rivolgersi ai bambini tradisce una consapevolezza – per quanto ideologica – che va oggi osservata e riconosciuta.
Oggi: quando da noi si produce il film delle Winx, esportatissime e nonché celebratissime bussule di tendenza per le giovanissime. Per chi volesse gustare il lavoro di Iginio Staffi, il film è uscito da pochi giorni e si trova praticamente ovunque: a Monza è al Metropol di via Cavallotti.
Il film, ovviamente, è in 3D, come vuole l’orientamento del mercato: da 300 a Beowulf l’animazione mostra ormai i segni generalizzati del fenomeno Pixar (Alla ricerca di Nemo, Cars). Chi non si adegua, come sempre resta indietro.
Conciliare il mercato con la difesa delle proprie tradizioni espressive e dei propri talenti è dunque un impresa impossibile? La domanda resta aperta.