Contro il bullismo, i professori di Seregno vanno a lezione

Una giornata rivolta ai docenti delle scuole cittadine perchè imparino il linguaggio dei giovani. Parola d’ordine: puntare sull’educazione e non sulla repressione
Una giornata rivolta ai docenti delle scuole cittadine perchè imparino il linguaggio dei giovani. Parola d’ordine: puntare sull’educazione e non sulla repressione
Bulli si nasce? No, si diventa. Soprattutto se ai giovani non è stata trasmessa una sana cultura del rispetto delle regole, della dignità della persona e la difesa dei più deboli. Per educare i giovani, il comune di Seregno punta sull’educazione, e non sulla repressione. E lo fa a cominciare dagli insegnanti. Per migliorare la loro capacità di dialogare con i giovani, mercoledì 13 febbraio, in sala "Monsignor Gandini" (via XXIV maggio) a Seregno, dalle 17 alle 19, due formatori di Telefono Azzurro daranno a 100 prof e maestre delle scuole elementari e medie di Seregno le dritte giuste. Gli insegnanti avranno anche la possibilità di conoscere meglio la "lingua" dei ragazzi di oggi, e di apprendere quello slang che a molti "ex giovani" appare incomprensibile: la sintesi estrema degli sms, i modi di esprimersi nuovi delle chat, e dei blog, e le espressioni che appartengono alle generazioni di oggi.
«Credo che sia necessario – ha detto il sindaco di Seregno, Giacinto Mariani – mettere di nuovo al centro la famiglia e il ruolo della scuola, spiega Mariani. Due ‘istituzioni’ che devono tornare ad insegnare il rispetto delle regole ai ragazzi, sapendo dire di no quando serve. Iniziative come questa, con il loro contenuto formativo, offrono un contributo importante per frenare il fenomeno».
Le cifre diffuse da Telefono Azzurro sulla condizione giovanile rivelano quanto i giovani d’oggi abbiano bisogno di dialogo: il 35 per cento dei giovani subisce continue provocazioni e scherzi pesanti, l’8 per cento furti e il 5 per cento addirittura percosse.
«In tutti i casi – ha spiegato il presidente di Telefono azzurro, Ernesto Caffo – le conseguenze sono pesantissime sullo sviluppo della personalità della vittima, ma anche su quella del bullo: i ruoli di bullo e vittima tendono a persistere nel tempo, prospettando per la vittima una crescitacondizionata da insicurezza, mancanza di autostima, comportamenti autodistruttivi e depressione e per il bullo comportamenti devianti e antisociali in età adulta».
Alla giornata del 13 febbraio hanno aderito 100 insegnati delle scuole elementari e medie "Cadorna", "Moro", "Rodari", "Stoppani", "Don Milani", "Manzoni", "Mercalli", "Ballerini" e "Sant’Ambrogio".