
Proponiamo in questo spazio, che abitualmente accoglie la posta dei lettori, questa lettera inviata dalla Compagnia delle Opere ai propri associati in seguito a due dolorosi eventi. “Siamo qui, ancora in silenzio per la notizia che ci ha colpiti in questi giorni: due imprenditori, qui, in Brianza, a pochi chilometri dal nostro vivere quotidiano, si sono tolti la vita.
Non sappiamo i motivi del loro gesto. La famiglia, le vicende dell’impresa, una fragilità personale? Non sappiamo. Certo, a noi come a tutti quelli che sono venuti a sapere poi, dopo, colpisce sempre un fatto: certo c’era un grande peso e certo se lo sono portati da soli. Certo nella loro vita si era aperto un buco così grande che un uomo ci si possa perdere dentro. Perché? Come è potuto succedere?
Così, e mentre ci sovviene il pensiero dei loro cari, e mentre ci viene alle labbra il gesto semplice e umano del pregare, quel che è avvenuto a questi due amici imprenditori si trasforma e si curva in una domanda su di noi, sulla nostra persona e sulla persona di chi ci sta intorno.
Qui in Compagnia delle Opere di Monza e Brianza siamo ormai oltre mille associati. Mille e più imprenditori che seguiamo facendo quel che possiamo, ma anche facendo tutto quel che possiamo. In questi anni abbiamo visto slanci e creatività commoventi. Tenacia, caparbietà, orgoglio nel sostenere quel che si è costruito. Ma anche abbiamo visto stanchezza, rassegnazione, domanda sul senso e il perché di questo quotidiano faticare. Nell’uno come nell’altro caso noi ci sentiamo fratelli e compagni di strada. Ma ultimamente stanchezza e rassegnazione sono diventate le nostre compagne prevalenti. La stanchezza cresce. Tanti nostri amici imprenditori vivono la pesantezza di vedere quel che hanno costruito in tanti anni non crescere più. A volte anche lentamente avvizzire, non avere futuro. E con l’azienda sentono reclinare sé stessi, come un fiore a tarda sera.
A tutti questi nostri amici, a quelli cui le cose vanno bene e a quelli cui vanno meno bene, noi, come Compagnia delle opere, vorremmo dire: non siete soli. Non siamo soli.
Anche per noi di Compagnia delle opere se non avessimo persone con cui poter condividere l’umano che è in noi, con cui mettere in comune la ricerca di un senso, la voglia di fare, il desiderio di futuro per noi e i nostri cari. Se non potessimo parlare della voglia di mollare e del senso di responsabilità che ci trattiene dal mollare, anche noi cederemmo all’incapacità di alzare la testa in un momento che ci suona tanto ostile.
Ma vogliamo dirvi che noi siamo qui. Noi ci siamo. Pronti ad ascoltare, così come qualcuno ha ascoltato prima noi. Pronti a mettere al servizio tutta la competenza di cui siamo capaci. Pronti a inventarci quel che ancora non c’è, pronti a tentare nuove strade, pronti a camminare insieme.
Può sembrare poco ma invece è molto. In fondo, questo è stato anche il primo passo del Dio Creatore.
Creò l’uomo, lo guardò e disse: “Non è bene che l’uomo sia solo”.
No, non è bene che l’uomo sia solo. Sosteniamoci, offriamoci compagnia. Lo dobbiamo anche ai questi due amici imprenditori che hanno portato un peso che, in un qualche modo, misterioso, tocca anche noi.
Noi siamo certi: c’è un destino buono che ci attende, al fondo di tutte le cose”
La Compagnia delle Opere di Monza e Brianza