Imprenditori, si tira la cinghia. Ecco la hit parade del risparmio

Sono tempi duri. E anche gli imprenditori tirano la cinghia. Definitivamente tramontati i tempi della villa, dell’azienda, della Bmw e del motoscafo in garage, ora i tempi sembrano essere tornati quelli dei nostri nonni. In Brianza si lavora, lavora e lavora. Ma i soldi sono pochi.
Sono tempi duri. E anche gli imprenditori tirano la cinghia. Definitivamente tramontati i tempi della villa, dell’azienda, della Bmw e del motoscafo in garage, ora i tempi sembrano essere tornati quelli dei nostri nonni. In Brianza si lavora, lavora e lavora. Ma i soldi sono pochi. Tempi da formiche, dunque, più che da cicale. E i numeri sono lì a dimostrarlo: le banche non concedono più credito. E così più dell’85% degli imprenditori lombardi è costretto a rinunciare non solo a viaggi, vacanze e bei vestiti e auto costose, ma deve tagliare perfino sul bilancio familiare. Le economie ammontano a oltre 520 milioni di euro al mese. Soldi sottratti alla famiglia. Con i quali si cerca di salvare l’azienda dal fallimento. Si risparmia soprattutto a Pavia (93,3%), Varese (89,4%) e Brescia (88,6%)
Ma a che cosa rinunciano di più gli imprenditori lombardi? Nella hit parade dei tagli, si rinuncia soprattutto ad acquistare beni superflui (63,8%), meno ai piaceri del tempo libero: riducono i viaggi (10,4%) e rimandano pranzi e cene al ristorante (9,3%). In pochi sono disposti a rinunciare ai momenti di evasione: solo il 2,3% ha ridotto, infatti, le uscite a teatro e ha smesso di seguire spettacoli, mostre e concerti. È quanto emerge dall’indagine “Crisi e impresa”, realizzata dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza che ha coinvolto circa 1100 imprese lombarde.
Gli imprenditori lombardi e la crisi, quasi il 60% degli imprenditori lombardi intervistati ha fatto ricorso al proprio patrimonio per sostenere l’impresa, in particolar modo ciò avviene a Bergamo (67,3%), Monza e Brianza (64,4%) Pavia (64,4%) e Como (63,3%). In periodo di crisi gli imprenditori tirano la cinghia sul loro tempo libero, rinunciano soprattutto ad acquistare beni superflui (63,8%), riducono i viaggi (10,4%) e rimandano pranzi e cene al ristorante (9,3%). In particolare, fra i lombardi, ad aver ridimensionato nel complesso il budget destinato agli “extra” sono i pavesi (93,3%), seguiti dai varesini (89,4%) e bresciani (88,6%). Ad essere stato ridimensionato è stato soprattutto l’acquisto dei beni superflui, in particolare fanno più rinunce gli imprenditori di Como (70,4%), Brescia (69,6%), Bergamo (68,2%).
Rispetto ai beni, si rinuncia meno ai piaceri del tempo libero: il 22% degli imprenditori lombardi ha ridotto viaggi, cene e pranzi fuori casa e uscite. Brianzoli e pavesi sono quelli che rinunciano di più ai peccati di gola (13,3% ) seguono i comaschi (10,2%) e i milanesi (9,6%). Si viaggia anche meno: in Lombardia il 10,4% degli imprenditori dichiara di aver ridotto i viaggi, ancor più i pavesi (15,6%), i varesini (14,9%) e i milanesi (11,5%). In pochi sono disposti a rinunciare ai momenti di evasione: solo il 2,3% degli imprenditori lombardi ha ridotto, infatti, le uscite a teatro e ha smesso di seguire spettacoli, mostre e concerti.