
Una stamperia all’avanguardia nel carcere di Monza per offrire un percorso di formazione e una possibilità di lavoro sia all’interno, sia una volta conclusa la pena. L’hanno voluta e inaugurata ieri mattina il sindaco di Albiate Filippo Viganò, presidente dell’assemblea dei sindaci dell’Asl Mi3, gli assessori di Monza Stefano Carugo (Servizi sociali) e Pierfranco Maffè (Scuola e formazione).
Una stamperia all’avanguardia nel carcere di Monza per offrire un percorso di formazione e una possibilità di lavoro sia all’interno, sia una volta conclusa la pena. L’hanno voluta e inaugurata ieri mattina il sindaco di Albiate Filippo Viganò, presidente dell’assemblea dei sindaci dell’Asl Mi3, gli assessori di Monza Stefano Carugo (Servizi sociali) e Pierfranco Maffè (Scuola e formazione). Insieme, il direttore del carcere Massimo Parisi, la cooperativa Monza 2000 e i volontari attivi in carcere. Si tratta di un nuovo laboratorio aperto all’interno delle mura di San Quirico dove è già attiva una falegnameria che realizza mobili per alcuni enti e imprese della zona.
La stamperia ha richiesto un investimento di 15mila euro per l’acquisto della strumentazione tecnologicamente avanzata in grado sia di produrre materiale in quantità e di ottima qualità, sia di risultare economicamente vantaggiosa.
“La nuova stamperia – precisa l’Assessore Carugo – l’unica in Lombardia all’interno di un carcere, ha una doppia valenza: imprenditoriale e sociale. Per questo invitiamo, come primi clienti, i prossimi candidati, in particolari quelli della provincia di Monza e Brianza ad avvalersi dell’impianto e del personale del carcere per la stampa del materiale promozionale”. Il Comune di Monza, assicura Pierfranco Maffè “si avvarrà di questa stamperia per produrre parte del materiale utilizzato nelle campagne di comunicazione. Stiamo pensando di far produrre ai detenuti anche il materiale per gli istituti scolastici”. Con un corso di formazione di tre settimane i detenuti, per ora quattro, saranno capaci di offrire anche una consulenza grafica ai futuri clienti.
Resta però aperta la questione del sovraffollamento della struttura che può contenere un massimo di 650 persone e che ha raggiunto invece gli attuali 830 detenuti, di cui il 57% extracomunitari. Un boom registrato negli ultimi mesi.”Ci sono tre persone per cella – spiega il direttore Massimo Parisi – Per questo abbiamo acquistato brande pieghevoli e tolto gli sgabelli bullonati in modo che di giorno ci sia più spazio”. Pare che il maggior numero di detenuti arrivati in via San Quirico sia da addebitarsi al giro di vite sulle violenze contro le donne sull’aumento dei controlli della clandestinità.