
“Sofferenza della Sofferenza”, “Sofferenza del Cambiamento” e “Sofferenza Pervasiva”. Così ha introdotto la serata il monaco buddista Chamtrul Rinpoche, spiegando come la religione buddista individua tre tipi di sofferenze umane. Una serata davvero unica quella di venerdì 13 marzo, che ha riunito persone di differenti religioni sotto lo stesso tetto in via Copernico ad Arcore presso l’abitazione di un privato.
“Sofferenza della Sofferenza”, “Sofferenza del Cambiamento” e “Sofferenza Pervasiva”. Così ha introdotto la serata il monaco buddista Chamtrul Rinpoche, spiegando come la religione buddista individua tre tipi di sofferenze umane. Una serata davvero unica quella di venerdì 13 marzo, che ha riunito persone di differenti religioni sotto lo stesso tetto in via Copernico ad Arcore presso l’abitazione di un privato.
In molti sono accorsi per sentirlo, chi per apprendere gli insegnamenti di una lezione buddista, chi per amicizia e chi per soddisfare la propria curiosità. E lui non si è fatto attendere, alle nove precise si è presentato nei suoi abiti tradizionali da monaco tibetano, arancioni e rossi. Ad invitarlo in Italia sono stati i membri dell’associazione All-is-one di Arcore, che da anni sostengono realtà dove la sopravvivenza umana e culturale è a rischio. In particolare l’associazione opera attivamente a sostegno dell’Istituto di Tashi Lama in Nepal e quello di Padre Sibi in India.
Chamtrul Lobsang Gyatso Rinpoche, ha vissuto in Tibet fino al 1996 e fa parte della tradizione Nyingmapa, la più antica di tutte e quattro le scuole Tibetane. Attualmente dedica la sua vita ad insegnare la filosofia buddista e ad aiutare le persone a trovare la loro pace interiore.
L’incontro di Arcore è stata una lezione durate la quale sono stati introdotti i concetti base della pace interiore. “La mente ha una natura di pace, la domanda che allora ci dobbiamo porre, se la mente ha una natura di pace, è perché soffriamo?” Questo è l’interrogativo che Chamtrul Rinpoche ha posto ai presenti e a cui ha risposto dicendo: “La risposta sta negli ostacoli della mente”.
Partendo da questa domanda ha iniziato analizzando i vari tipi di sofferenza umana, perché solo conoscendola possiamo affrontarla. Ha poi sviluppato il discorso intorno alle cause della sofferenza, generata da tre veleni mentali ignoranza, desiderio e rabbia che di conseguenza causano dieci tipi di azioni “non virtuose” tra cui per esempio omicidio, furto e cattiva condotta sessuale.
Queste azioni non virtuose sono azionate dai tre veleni mentali, per esempio si puo’ uccidere per desiderio (quando per esempio uccidiamo per acquisire il bene della persona che uccidiamo) oppure per rabbia (per esempio quando uccidiamo perche’ magari odiamo qualcuno) oppure per ignoranza (Rinpoche ha fatto l’esempio dei sacrifici umani agli dei..) queste tre veleni mentali, ignoranza, rabbia, desiderio sono le cause originarie oppure le cause motivanti delle dieci “non virtu”.
“E’ possibile interrompere l’origine della sofferenza? – si interroga il monaco – La riposta è sì, se si seguono gli insegnamenti buddisti, sì perché la mente ha una natura di pace. Le cause dei veleni mentali non sono altro che delle oscurazioni mentali, degli stati negativi della nostra vita che con volontà si possono eliminare”. Interessante è stata la successiva analisi dell’origine delle condizioni negative della mente, che derivano da vite precedenti e di come è possibile purificarsi, attraverso quattro forze. La prima sta nel riconoscimento dell’azione negativa, la seconda nel promettere a sé stessi di non ricommettere l’errore, la terza nel ricorrere alla forza della religione in cui si crede ed in ultimo nella forza dei meriti, accumulare più azioni buone possibili. Seguendo questo percorso si possono eliminare le negatività accumulate nelle nostre vite. Ma questo sarà possibile solo se dotati di una forte motivazione. La pace deve essere cercata dentro di noi.
“E come si ottiene la pace? – continua il maestro – È possibile solo attraverso lo sviluppo dell’amore e della compassione. Non è necessario essere buddisti, stare chiusi in un monastero a meditare per ore o tagliarsi i capelli, anche nella frenetica vita condotta quotidianamente è possibile compiere atti compassionevoli, che generano amore e felicità, ma tutto questo dipenderà solo dalla motivazione di ognuno di noi”.
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