
Per la prima volta dall’inizio del viaggio Donne al volante si ferma in una scuola superiore. Il 14 marzo, grazie al supporto del dirigente scolastico Michele Monopoli e dalla adesione di alcuni professori, una quarantina di ragazze del complesso scolastico IIS “Vanoni” di Vimercate in un venerdì di normale lezione sono state coinvolte in un’iniziativa alternativa al classico percorso quotidiano di lezioni.
Per la prima volta dall’inizio del viaggio Donne al volante si ferma in una scuola superiore. Il 14 marzo, grazie al supporto del dirigente scolastico Michele Monopoli e dalla adesione di alcuni professori, una quarantina di ragazze del complesso scolastico IIS “Vanoni” di Vimercate in un venerdì di normale lezione sono state coinvolte in un’iniziativa alternativa al classico percorso quotidiano di lezioni. L’occasione di parlare a un uditorio che rappresenta il futuro del paese è importante non solo per la possibilità di confrontarsi con il mondo della formazione, di offrire uno sguardo che va oltre l’ambito scolastico, ma anche perché ha permesso di ricevere da parte delle nuove generazioni una testimonianza diretta dell’effettiva coscienza che i ragazzi hanno riguardo al problema del ruolo della donna. Importante è stato anche il feedback raccolto grazie al confronto con questo particolare pubblico sul tema della partecipazione femminile e del ruolo della donna nella società.
Non si è trattato di un incontro impostato come lezione teorica, ma da subito ha preso il carattere del dialogo a partire dagli interventi dei tre relatori, Alessia Mosca, Barbara Ongaro (presidente di Associazione TrecentoSessanta Monza e Brianza) e Roberto Rampi (vicesindaco di Vimercate), un dialogo fatto del racconto di esperienze concrete portate a modello – esempio per tutti la struttura dell’amministrazione comunale di Vimercate, costituita da 3 assessori donne (di cui Laura Curti, Assessore alla pianificazione del territorio, all’urbanistica e all’edilizia privata e pubblica) su un totale di sette.
Anche le giovani spettatrici hanno avuto il modo di dare voce alla percezione che hanno nel loro vivere quotidiano di una mancanza di parità di genere, non tanto nell’ambito più strettamente legato alla formazione o alla valutazione degli studi, quanto in materia di partecipazione testimoniata a partire dall’organizzazione degli organi scolastici di rappresentanza studentesca per la quasi totalità costituiti da maschi. Spesso, è stato evidenziato, questo avviene anche a causa del poco interesse da parte delle ragazze nell’impegnarsi e prendere parte in prima persona a simili incarichi.
A fronte delle stimolazioni e delle riflessioni sollevate dall’uditorio, l’augurio con cui si è conclusa la mattinata è di avere il coraggio di”denunciare” le discriminazioni di qualsiasi genere (sociali e culturali insieme). E con la provocazione proposta dall’onorevole Mosca, “di non smettere mai di scandalizzarsi, di dare voce sempre, anche un domani, quando avrete a che fare con l’iter dei colloqui di lavoro, alle cose che secondo voi non sono giuste. Però sempre nel rispetto della femminilità, della praticità e determinazione che sono caratteristiche proprie delle donne; non assumendo toni urlati, ma conservando la propensione femminile a discutere e mediare, con combattività ma non aggressivamente”.
La deputata del PD ha inoltre invitato le ragazze presenti ad abituarsi a contrastare anche nella loro esperienza di tutti i giorni la cultura della rassegnazione che porta i più a dire ‘tanto non cambia nulla’, alla luce della considerazione che le più grandi rivoluzioni sono state portate avanti da piccole minoranze che avuto la costanza di perseguire i loro obiettivi.