Marcegaglia: agiamo adesso

23 marzo 2009 | 16:16
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Marcegaglia: agiamo adesso

“Non è più il tempo di chiacchiere e promesse. Le nostre richieste vanno concretizzate in queste ore. Da esse dipende la sopravvivenza delle nostre imprese”. Emma Marcegaglia rilancia dalla sede della Banca di Credito cooperativo di Carate le richieste di Confindustria al Governo. Gli Stati generali di Confindustria Lombardia amplificano così il grido di sofferenza delle imprese messe in ginocchio dalla crisi.

“Non è più il tempo di chiacchiere e promesse. Le nostre richieste vanno concretizzate in queste ore. Da esse dipende la sopravvivenza delle nostre imprese”. Emma Marcegaglia rilancia dalla sede della Banca di Credito cooperativo di Carate le richieste di Confindustria al Governo. Gli Stati generali di Confindustria Lombardia amplificano così il grido di sofferenza delle imprese messe in ginocchio dalla crisi.

 E la presidente nazionale riconferma tutti i punti necessari per il salvataggio del sistema imprenditoriale: credito e liquidità per le imprese attraverso i Tremonti Bond “che non devono restare alle banche”; rifinanziamento del fondo di garanzia statale per le imprese; detassazione degli utili reinvestiti; riscossione dei crediti della Pubblica Amministrazione (che deve cominciare a pagare in tempi rapidi le imprese); innalzamento del tetto tra debiti e crediti d’imposta; credito d’imposta per ricerca e innovazione; riforma degli strumenti per gli ammortizzatori sociali; investimenti in infrastrutture.

Una serie di interventi condivisa da Confindustria Lombardia che è al lavoro con il Pirellone per far fronte alla crisi. “Chiediamo pochi strumenti di sostegno agli investimenti e con urgenza l’accesso al credito – ha precisato Giuseppe Fontana presidente Confindustria Lombardia. Ogni ritardo nell’emanazione dei bandi, nell’istruttoria alle domande delle imprese e nell’erogazione dei contributi metterebbe a rischio l’efficacia dell’intervento regionale”.

Il Centro studi di Confindustria ha calcolato che basterebbe intervenire in tre segmenti, ovvero burocrazia, istruzione e infrastrutture, oltre al miglioramento dei conti pubblici, perché ogni famiglia disponesse di 8mila euro di reddito annuo aggiuntivo. E se a Regione Lombardia Fontana chiede di proseguire in tempi celeri sulla realizzazione delle infrastrutture, come Brebemi, e attuare una governance intelligente sugli aeroporti del nord, e sull’Expo, all’Europa si invoca un secco “no” al protezionismo.

“Sarebbe una tentazione incoerente per un sistema economico ormai integrato” secondo Fontana. “A ciò va aggiunta la necessità di raddoppiare i  9,6 miliardi di euro su formazione, ricerca e innovazione, energia, trasporti, politica sociale; la creazione di un brevetto comunitario e un audit energetico europeo”. Mentre i 4 miliardi di euro dall’Europa sono stati confermati dal Vicepresidente Antonio Tajani il governatore Formigoni ha rassicurato sull’impegno del Pirellone nelal difesa di Linate e Malpensa. In particolare su quest’ultimo si attende la risposta di Cai per confermare voli intercontinentali. “In caso contrario – acceleremo la privatizzazione degli slot” ha promesso Roberto Formigoni.

{xtypo_rounded2} Oltre 4 miliardi di euro persi dalle imprese milanesi

Nei primi mesi del 2009 sono andati in fumo quasi 12 miliardi di euro. Il dato preoccupante è emerso dall’indagine “crisi e impresa” realizzata dall’ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza che ha coinvolto 1100 imprese. In particolare le imprese milanesi hanno perso oltre 4 miliardi di euro, a Brescia si è registrata una perdita di oltre un miliardo e mezzo di euro, segue Bergamo con un miliardo e 278 milioni di euro sfumati, Varese oltre un miliardo di euro, Monza e Brianza 864milioni di euro, Como 570 milioni di euro, Pavia 508milioni, Lecco 311 milioni di euro.

Numeri di una crisi confermata anche da alcuni dati resi noti da Confindustria dove, per esempio, l’export della Lombardia, tra il 2007 e il 2008, ha registrato un calo pari a – 3,9%. Secondo la fotografia nell’ultimo trimestre del 2008 ha tenuto l’export extra europeo (per esempio + 9,2 % America e + 7,3% Asia) mentre hanno frenato le esportazioni europee (-10,1%U e – 4,6% in altri paesi europei).

Ma nonostante la situazione negativa gli imprenditori lombardi stanno cercando di reagire: già pronti investimenti per 7 miliardi di lire. Il 64,5% degli imprenditori della Regione chiede però misure fiscali favorevoli alle aziende mentre un imprenditore su cinque pensa che si debba intervenire nei rapporti con le banche (19,3%). Negli ultimi mesi per uscire dall’impasse le aziende hanno cercato nuovi mercati nel 24,8% dei casi. Il 21,3% ha voglia di resistere alle difficoltà in attesa di tempi migliori mentre il 13,3 continua ad investire in pubblicità e marketing. Ci sono imprenditori che chiedono interventi governativi sulle opere pubbliche (8,9%), e aggregazioni tra imprese (5,8%). Infine l’8,2% delle imprese lombarde è stato costretto a ridurre il personale; il 12,6% ha fatto ricorso alle ferie mentre il 6,4% ha utilizzato la cassa integrazione guadagni. {/xtypo_rounded2}