Villa Borromeo ad Arcore, quale futuro?

22 marzo 2009 | 23:26
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Villa Borromeo ad Arcore, quale futuro?

Cultura ed economia. Un’antitesi, un’antinomia ormai superata? Sabato 21 marzo ad Arcore politici ed esperti hanno parlato di una materia nuova che promette futuro in un momento di crisi: si è discusso di “Economia della cultura”. La “Cultura”, la “Bellezza”, quelle con la lettera iniziale maiuscola, come volano dell’economia per creare nuovi posti di lavori e nuovi introiti per il territorio.

Cultura ed economia. Un’antitesi, un’antinomia ormai superata? Sabato 21 marzo ad Arcore politici ed esperti hanno parlato di una materia nuova che promette futuro in un momento di crisi: si è discusso di “Economia della cultura”. La “Cultura”, la “Bellezza”, quelle con la lettera iniziale maiuscola, come volano dell’economia per creare nuovi posti di lavori e nuovi introiti per il territorio.

Sabato presso la prestigiosa cornice delle neo restaurate scuderie della Villa Borromeo l’assessore Vittorio Perrella ha organizzato un convegno aperto al pubblico per fare il punto sui progetti che potranno salvare la Villa Borromeo, antica dimora di delizia, ormai fatiscente, le cui origini si possono rintracciare all’inizio del XVIII secolo.

tavolarotondovillaborromeoNon solo l’assessore alla Cultura, ad illustrare i risultati degli studi c’era l’architetto Claudio Bertani, consigliere comunale con delega al Parco e alla Villa, che ha parlato di “Palais”, bando europeo a cui il Comune ha aderito permettendo di gettare le basi per formulare ipotesi di recupero. Gli altri relatori eccellenti erano Angelo Crespi, direttore del settimanale di cultura “Il Domenicale” e dal giugno 2008 consigliere del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, il senatore Sandro Bondi, Massimo Carmassi, noto architetto fiorentino che tra le molte opere ha già costruito in paese la scuola materna della frazione di Bernate, e Maurizio Cecconi, amministratore delegato di “Villaggio Globale International” (www.villaggioglobaleinternational.it) una società che si occupa di creazione, progettazione, organizzazione e gestione di importanti eventi culturali, siano essi collegati ad attività espositive temporanee o permanenti.

Il filo rosso che ha condotto il convegno verso l’ipotesi del restauro si basava sull’endiadi cultura ed economia, una formula rafforzata da spinte internazionaliste che guardano a modelli mondiali già funzionanti.

“La situazione è al limite – ha affermato con decisione il primo cittadino, Marco Rocchini – È il momento di intervenire prima che sia troppo tardi: il restauro di Villa Borromeo deve essere fatto al più presto”.

Le prospettive di un’imminente recupero paiono sempre più certe grazie alla sinergia di forze che l’Amministrazione comunale è stata capace di attirare intorno a questo oggetto architettonico. In primo luogo i risultati di “Palais” acronimo di un progetto europeo volto a studiare come valorizzare beni culturali caduti in rovina. “Villa Borromeo è caso studio – ha spiegato Bertani – Dal 2007 ad oggi si sono fatti grandi passi in avanti: maggiore è la chiarezza rispetto alla destinazione d’uso che si vorrebbe dare post restauro e soprattutto c’è chiarezza rispetto alle metodologie di recupero dell’edificio. Infine si è superata una cerca visione provinciale a favore di modelli di respiro internazionale”.

È stata poi ben descritta  dall’architetto Massimo Carmassi lo stato attuale dell’edificio. “Fortunatamente alcuni accorgimenti, come l’aver riparato per tempo il tetto, e l’aver messo in sicurezza da incursioni gli interni della villa, hanno permesso che l’antica dimora giungesse fino ai giorni d’oggi come se il tempo si fosse fermato ad un secolo fa”.

Quale sarà il futuro di Villa Borromeo? “Un centro culturale d’avanguardia dove cultura ed economia del territorio si intrecceranno – ha risposto Maurizio Cecconi – Non costruiremo una cattedrale nel deserto ma creeremo una forza produttiva che porti a valorizzare le tradizioni economiche di questa regione che si fondano anche sui prodotti agricoli e dell’artigianato”. Cecconi ha accennato anche a possibili legami internazionali come per esempio con l’Hermitage (www.hermitagemuseum.org), famosissimo museo d’arte russo per dare maggiore forza attrattiva alla nuova villa.

L’obiettivo degli esperti è quello di non realizzare un restauro fine a se stesso ma di attribuirgli una ragione d’essere affinché esso non sia solo un costo per l’Amministrazione ma la Villa rimessa a nuovo viva di una sua micro economia. “Non posso che seguire con grande interesse l’evolversi di questo programma – è intervenuto Roberto Rampi, vice sindaco e assessore alla cultura di Vimercate –  L’ideale sarà fare rete, collegare Villa Borromeo a quel circuito museale che si sta creando in Brianza, di cui Villa Sottocasa e il Must fanno parte”.

L’Amministrazione ha promesso prossimamente un tavolo di confronto con tutti coloro che pensano di poter contribuire con idee e non solo alla realizzazione del progetto. Un espio finora è stato ben fornito dall’associazione Villadarcore presieduta da Antonio Mansueto (www.villadarcore.com) che ha realizzato diversi progetti per riportare l’attenzione sulla vecchia dimora dei conti d’Adda-Borromeo.